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Turismo, tedeschi in crescita più nelle città d'arte che a Rimini

Mercoledì, 12 Ottobre 2016

Domanda: ma i tedeschi, oggetto quest’anno della campagna speciale di Apt, sono arrivati o no? Se si prende in esame l’intero territorio regionale la risposta è “ni”: c’è stata un po’ più di attrattiva (+1 per cento di arrivi) a cui corrisponde però un più breve periodo di permanenza (-1 per cento di presenze). I dati si riferiscono a quelli disponibili online, cioè da gennaio ad agosto. Venerdì mattina l’assessore regionale Andrea Corsini terrà una conferenza stampa di fine stagione basandosi sui dati da gennaio a settembre, quelli però rielaborati dall’Osservatorio regionale, che tante perplessità hanno suscitato in molti.

Ma torniamo ai nostri tedeschi. È il classico caso in cui una media statistica generale nasconde situazioni e casi particolari che invece è interessante rilevare. Prendiamo per esempio il capoluogo regionale Bologna: si scopre che gli arrivi tedeschi sono aumentati dell’8,1 per cento e le presenze del 10,1 per cento. Arriviamo nella nostra Rimini e scopriamo che gli arrivi sono cresciuti dell’1,3 e le presenze dell’1,7 per cento. Una bella differenza.

L’aspetto curioso e interessante è che tutti i capoluoghi che possono essere definiti città d’arte mostrano un notevole incremento di turisti provenienti dalla Germania. A Parma gli arrivi sono cresciuti dell’8,2 e le presenze del 16 per cento; a Modena gli arrivi sono a +7,2 e le presenze addirittura a + 46,7, anche Ferrara si distingue con un +14,4 di arrivi e un +12,8 di presenze. Lasciamo stare per il momento Ravenna che presenta altre particolarità che vedremo fra un attimo.

È una crescita generalizzata di fronte alla quale è difficile non pensare ad una tendenza in atto. È evidente che in termini assoluti le distanze fra Rimini e Bologna sono abissali: la città delle Due Torri realizza un quinto delle presenze tedesche di Rimini. Però se le statistiche servono per individuare delle tendenze, non si può non rilevare che i concittadini di Frau Merkel quest’anno sembrano subire una forte attrazione dalle nostre città d’arte (che poi non sono solo arte, ma anche enogastronomia e motori). Da cosa dipende? Difficile pensare che siano solo coincidenze. Hanno portato il loro frutto precedenti campagne indirizzate di più verso arte, cultura e gastronomia? O è in qualche modo la conferma che un certo turismo è alla ricerca di esperienze ed emozioni diverse da quelle che può offrire la spiaggia e tutto ciò che ci gira intorno? Ecco un bel tema sul quale potrebbe cimentarsi e dare spiegazioni l’Osservatorio regionale, invece che limitarsi ad aumentare le presenze delle statistiche ufficiali. Questa sarebbe una di quelle osservazioni “qualitative” sempre promesse e mai arrivate.

Arriviamo allora a Ravenna che presenta dati che da una parte sembrano contraddire i ragionamenti fin qui svolti. Visti da un’altra parte potrebbero invece confermarli. Ravenna come città non ha una performance esaltante: gli arrivi sono calati del 2,3 e le presenze sono cresciute dell’1,9. Se invece si osservano i lidi, abbiamo un ottimo +8,0 di arrivi e un ancora più clamoroso +11,7 di presenze. In questo caso i numeri non sono quelli “poveri” degli altri capoluoghi, i lidi ravennati fanno esattamente la metà delle presenze tedesche di Rimini. Ci si chiede perché le spiagge di Ravenna quest’anno abbiano attirato più - come tendenza - di quelle riminesi. Sono stati più bravi gli operatori turistici di quelle zone? Se così fosse, da Rimini dovrebbero correre per capire come si fa. Ma probabilmente non è questo il punto.

Un’altra ipotesi è che una quota di turismo tedesco si sia lasciata attrarre dai lidi ravennati per la diversità dell’offerta turistica (più campeggi e appartamenti rispetto ai posti letto alberghieri) e per la vicinanza ad una città d’arte conosciuta in tutto il mondo come Ravenna. Sarebbe insomma apparsa più interessante una proposta balneare integrata da un’offerta culturale di rilievo. Sarebbe quindi confermato che c’è una domanda diversa alla quale bisogna essere pronti a rispondere, rivedendo modi di fare e di pensare consolidati.

Sono solo ipotesi che potranno essere verificate con il tempo. Sono comunque un tentativo di spiegare il perché di un boom che ha toccato solo marginalmente la Riviera di Rimini.


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