Pressione fiscale: a Rimini verso il rialzo, a Riccione in ribasso
Il rendiconto di bilancio (il consiglio comunale di Rimini è chiamato in queste ore ad approvarlo) è il documento che consente di verificare quali sono state, nella realtà e non nelle previsioni, le entrate e le spese di un Comune. E consente anche di fare, sulla base dei numeri e non delle impressioni, un confronto fra amministrazioni diverse.
Il primo fattore che maggiormente interessa i cittadini è sapere a quanto ammonta effettivamente la pressione fiscale. La si può calcolare pro-capite dividendo l'ammontare del Titolo I (entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa) per il numero degli abitanti. A Rimini le entrate accertate comprese nel Titolo I ammontano a 137.875.509, il che, essendo la popolazione di 150.590 abitanti, equivale a poco più di 915 euro pro-capite. A Riccione le entrate accertate ammontano a 44.875.417 equivalenti a 1.266 euro pro-capite. Nel 2017 a Riccione la pressione fiscale era di 1.400 euro, le previsioni del 2019 parlano di 1.182 euro pro-capite. Si è dunque avviata una tendenza di riduzione che ha i propri capisaldi nel recupero dell’evasione fiscale, nell’eliminazione dell’addizionale Irpef, nella diminuzione delle tariffe dei passi e accessi carrabili e nella diminuzione dell’1 per cento della TARI per tutte la categorie, comprese le famiglie e le utenze non domestiche, oltre alla diminuzione dei diritti di segreteria. A Rimini gli ultimi atti sono invece nella direzione di un inasprimento: reintroduzione della tassa sui passi carrai e soprattutto aumento dell'addizionale Irpef, provvedimenti che probabilmente si tradurranno, nel consuntivo 2019, in una crescita della pressione fiscale pro-capite.
È interessante osservare i risultati relativi alla lotta all'evasione fiscale. Riccione ha abbattuto di due terzi l'evasione fiscale riguardo la Tari, recuperando 1,6 milioni e istituendo un fondo di esenzione per le fasce deboli pari a 250 mila euro. Inoltre è stata recuperata l'IMU per la somma di 1 milione 850 mila euro. Anche Rimini ha recuperato nel 2018 1,6 milioni di Tari (in proporzione, quindi, di meno), in ogni caso si tratta di 1 milione in meno rispetto al 2017. Sull'IMU ha emesso accertamenti pari a 11 milioni (comprese le piattaforme petrolifere su cui è in atto un contenzioso), circa 4 milioni e mezzo in meno rispetto al 2017.
Grazie all'imposta di soggiorno Riccione ha incassato nel 2018 la somma di 4 milioni e mezzo, rispetto ai 3,9 milioni previsti; Rimini, compreso il recupero dell'evasione, ha ottenuto 7,7 milioni, pressoché la stessa somma del 2017. Rimini ha il triplo degli alberghi di Riccione ma ha incassato nemmeno il doppio, evidentemente permangono forti sacche d'evasione.
Passiamo al capitolo delle spese. Per ogni Comune la voce principale sono le spese correnti, cioè quanto serve per far funzionare la macchina comunale. Sempre dividendo l'importo totale per il numero degli abitanti, risulta che Rimini spende 1.060 euro e Riccione1.540. Fra le spese correnti la più rilevante è quella del personale: nel 2018 Rimini ha speso 291 euro per abitante, Riccione 471. Probabilmente Rimini è avvantaggiata da economie di scala.
Le nuove regole del bilancio armonizzato chiedono ai Comuni di indicare la spesa per missioni, cioè per macro-aree tematiche. Fra le tante, abbiamo scelto per un paragone servizi istituzionali e generali, ordine pubblico e sicurezza, turismo, diritti sociali, politiche sociali e famiglia. Per i servizi istituzionali Rimini ha speso 327 euro pro capite, Riccione 526. La sicurezza è un tema oggi molto caldo e i fans degli opposti schieramenti avranno molto da commentare venendo a sapere che Rimini ha speso 66 euro per abitante e Riccione 129. Alle comunità locali interessa molto anche il turismo: Rimini ha speso appena 14 euro pro capite, Riccione ben 106 euro. Una inattesa sorpresa viene anche dalla spesa sociale: a Riccione (194 euro a persona) è maggiore che a Rimini (174) che pure sempre giustifica l'aumento della pressione fiscale con il mantenimento dei livelli di welfare.
Ed infine esaminiamo i parametri dell'avanzo di amministrazione e dell'indebitamento. Con le nuove regole per i bilanci dei Comuni l’avanzo è un metro fondamentale per misurare l’esattezza dei conti: i nuovi principi prescrivono che a bilancio siano previste solo le entrate certe e le spese probabili. In questo modo se si ottengono maggiori entrate, come il recupero dell’evasione fiscale, si genera un avanzo che può essere libero, vincolato o destinato agli investimenti. Riccione ha chiuso il 2018 con un avanzo di amministrazione di 13.205.726 euro, di cui oltre 11 milioni di euro destinati all'accantonamento nei fondi di riserva e garanzia, Il resto è così suddiviso: 600.000 euro verranno impiegati per diminuire il debito dell’ente, 1.320.752 euro per l’avanzo disponibile e 236.000 euro per gli investimenti.
Rimini ha un risultato di oltre 97 milioni, 75 dei quali accantonati nei fondi di garanzia (ben 65 per i crediti di dubbia esigibilità), 12 milioni sono vincolati e la parte disponibile è pari solo a 156 mila euro (contro 1,3 milioni di Riccione).
Quanto ai debiti, quello di Riccione ammonta a 71,8 milioni. La tendenza è verso la riduzione: nel 2014, primo anno dell'amministrazione Tosi, era di 79,5 milioni. Le partecipate non hanno debiti significativi.
Anche il debito del Comune di Rimini è in progressiva diminuzione: dai 111 milioni del 2014 ai 91 milioni del 2018. Il rendiconto ricorda però che c'è sempre la spada di Damocle della lettera di patronage a Unicredit per il mutuo di 46,5 milioni contratto per la costruzione del Palacongressi. Con quella lettera di patronage e con i debiti delle partecipate, a partire da IEG, la situazione debitoria appena meno rosea.
Affronte, Franchini, Cipriani: i candidati riminesi alle europee
Sono tre i candidati riminesi alle elezioni europee del 26 maggio. Si ripresenta il deputato uscete Marco Affronte, che nel 2014 si era candidato con il Movimento 5 Stelle. Ma nel corso della legislatura ha rotto con i pentastellati ed ora corre nella lista Europa Verde, nata dalla convergenza fra I Verdi e Possibile di Pippo Civati.
Dopo alcuni colpi di scena, è riuscita a spuntare la candidatura per il Movimento 5 Stelle Carla Franchini, consigliere comunale di Rimini nella passata legislatura. Prima ammessa grazie a 444 clic ottenuti, poi estromessa per l'arrivo della capolista donna imposta da Di Maio, ed infine riammessa al posto di una candidata di Modena.
La terza candidata è Vally Cipriani, sindaco leghista di Montefiore Conca, che ovviamente corre nella lista della Lega.
La povertà fra i giovani fotografata dal Rapporto della Caritas di Rimini
Su un campione di 508 giovani dai 18 ai 35 anni, il 20 per cento, pari a 105 persone, è in una situazione di povertà, ovvero non riesce a pagare bollette o canoni di affitto. I più colpiti sono i giovani dai 29 anni in su, quelli cioè che stanno tentando di costruirsi una famiglia, ma anche i giovani che hanno i genitori separati (il 58,6% dei giovani con genitori separati si trova in una situazione di difficoltà). E' quanto emerge dal Rapporto annuale della Caritas nel territorio di Rimini che quest'anno ha puntato appunto la propria attenzione sull'universo giovanile. L'indagine ha poi scoperto che fra quanti hanno difficoltà per le bollette e l'affitto emerge una incapacità di gestione del denaro: dichiarano infatti di essere in difficoltà, ma non rinunciano alla cena fuori (22%), alla discoteca (21%), ai pub (18%)o al bar (12,4%). Su 508 giovani solo 92 sono occupati in modo stabile, mentre 35 hanno un lavoro di tipo precario. Di questi il 48% ha una laurea triennale e il 40,9% magistrale. Segno che avere una laurea non è più una garanzia per un’occupazione certa. Il 48,6% ha dichiarato di aver svolto il lavoro in nero o parzialmente in nero, specialmente nel settore delle occupazioni turistiche stagionali.
Un giovane su 5 ha i genitori separati o divorziati, tra questi 65 su 111 lavorano. Tra i giovani intervistati, con genitori separati o divorziati, è emerso che la priorità di trovare un lavoro è più alta rispetto al resto del campione (81,1% contro il 68,7%). Il 32,4% desidererebbe continuare a studiare, ma deve trovare un lavoro.
Un dato allarmante è che il 60% degli intervistati ha dichiarato di non conoscere enti o progetti a favore dei giovani, quando invece ve ne sono, sia a livello pubblico che di volontariato. Un deficit di comunicazione che deve essere colmato.
È stato chiesto ai giovani quali fossero le loro aspettative per il futuro. Il 15% ha lasciato la risposta in bianco o ha detto di non sapere rispondere. Il 70% ha messo al primo posto il lavoro, la preoccupazione è trovare un lavoro stabile, il 22,2% desidera cercarlo all’estero, gli altri il più possibile vicino casa. Solo il 29,7% ha espresso il desiderio di sposarsi ed il 33,3% di avere figli.
Questi i risultati dell'inchiesta specifica. Il Rapporto fornisce comunque anche un quadro su quanti si sono rivolti ai Centri di ascolto della Caritas. Nel 2018 le Caritas presenti nella diocesi di Rimini, hanno incontrato 1.155 giovani, il 44,8% dei quali non si era mai rivolto alla Caritas in precedenza. Sono migranti, italiani e immigrati di seconda generazione. In generale le Caritas hanno incontrato 4.846 persone. Se si sommano i familiari si arriva a oltre 10.000 persone in situazione di povertà sul nostro territorio. Rispetto al 2017 i dati sono costanti, se si considera invece il 2016 il calo è molto forte, si tratta di quasi 2 mila persone in meno. Il calo è dovuto dalla diminuzione degli stranieri: si è passati da un 2011 con quasi 5.300 immigrati e 1.200 italiani a un 2018 dove gli stranieri non raggiungono neppure le 3.000 unità, mentre gli italiani sono quasi 2.000 (pari al 38% delle persone incontrate). Alla diminuzione numerica però, non corrisponde una decrescita delle fragilità, le persone che si rivolgono alla Caritas hanno in media tre o quattro problemi, spesso legati al reddito, all’assenza di lavoro, a problematiche di salute e familiari.
Tra le persone incontrate in Caritas emerge l’aumento dei residenti: sono 3.209, di cui 1.334 italiani, 1.805 stranieri e 70 con doppia cittadinanza. In passato le Caritas incontravano prevalentemente coloro che erano appena arrivati sul territorio e chiedevano aiuto perché privi di legami sociali, oggi i riminesi sono il 66%. “Questo – osserva il Rapporto - è un segnale assai grave, indica cioè che sono venute a mancare le reti di sostegno familiari e amicali. Ci si rivolge alla Caritas perché non si ha nessun altro su cui fare affidamento”.
Se da un lato aumentano i residenti, restano stabili le situazioni di povertà estrema. Sono oltre 1.600 i senza dimora che nel 2018 si sono rivolti alle Caritas, tra questi 311 avevano come ultima residenza Rimini.
Amministrative, il Pd lancia la sfida a populisti e sovranisti
In vista delle amministrative del 26 maggio, il Pd di Rimini lancia la sfida all'onda lunga del populismo e del sovranismo che, parola del segretario Filippo Sacchetti, cerca di farsi spazio con arroganza e presunzione, dipingendo territori avviati al degrado e al fallimento. A questo attacco, che conta sullo zoccolo duro leghista del 30 per cento, il Pd pensa di contrapporre la tradizione di buon governo del territorio, candidati, liste e programmi concreti basati su una conoscenza reale dei bisogni del territorio. Sacchetti non risparmia frecciate al dottor Domenico Samorani, candidato del centrodestra a Santarcangelo, “che è di Rimini e fa leva sui problemi della sanità e delle donne, cercando di ribaltare in senso negativo un servizio che invece per noi è un'eccellenza”. E si scaglia pure contro Claudio Cecchetto, candidato sindaco a Misano con una sua lista civica: “Ho assistito al confronto con gi altri candidati e si è visto benissimo che non conosce nulla di Misano”.
Il 26 maggio dunque si vota non solo per l'Europarlamento, ma anche per rinnovare sindaci e consigli comunali di 16 Comuni della provincia, a partire dai più importanti e decisivi Santarcangelo di Romagna e Bellaria Igea Marina. Nella stragrande maggioranza in questo momento è il Pd a governare, ma nel partito è chiara la consapevolezza che la battaglia elettorale questa volta assomiglia ad una sorta di mission impossible. Sacchetti e gli altri dirigenti del partito questa mattina hanno illustrato l'esito del lavoro di Cantiere Città, l'iniziativa lanciata più di un anno fa che ha coinvolto un centinaio di cittadini, la maggior parte neppure iscritti, che hanno lavorato sui temi programmatici in vista delle elezioni. Ne sono uscite alcune schede su territorio e pianificazione, sanità, scuola e servizi sociali, sport, turismo e ambiente.
Il Pd non vuole lasciare al centrodestra la parola d'ordine sulla sicurezza, declinandola però sui temi della rigenerazione urbana, dell'inclusione sociale, della città accessibile a tutti, senza trascurare il problema reale dell'immigrazione che, ha osservato il presidente della Provincia Riziero Santi, si risolve solo con politiche di integrazione. Le azioni di rigenerazione urbana dovranno essere realizzate in stretta collaborazione con i privati perché le risorse a disposizione degli enti locali sono sempre più scarse. Sulla mobilità, molta insistenza sul prolungamento del Metromare (cioè Trc) non solo verso la Fiera, ma fino a Santarcangelo, per favorire una maggiore integrazione fra costa ed entroterra. Sulla sanità la parola d'ordine sono “persone che si curano di persone” e “Entro al pronto soccorso e so quando esco” (notoriamente oggi non è così). L'Asl Romagna è ormai una realtà consolidata ma bisogna spostare il tiro dall'organizzazione dei servizi alla centralità della persona.
Sono alcuni degli spunti programmatici emersi dalla conferenza stampa. Sul piano politico, Sacchetti ha sottolineato di essere riuscito a coinvolgere nelle coalizioni di centrosinistra che si presentano nei Comuni tutti i vari fuoriusciti dal Pd.
Vediamo dunque quali sono i candidati sindaci sostenuti dal Pd: Alice Parma a Santarcangelo, Gabriele Bucci a Bellaria Igea Marina, Fabrizio Piccioni a Misano Adriatico, Daniele Morelli a San Giovanni in Marignano, Ronny Raggini a Poggio Torriana, Cristian Maffei a Verucchio, Leonardo Bindi a San Leo, Lorenzo Grilli a Montegridolfo, Mirna Cecchini a San Clemente, Dilvo Polidori a Saludecio, Mino Cerbara a sant'Agata Feltria, Marcello Fattori a Maiolo. Restano da definire le situazioni di Mondaino, Montefiore, Talamello e Casteldelci, ma sabato prossimo, quando dovranno essere presentate le liste, il quadro sarà completo.
Rimini nord, assemblea con sindaco, assessori e consiglieri
Questa sera all'Hotel Oxygen di Viserbella ci sarà un'assemblea pubblica sul tema "La riqualificazione urbana parte da qui". Si farà il punto su viabilità, Psbo e lungomare nord.
Saranno presenti il sindaco Andrea Gnassi, gli assessori e i consiglieri comunali della zona.
Acqua pubblica, il governo scarica sui Comuni 150 milioni di debito
Provate ad immaginare che da un giorno all'altro i Comuni della provincia di Rimini si trovino sulle spalle un debito di 153 milioni. Con le difficoltà di tutti, a partire dal capoluogo Rimini, a far quadrare i bilanci, non è certo una rosea prospettiva. È il regalo che il governo gialloverde sta confezionando in Parlamento, sotto l'impulso dei pentastellati per i quali il dogma dell'acqua pubblica è appunto una delle cinque stelle.
Delle novità contenute nella legge (dovrebbe approdare alla Camera il prossimo 29 aprile) ha parlato oggi l'amministratore delegato di Amir, Alessandro Rapone, in una conferenza stampa convocata per fare il punto sugli investimenti dell'azienda.
L’obiettivo del provvedimento è quello di riportare il servizio idrico integrato - dalle falde passando per i rubinetti fino alla depurazione - sotto il controllo interamente pubblico. Di fatto già oggi l'acqua è pubblica: sono pubbliche le fonti di approvvigionamento e le reti, mentre la gestione privata è affidata a soggetti privati. Nel caso della provincia di Rimini ad Hera, che pur essendo formata da soci pubblici, è di fatto una Spa quotata in borsa. I grillini vogliono che anche la gestione sia pubblica, si dovranno pertanto formare delle aziende speciali per gestire la fornitura di acqua.
La manovra, che prevede la revoca delle concessioni in essere per far ritorno ad una gestione diretta del servizio da parte degli enti locali, - ha osservato Rapone - rischia però di rivelarsi tutt’altro che indolore. E a farne le spese potrebbero essere proprio i cittadini.
Le aziende impegnate nel settore stimano ripercussioni pesantissime per i conti pubblici nazionali, qualcosa come 15 miliardi di euro tra indennizzi e rimborsi dei debiti, più 5 miliardi per gli investimenti e altri 2 da destinare al bonus sociale. Soldi da inserire nella legge di bilancio, con inevitabili ricadute sulla fiscalità generale.
Secondo un recente studio elaborato da Laboratorio Ref Ricerche per conto di Confservizi Emilia-Romagna ripubblicizzare per la nostra regione avrebbe un costo una tantum di 2,4 miliardi di euro tra buonuscite per i gestori privati e maggior debito finanziario in capo ai bilanci dei Comuni. Più un costo annuo ricorrente di 800 milioni di euro per il'ammortamento degli investimenti (che vanno nei bilanci degli enti locali) e l’erogazione di 50 litri di acqua gratis a tutti. Per la sola provincia di Rimini il contraccolpo si aggirerebbe, come si è detto, attorno ai 150 milioni di euro.
“S’intende capovolgere – ha aggiunto Rapone - l’intero assetto della riforma avviata nel 1994, al tempo studiata proprio per rimediare alle problematicità di un modello simile a quel che oggi s’intende riaffermare. Come azienda pubblica sentiamo una forte responsabilità per quelle che saranno le implicazioni. Il rischio più immediato e concreto è che si apra una fase di instabilità, a danno del servizio”.
E veniamo agli investimenti. Dal 2015 ad oggi Amir ha partecipato al finanziamento della cosidetta dorsle nord per oltre 7 milioni di euro. Da oggi al 2022 sono previsti altri investimenti per 9,5 milioni. “Risorse – ha spiegato l'amministratore delegato - che la società, da oltre 50 anni impegnata nel settore, ricava dal prezioso patrimonio di infrastrutture affidatole per reinvestirle a favore dei cittadini e dell’ambiente. Con un vantaggio di non poco conto per l’utenza. Per questi investimenti infatti l’azienda riceve un corrispettivo secondo il vigente metodo tariffario, calcolato però al netto di componenti di ricavo a cui Amir rinuncia a beneficio dei consumatori”.
Che succederà se la nuova legge sarà approvata? Potrebbe accadere che Hera scinda dalla Spa tutto il settore relativo all'acqua, trasferendolo ad un'azienda pubblica. Il ruolo di Amir, invece, potrebbe crescere, visto che nella nuova legge gli ambiti territoriali sono provinciali.
Intanto da circa due settimane Atersir ha pubblicato il bando per l'assegnazione del servizio, dopo che il precedete era stato ritirato per un ricorso presentato da una multinazionale spagnola.
Karis promuove il primo Hackathon per gli studenti di Rimini
Un Hackahton non si spiega, si vive, assicura Francesco Amati, del gruppo Asa (imballaggi meccanici) che ad un evento di questo tipo ha partecipato all'estero. Hackaton è l'iniziativa che la Fondazione Karis di Rimini propone a tutti gli studenti della provincia in età compresa fra i 13 e i 19 anni. “La tua passione può cambiare la scuola”, recita il tema su cui si dovranno cimentare i ragazzi. Hackaton è infatti un neologismo, nato dalla crasi fra le due parole inglesi ‘hack’ e ‘marathon’ (letteralmente sarebbe maratona di pirati informatici), che indica di fatto una ‘maratona di cervelli’ che ha come scopo quello di condividere passioni e conoscenze per inventare un prodotto o un servizio che possa migliorare una situazione preesistente, in ambito tecnologico, sociale, artistico, culturale.
“Caratteristiche del metodo Hackaton – afferma Cristin Mannoni, di Nethesis, azienda informatica, - sono l'apertura mentale, la contaminazione e la voglia di mettersi in gioco”. Mannoni e e Amati fanno parte del comitato scientifico che comprende pure Diego De Simone (Botika, Matteo Merlini (Riviera Banca), Gianluca Metalli (Fattor Comune), Andrea Prosperi (Gruppo Teddy).
L'idea di promuovere un hackthon per gli studenti è nata dal coinvolgimento di alcuni di loro di fronte alla richiesta di Karis di come cambiare il profilo informatico della scuola. “Di fatto – racconta Mannoni – abbiamo fatto un hackaton fra di noi ed è nata l'idea”.
L'iniziativa è di fatto partita oggi con la conferenza stampa di presentazione e con la messa online del sito www.hacktoschol.it dove sono presentati tutti i dettagli e le modalità di partecipazione. Da oggi ogni studente può iscriversi e inviare alla segreteria un video di 60 secondi in cui propone una sua idea ovvero come la sua passione può cambiare la scuola.
L'evento è in programma nei giorni 24,25 e 26 maggio nei locali dell'ex colonia Comasca, sede delle scuole Karis. Il primo giorno ci sarà una carrellata delle idee emerse o anche di nuove last minute. Successivamente gli studenti si riuniranno in gruppi di lavoro per affinare la l'idea. Tutti i gruppi di lavoro che si formeranno spontaneamente durante la prima giornata di lavori avranno a disposizione tutor ed esperti di informatica, robotica, comunicazione, marketing e videomaking che aiuteranno i concorrenti a trasformare la passione in
un progetto innovativo e interessante. Nei giorni seguenti l'idea dovrà diventare un progetto. Nell'ultimo giorno cerimonia di premiazione.
“L’idea di Hack the School è nata dall’incontro con alcune realtà del nostro territorio, operanti nel settore informatico, commerciale e marketing” - racconta Paolo Valentini, Direttore Scolastico e Preside dei licei Karis - “Nel dialogo con questi soggetti imprenditoriali è emerso come a Rimini mancasse un’occasione reale in cui gli studenti potessero giocarsi in prima persona, mettendo al centro le loro passioni in un luogo (la scuola) dove passano la maggior parte del loro tempo. Si parla spesso di futuro, di sviluppo e di innovazione, ma di rado questi concetti sembrano avere una incidenza nell’esperienza concreta degli studenti. Hack the school si ripropone, quindi, di stimolare gli adolescenti di Rimini a una creatività che, partendo dalle loro passioni personali, possa diventare motivo di innovazione all’interno della quotidianità, dove la scuola gioca un ruolo primario. Il mondo sta cambiando, le nuove tecnologie accelerano le comunicazioni e gli apprendimenti, le passioni aumentano e si possono condividere e vivere più facilmente. La scuola può essere un luogo in cui gli interessi si chiariscono, trovano spazio, diventano possibilità di relazioni, passioni comuni, creatività, progetti”.
Aeroporto, il sindaco di Riccione apre alla nuova gestione
Svolta nei rapporti fra l'amministrazione comunale di Riccione e l'aeroporto. Finora dal sindaco Renata Tosi non erano mai arrivate aperture nei confronti della nuova gestione. Anzi. Qualcosa però è cambiato, visto che scrive che" siamo di fronte all'inizio di una fase nuova".
“Una fase- afferma il sindaco Tosi - in cui il Comune di Riccione guarda con estrema attenzione e che auspica con forza rappresenti una autentica rinascita, in termini di funzionalità e utilità per i cittadini che necessitano di spostarsi e viaggiare verso altre parti del mondo. E’ adesso il momento di porre solide basi per far decollare l’aeroporto. Nuovi voli, maggiori investimenti e un legame a doppio filo con il territorio di riferimento debbono procedere a pari passo.
L’auspicio è che AIRiminum 2014, gli Enti Locali e tutti i soggetti che vi gravitano attorno, si interfaccino con sempre maggiore operatività e con la reale volontà di far si che l’aeroporto torni ad essere volano per l’economia oltre i confini provinciali. Un traguardo fondamentale sarà la riconquista di un ruolo strategico per il sistema turistico romagnolo, da scalo stagionale a punto di riferimento su scala internazionale. Non c’è più tempo.
Riccione e la Riviera hanno necessità di tornare ad essere il principale ingresso per i turisti russi e per il mercato d’oltralpe. Il via libera alla concessione trentennale di Enac con decreto interministeriale,ha messo definitivamente la parola fine ad un periodo di incertezze seguito dal fallimento della precedente società di gestione Aeradria.
Con investimenti mirati, la fermezza di interagire capillarmente, anche sotto il profilo della promozione turistica, e la sinergia tra territorio e società di gestione, la partita della conversione dell’aeroporto, da scalo per charter stagionali ad aeroporto di linea, sia la priorità di tutti per il bene e lo sviluppo della nostra economia”.
L'aeroporto si muove e spende per avere i voli. La Regione promette aiuti
L'aeroporto di Rimini quest'anno dovrebbe superare i 400 mila passeggeri, grazie a 17 destinazioni e 29 voli settimanali. Qualcosa si sta muovendo. Diventeremo il 28° aeroporto nazionale su 40 in attività. Per comunicarlo al mondo Airiminum ha convocato una mega conferenza stampa con la presenza del governatore regionale Stefano Bonaccini,( accompagnato dall'assessore al turismo Andrea Corsini), del sindaco Andrea Gnassi, del vice presidente della Camera di Commercio, Moretti. Tutti a dire, e ci mancherebbe altro, che per internazionalizzare il turismo di Rimini occorre un aeroporto che funzioni alla grande.
Ancora non ci siamo, per ammissione dello stesso amministratore delegato Leonardo Corbucci, il quale ha sottolineato che il modello di business 2019 vede ancora per l'84 per cento solo turismo incoming (e lui vorrebbe più outgoing), per l'85 per cento solo voli verso i paesi dell'est europeo, per l'88 per cento solo traffico invernale, per il 77 per cento solo voli di linea. È insomma ancora un aeroporto stagionale, certo non in linea con le ambizioni di un territorio che vuole ospitare turisti per dodici mesi all'anno e che in parte lo sta già facendo con fiere e congressi.
Ma ci sono lavori in corso. Per la prima volta in quattro anni l'amministratore Corbucci, nel fornire i dati di bilancio, non ha indicato solo gli utili che si è intascato ma anche quanto ha speso per incentivare compagnie aeree e tour operator: 1,4 milioni nel 2018, 2 milioni nel 2019. Anche gli utili cresceranno, a riprova che, se all'aeroporto arrivano aerei e sbarcano passeggeri, anche il gestore ci guadagna. Gli utili incassati negli anni scorsi – annuncia Corbucci – serviranno per realizzare i primi investimenti strutturali, in attesa che ci sia il via libera al Masterplan consegnato ad Enac nel dicembre scorso.
Corbucci ha evidenziato la crescita della presenza delle compagnie all'aeroporto. Tra quelle già presenti nel 2018, Ryanair passa da 3 a 5 destinazioni: con loro si sta ragionando anche per estendere alcuni voli in inverno; Ural che passa da 1 a 4 destinazioni, riportando a casa i voli per gli aeroporti regionali russi che nel 2018 si erano spostati a Bologna; questo risultato va condiviso con l’APT che ha sviluppato politiche di marketing a favore di alcuni tour operator che alimentano quei voli.
Tra le linee nuove che arrivano nel 2019 è interessante la presenza di Lufthansa che, sebbene inizi con il solo collegamento su Monaco, rappresenta per il futuro una grande opportunità per il territorio. Pobeda, la low cost di Aeroflot che opera, stile Ryanair, con gli individuali, andrà con i 4 voli settimanali ad allargare il mercato russo che finora operava in Romagna prevalentemente con i gruppi gestiti dai tour operator. In questa prima programmazione estiva, oltre all’aeroporto, vi è il contributo APT e Visit Romagna. Con Pobeda si sta ragionando per avere un collegamento giornaliero tutto l’anno per Mosca.
Le idee per essere realizzate hanno bisogno di risorse. Il presidente Bonaccini, dopo aver ricordato l'investimento regionale di 12 milioni sull'aeroporto di Parma ha assicurato che la Regione ci sarà anche per sostenere Rimini. Non è una novità, lo hanno ripetuto più volte nei mesi scorsi lo stesso Bonaccini, l'assessore Corsini e l'assessore Donini. Quanti soldi è disposta la Regione a investire sul Fellini e per fare cosa? Corbucci ha sostenuto che Il Masterplan presentato da Airiminum è in fase istruttoria da Enac e che quando sarà definitivamente approvato sarà presentato da Enac stesso a Rimini. “In quel piano erano previsti interventi per 22 milioni, intanto cominceremo a fare qualcosa con le nostre risorse”. Dai rappresentanti regionali uguale risposta attendista: non appena ci sarà il piano definitivo, valuteremo cosa sostenere. Sarà comunque un intervento dell'ordine dei milioni, 12, forse di più, forse di meno, si vedrà.
L'altro versante è quello degli incentivi alle compagnie. Di suo, come abbiamo visto, Airiminum ci mette 2 milioni del proprio bilancio. La Regione a giugno farà partire un bando per azioni di co-marketing con le compagnie che vogliono implementare voli su Rimini. A disposizione ci sono 700 mila euro. È auspicabile che non faccia la fine del precedente, quando nessuna compagnia si è presentata per cogliere l'opportunità (condizioni troppo dure, ha riconosciuto Corsini).
Una proposta nuova, in direzione di un rapporto più stretto fra aeroporto e territorio, è arrivata dall'amministratore delegato Leonardo Corbucci. Innanzitutto la creazione di un comitato strategico, con i rappresentanti dei comuni, di Apt e di San Marino che indichi verso quale destinazioni orientare l'aeroporto. Inoltre, un fondo partecipato da aeroporto, DMC (organismi promozionali del territorio) e operatori privati che abbia lo scopo di intercettare e gestire risorse da destinare alla promozione. Secondo l'ipotesi proposta da Corbucci parte delle risorse potrebbe arrivare dall'imposta di soggiorno e da provvigioni sul business generato dallo scalo. La proposta è però caduta nel vuoto, nessuno degli interlocutori pubblici, a partire dal sindaco Andrea Gnassi, vi ha fatto riferimento nei propri interventi. Si vedrà.