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Nomina di Babbi all'Enit: chiesto il rinvio a giudizio per Melucci e Celli

Martedì, 24 Gennaio 2017

La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di diciassette persone per i fatti connessi alla nomina di Andrea Babbi a direttore generale dell’Enit. Lo scrive oggi il Corriere della Sera nella sua pagina romana. Babbi, già amministratore delegato dell’Apt, era stato nominato con un contratto da 393 mila euro complessivi in tre anni. Il procedimento è giudicato illegittimo dalla procura. Babbi, scrive il Corriere della Sera, non è stato nemmeno spinto “ad abbandonare – visto il palese conflitto d’interessi - la carica di amministratore delegato della Iscom Emilia Romagna, società specializzata in consulenze a enti pubblici nel settore del turismo. L’incompatibilità tra i ruoli ricoperti da Babbi – destinatario anche lui delle richieste del pm Erminio Amelio - è una delle zone d’ombra riscontrante dalla procura”.

Fra gli imputati, in quando membri del Cda nel 2012, figurano anche l’ex assessore regionale al turismo Maurizio Melucci e l’ex presidente dell’Enit Pierluigi Celli. Secondo la Procura, riferisce il Corriere della Sera, gli imputati “avrebbero dovuto indire un bando pubblico e svolgere allo stesso una ricerca tra di dirigenti dell’ente prima di nominare Babbi, dimessosi nel 2015. Passaggi indispensabili al rispetto del principio della spending review. Invece il posto fu conferito arrivando persino a inventare l’esistenza di curriculum vitae di candidati mai sentiti in nessun colloquio”. Celli è accusato di abuso d’ufficio, i reati contestati agli altri imputati comprendono il falso, la rivelazione del segreto d’ufficio e l’omessa denuncia.

La prima udienza davanti al Gup si è conclusa con un rinvio a settembre.


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