Alberghi, adeguamenti antincendio e problemi per l'apertura stagionale
Rimini. Alberghi, gli adeguamenti antincendio e i problemi per l'apertura stagionale
Adeguamento alle norme antincendio. “Tra Rimini e Riccione ottimisticamente parlando non c'è più del 30 per cento di alberghi che potranno aprire per Pasqua”, spiega un tecnico riminese esperto di norme antincendio. “Una proroga al 31 ottobre 2013 potrebbe essere utile, se non addirittura ovvia”. Una proroga giusto per salvare la stagione. La situazione negli studi tecnici in questi giorni è simile a una corsa contro il tempo che si è destinati a perdere.
Agli uffici del comando provinciale dei vigili del fuoco risultano oltre 300 domande di adesione al piano di adeguamento dal 31 ottobre 2012 ad oggi. Il numero va ad aggiungersi a quello di chi aveva già regolarizzato la propria situazione precedentemente. Del resto la tiritera dell’adeguamento antincendio, tra proroghe last minute e connivenza tra albergatori e politici, va avanti da almeno dieci anni. Comunque, se si contano gli alberghi in riviera, tra i 1.500 e i 2mila, si capisce che le previsioni dei tecnici sono abbastanza vicine alla realtà.
Il rischio di questa situazione, sottovalutata sotto diversi fronti, fanno notare i tecnici, è che non solo gli alberghi restino chiusi per la Pasqua, ma anche in vista della prossima stagione balneare. Porta data 15 marzo, infatti, la lettera che il comune di Riccione ha inviato a tutti gli albergatori (una simile è arrivata anche agli imprenditori cattolichini e con grande probabilità arriverà in aprile anche a quelli di Rimini). La missiva si rifà al decreto ministeriale del 16 marzo 2012 che, spiega molto gentilmente in poche righe, “concede alle strutture ricettive turistico-alberghiere con oltre venticinque posti letto esistenti alla data di entrata in vigore del decreto ministeriale 9 aprile 1994 che non abbiano completato l’adeguamento alle vigenti disposizioni di prevenzione incendi, la possibilità di accedere al piano biennale di adeguamento”. Fin qui nulla di strano, anzi.
Appena poche righe più sotto la lettera chiede che gli albergatori consegnino all’“amministrazione comunale la ricevuta del deposito della documentazione tecnica presentata presso il comando provinciale dei vigili del fuoco per l’adeguamento della struttura”. “La mancata presentazione di detta attestazione non consente l’esercizio dell’attività”. Quindi alberghi a rischio chiusura non solo per la Pasqua ma anche per l’estate. Ed è solo qui che molti imprenditori hanno capito che è ora di darsi una mossa. Il fatto è però che “adesso succede come nelle volate di gruppo, nel ciclismo. Anche gli albergatori, prima erano tutti tranquilli, adesso sono tutti in linea allo steso livello e vogliono arrivare per primi perché vogliono aprire. E qualcuno è disperato”, racconta un tecnico.
I tempi stringono, anche se non ci sono scadenze fisse. L’unica è l’incombere della stagione. I Comuni vogliono dagli albergatori la copia della richiesta depositata ai vigili del fuoco. Dal momento della consegna della carta l’albergo può aprire. “Un bravo tecnico, e qui in zona non sono molti, per presentare il fascicolo a posto ai vigili del fuoco impiega tra i 15 e i 20 giorni, ma solo se l’albergatore collabora e se gli impianti sono a posto. Ad allungare i tempi anche il fatto che servono competenze molto diverse e si deve spesso ricorrere a più di una consulenza”. Facendo un po’ di conti un tecnico bravo da qui alla fine di maggio riuscirebbe a portare sul banco dell’ufficio di via Varisco a Rimini non oltre 3 casi, al massimo 4, da istruire. Quattro moltiplicato per una settantina di tecnici, quelli che seguono la vicenda, fa 280 ulteriori alberghi pronti. E tutti gli altri? “Sto lavorando da marzo scorso quando è uscito il decreto e sono riuscito a portare avanti solo una trentina di pratiche”, spiega un tecnico. Trenta pratiche complete in un anno (considerando però nel mezzo la stagione estiva).
La situazione è molto complessa, per i costi che l’adeguamento richiede all’imprenditore e per i lavori veri e propri richiesti dalla normativa. “Per esempio – ci spiega il tecnico - un albergo di 50 camere può arrivare a spendere 40 mila euro solo per mettere a norma l’impianto elettrico. La sola rilevazione antincendio può costare sui 25 mila euro, quella wireless (usata in alberghi storici dove rompere un soffitto impreziosito da stucchi, non è consigliabile) costa almeno un 25 per cento in più. Poi ci sono le porte tagliafuoco 750 euro. Cucine, rimesse e centrali termiche da rifare, le scale esterne. In generale, si può arrivare a spendere dai 40mila ai 150mila euro, ma la stima è molto difficile”. Somme che prese pian pianino, e non tutte d’un fiato come sta invece accadendo, dal 2003 (anno della normativa in vigore) ad oggi, avrebbero pesato di meno sui bilanci in crisi degli alberghi.
I lavori di adeguamento, inoltre, non riguardano appena le scale e le vie di fuga. Questo sfugge a molti degli imprenditori che si apprestano a riqualificare il proprio albergo. “Tutti gli alberghi hanno la cucina e le centrali termiche che dovevano essere messe a norma dieci anni fa. Ci vuole tempo, bisogna smontare tutti gli elettrodomestici, rifare le pareti con materiali ignifughi e sostituire le porte tagliafuoco”. Quindi, così come nel caso delle scale esterne per chi ha la sala da pranzo in un piano diverso da quello terreno, gli adeguamenti richiedono un grande sforzo di progettazione per tutte le realtà rivierasche.
C’è anche, e come sarebbe potuto mancare, l’aspetto burocratico ad appesantire il tutto, la semplificazione non funziona. “Bisogna fornire venti documenti all'ufficio prevenzione incendi dei vigili del fuoco per dare in via alla pratica. I documenti per accedere al piano sono i più disparati e riguardano certamente l’impianto elettrico a norma, la rivelazione incendi, le vie di fuga congrue con il numero di ospiti dichiarati in licenza, gli estintori a norma, tutta la segnaletica dei presidii antincendio in regola, le istruzioni al personale, le planimetrie dietro le porte, e chi più ne ha ne metta. Se non hai tutte queste carte in regola non puoi riscaldare in inverno e dare acqua calda d'estate, se hai la cucina non puoi cucinare, se hai autorimesse da oltre nove automobili non puoi usarle”. Qualcuno sarà costretto a sperare solo in un'altra proroga.
22 03 2013 | Rimini | Incidenti sul lavoro, a Misano una giornata di sensibilizzazione
Rimini | Incidenti sul lavoro, a Misano una giornata di sensibilizzazione
A Rimini il 25 per cento degli infortunati sul lavoro è in genere alla guida di un veicolo al momento dell’incidente. E’ per questo che oggi a Misano si è celebrata una giornata all’insegna del progetto di sicurezza Io lavoro e guido sicuro, presentato questa mattina nella cornice del circuito Marco Simoncelli.
“La quota di infortuni sul lavoro, collegati alla strada è di rilievo”, spiega Giuseppe Di Geronimo, vice direttore Inail Rimini. “Su 6.491 infortuni denunciati a Rimini nel 2011, ben 578 erano collegati al mezzo di trasporto in occasione di lavoro; 966 quelli cosiddetti ‘in itinere’, cioè mentre l’infortunato viaggiava verso il lavoro o proveniva dallo stesso”.
Si parla di un quarto degli infortuni denunciati. Stessa proporzione a livello regionale, dove su 90.187 infortuni, 6.400 sono stati in occasione di lavoro e 9.500 ‘in itinere’. A livello nazionale la proporzione si abbassa un pochino, su 643mila infortuni denunciati, quelli collegati alla strada sono stati 130mila.
A Rimini però preoccupa soprattutto l’indice di mortalità di questi incidenti. “Se dall’infortunistica generale passiamo ai decessi, il fenomeno diventa molto più evidente. Nel 2011 ci sono stati cinque decessi in Provincia, tre erano collegati ad incidenti stradali. Su scala regionale 54 su 84, a livello nazionale 432 su 853”, spiega Di Geronimo.
E’ sulla base di questi numeri che oggi a Misano quindi si è svolta un’intera giornata dedicata alla campagna di sensibilizzazione e prevenzione in tema di sicurezza stradale nei confronti dei lavoratori e della popolazione promossa da Provincia, Comune, Inail e l’Asl di Rimini. Testimonial il pilota Siegfried Stohr.
“I dati nazionali – spiega – indicano che oltre il 50 per cento delle morti sul lavoro sono dovuti a incidenti stradali, quindi è fondamentale puntare l’attenzione sul lavoro per sensibilizzare le aziende sul tema, per le quali è un compito sociale pensare alla sicurezza. Su strada, alla guida, gli errori più comuni sono di carattere mentale: la fretta, che porta alla velocità, a non rispettare i limiti e a fare manovre azzardate; e poi la distrazione, come l’uso dei telefonini. Seguono alcune incapacità tecniche e la poca coscienza dei pericoli. Con i corsi di guida sicura si forniscono elementi per far capire i pericoli della strada e migliorare le competenze per una guida in grado di prevenire i pericoli e di affrontare situazioni di emergenza. Detto questo è importante che a livello lavorativo la tutela della sicurezza sul lavoro faccia parte del dna delle aziende”.
la saggezza nel sangue
Nella foto la locandina della rassegna
Ultimo appuntamento per la rassegna cinematografica Sottomessi alla verità, a cura del centro culturale Il portico del vasaio con il contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Rimini.
Questa sera alle 21 al cinema Tiberio (San Giuliano, Rimini) sarà proiettato il film La saggezza nel sangue (1978, regia di John Huston, con Brad Dourif, Ned Beatty, Harry Dean Stanton), tratto dal libro Wise blood di Flannery O'Connor. Costo del biglietto 5 euro.
Gambini: flessibilità e idee (non piani pubblici) per investire nel turismo
Gambini: flessibilità e idee (non piani pubblici) per nuovi investimenti nel turismo
Fa notizia l’allarme del prefetto di Rimini sulle infiltrazioni mafiose in riviera, essa fa seguito alla constatazione che molte strutture alberghiere risultano in vendita, se non addirittura in svendita. Il pericolo più grande? Lo sfilacciamento del tessuto imprenditoriale locale e la possibilità di un facile shopping per i poteri criminali. Non sono sul mercato strutture ricettive "marginali", ma esercizi alberghieri qualificati, appartenenti all'ossatura della nostra ricettività. Se crolla quella non ce la caveremo né con le poche eccellenze, né con le tante pensioni Rosina.
Non voglio certo sottovalutare il pericolo rappresentato dall’aggressione della finanza criminale, contra la quale va sviluppata una lotta senza quartiere, forse vale la pena però di prendere contromisure adeguate a contrastare anche su di un altro piano. La verità infatti è che essa può inserirsi soltanto in presenza di un “sottostante”, rappresentato dalla crisi del mercato immobiliare delle strutture ricettive.
E' il clamoroso segnale di un declino che non è iniziato oggi, ma trova origine in anni di inerzia e di ricette sempre uguali a se stesse. Abbiamo ascoltato molti annunci di nuove cartoline, spesso però mai realizzate. Soprattutto ha prevalso il totale disinteresse per il backstage sul quale si regge la riviera, cioè il tessuto di migliaia di imprese che si scontrano con un mare di problemi irrisolti. Dall’urbanistica, al credito, al fisco. Alcuni di essi hanno un profilo nazionale e perciò dal nuovo parlamento è urgente un segnale di svolta.
Serve un regime fiscale che favorisca le riqualificazioni e la rottamazione di strutture e di beni strumentali ormai obsoleti che non corrispondono più al prestigio ed allo stile della tradizione di accoglienza italiana. Favorire dal punto di vista fiscale un nuovo ciclo di investimenti privati nel ricettivo che punti a mobilitare il grande risparmio della nostra piccola impresa è possibile e sarà un compito prioritario e non “provinciale” per le nuove rappresentanze parlamentari riminesi. Investire nel turismo infatti può essere una straordinaria occasione per tutto il paese, un moltiplicatore vero della crescita.
Ci vorranno però norme adeguate, semplificazioni, flessibilità per incoraggiare questi processi anche in sede locale. Temo invece un assetto rigido che pretende di affidare ad una pianificazione pubblica ingessata la determinazione di un percorso che può vivere solo di sfide di mercato. Il lodevole intento del Master Plan di bloccare la cementificazione, ad esempio, non spende nessuna parola utile su questo terreno, nonostante la sua filosofia del recupero e della riqualificazione dell’esistente dovrebbe spingere proprio in questa direzione. Può aiutare per individuare risposte innovative anche la capacità di importare best practices e moduli produttivi da altre località che prima di noi hanno dovuto affrontare problemi simili.
In Spagna ad esempio per fare fronte alla caduta dei valori immobiliari del ricettivo, che affligge anche la nostra riviera, si stanno battendo strade nuove. Se ne comincia a parlare anche in Italia, convegni soprattutto, ma anche qualche intervento a Milano, Venezia, Roma. La formula è quella del Condo-hotel, tipologia gestionale degli immobili ricettivi assai diffusa negli Stati Uniti e nei paesi anglosassoni. Non ha origini speculative, ma si pone l’obiettivo di valutare il fattore immobiliare dell’impresa alberghiera in una chiave nuova, ed è a tutti gli effetti un albergo.
E’ composto da camere, suite e unità abitative, che vengono gestite unitariamente, ma che hanno proprietari differenti. Niente a che fare con la multiproprietà. Non un unico immobile diviso in diverse quote societarie, ma singole frazioni di immobili di proprietari diversi, appartenenti ad un unico complesso e gestiti unitariamente. Serve a smobilizzare i cospicui investimenti realizzati nelle strutture ricettive. E' una formula che attira investimenti diffusi, le singole unità abitative frazionate, dopo essere state vendute, vengono riaffittate alla società che garantisce una gestione alberghiera qualificata e la loro manutenzione. Per l’acquirente il vantaggio consiste nell’uso del bene secondo le proprie necessità, nell’effettuazione di un investimento immobiliare senza problemi di gestione e facilmente commerciabile e nell’ottenimento di una resa dell’investimento, seppur minima.
Il mercato del piccolo investimento immobiliare del nord Europa si è dimostrato molto attento alle proposte di questa formula. E' un mercato ricco, ma non inesauribile, che sarebbe molto interessante non farci sfuggire e fidelizzare alla nostra riviera. Le norme esistenti in Italia e nella nostra regione, sia in campo turistico che urbanistico, non contemplano questa tipologia, ma il mercato della vacanza se ne infischia delle arretratezze italiane e se da noi non ci sono opportunità cercherà altrove.
E' una sfida di modernizzazione che la riviera di Rimini, per attirare questi investimenti, dovrebbe invece cogliere facendosi promotrice dei cambiamenti necessari ed anticipando, con interventi mirati, le altre località turistiche italiane. Sarebbe uno strumento di mercato e forse la maniera migliore, per sbarrare la strada all’ingresso della finanza criminale nel nostro turismo.
Sergio Gambini
22 03 2013 | Roma | Concessioni balneari e Bolkestein, Comi: Nasce il sindacato internazionale. Negozierà con l’Europa
Roma | Concessioni balneari e Bolkestein, Comi: Nasce il sindacato internazionale. Negozierà con l’Europa
Balneari, nasce il sindacato europeo per negoziare la Bolkestein.“Lo scorso 5 marzo è stato siglato un accordo tra diverse sigle sindacali che porterà alla nascita della Federazione degli imprenditori balneari europei. Si tratta di un’ottima iniziativa: dare una connotazione europea alle rivendicazioni del settore, facendo squadra con le associazioni di altri Paesi, garantirà più forza negoziale in merito alle diverse problematiche, a partire dalla discussa direttiva Bolkestein che impone le aste delle concessioni demaniali. Insieme, dunque, si potrà lavorare più proficuamente a questa criticità che il prossimo governo italiano dovrà risolvere definitivamente continuando il dialogo nel Tavolo di confronto con l’Europa”, afferma l’europarlamentare del Pdl Lara Comi.
Il nuovo organismo sindacale europeo comprenderà Assobalneari Italia Federturismo Confindustria, la francese Fédération nationale des plages restaurants, la portoghese Federação portuguesa de concesionários de praia e la spagnola Federación de empresarios de playas. “Servirà a rivendicare a Bruxelles i diritti di chi lavora e investe sulla spiaggia”, ha annunciato Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia. “Per noi parlamentari europei – sottolinea Lara Comi, promotrice della fondazione di un Gruppo di lavoro trasversale all’interno del Parlamento denominato ‘Working group On the beach’ – è uno strumento di supporto più forte nel momento in cui dobbiamo perorare la causa dei balneari”.
Buone notizie dall'Europa nelle ultime settimane. “Durante la plenaria di marzo, a Strasburgo, insieme ad alcuni colleghi della Delegazione italiana, ho avuto un colloquio con il commissario al Mercato interno, Michel Barnier, che ha accolto favorevolmente l'invito dei colleghi a incontrare le associazioni di categoria in occasione di una sua prossima visita in Italia: un risultato che non si era finora mai verificato. Nel frattempo, Barnier continuerà il dialogo con il Governo italiano. A livello europeo si è aperto un canale diretto e vogliamo mantenere un dialogo costruttivo con la Commissione europea per dare un quadro di certezze agli operatori. Valorizzare e stabilizzare le concessioni balneari è fondamentale per garantire il rilancio degli investimenti e favorire l’occupazione in Italia. Condivido in pieno le preoccupazioni e le battaglie dei balneari che chiedono una soluzione che non penalizzi 30 mila aziende del nostro Paese, 300 mila lavoratori, 60 mila donne, di cui 30 mila giovani”, conclude Comi.
22 03 2013 | San Leo | Bassorilievo per don Giussani
San Leo | Bassorilievo per don Giussani
Un bassorilievo in bronzo dedicato a don Luigi Giussani troverà dimora nel portico della chiesa di San’Igne a San Leo. L’iniziativa promossa da monsignor Luigi Negri, fino a poche settimane fa vescovo di San Marino-Montefeltro, e dalla Fondazione Giovanni Paolo II, “è il tributo – spiega il vescovo – reso alla genialità educativa di un uomo che ha saputo utilizzare ogni aspetto della realtà per educare i giovani alla fede”. A San Leo, infatti, con partenza da Sant’Igne e arrivo in cattedrale, dai primi anni Settanta in poi, don Giussani ha guidato per molti anni la via Crucis durante la settimana santa, seguito da migliaia di studenti universitari a cui teneva gli esercizi spirituali.
L’opera dell’artista riminese Paola Ceccarelli, che sarà inaugurata alle 16,30 del 1 aprile, è dunque un segno del passaggio del servo di Dio don Luigi Giussani in Montefeltro. Si tratta di un bassorilievo in bronzo (dimensioni 80x105 cm). “La composizione – spiega l’artista – è dominata dalla croce che fuoriesce in alto dal pannello, ben rilevata rispetto alla scena modellata, dentro la quale va ad innestarsi come un cuneo. Don Giussani davanti guida la via Crucis: la sua figura in primo piano è in asse con la croce, quasi un proseguimento di essa”.
L’iniziativa arriva in coincidenza dell’ottavo centenario del primo passaggio di san Francesco in quei luoghi. “Come san Francesco – spiega monsignor Negri – dai primi anni Settanta in poi, in questi luoghi ha guidato per molti anni la via Crucis durante la settimana santa, seguito da migliaia di studenti universitari a cui teneva gli esercizi spirituali ha saputo richiamare i giovani del suo tempo alla fede e a scoprire in essa “perfetta letizia”, così don Giussani ha saputo evocare la fede a numerose generazioni di giovani, a partire dalla mia e poi molte altre a seguire. Don Giussani è stato generatore di un popolo, un educatore a tutto tondo capace di utilizzare circostanze privilegiate. Da lui è nata una storia umana che ha trovato in questi luoghi un suo ambito”.
via crucis
Nella foto la locandina
Per la prima volta le parrocchie del centro storico di Rimini vivranno domani venerdì 22 marzo 2013 a partire dalle ore 21.00 la tradizionale Via Crucis tutte assieme. Si tratta delle parrocchie di S.Agostino, Sant’Andrea dell’Ausa (Crocifisso), San Gaudenzo, San Giovanni Battista, San Girolamo, San Giuliano Martire, Santa Maria Maddalena (Celle), San Raffaele Arcangelo. Tutte le otto parrocchie (insieme totalizzano quasi 47mila abitanti) assieme, guidate dai rispettivi parroci (don Dino Paesani, don Paolo Donati, don Aldo Amati, don Salvatore Pratelli, don Renato Bartoli, don Mario Vannini, don Giorgio Pesaresi, don Giovanni Bilancioni) concluderanno il pio esercizio della Via Crucis in Piazza Tre Martiri assieme al Vescovo Francesco.
21 03 2013 | Rimini | Contributo del Comune per i teleriscaldati, il comitato: Una toppa. Attendiamo sentenza tar
Rimini | Contributo del Comune per i teleriscaldati, il comitato: Una toppa. Attendiamo sentenza tar
Se i teleriscaldati riminesi chiedono al gestore l’autogestione dell’impianto, la giunta comunale risponde con un fondo da 100 mila euro per le famiglie meno abbienti e più numerose (isee inferiore a 7.500 euro oppure te figli e isee inferiore a 20mila euro) per sopperire al fatto che teleriscaldati, ma anche abitazioni che usano il gpl, sono fuori dal bonus gas distribuito dall’autorità per l’energia elettrica e il gas. Il contributo sarà di 173 euro per famiglie fino a 4 componenti e di 248 per nucleo più ‘popolosi’.
“Ci fa piacere che i meno fortunati abbiano a disposizione un bonus – spiega Davide Cardone del comitato teleriscaldamento – ma è solo una toppa. Per onore della verità, nei fatti l’authority non prevede per il teleriscaldamento i bonus gas perché il sistema dovrebbe essere talmente economico da non necessitare di aiuti finanziari”.
Il comitato, intanto, è in attesa della sentenza da parte del tar di Bologna in relazione al ricorso presentato dai teleriscaldati su irregolarità nel bando del comune per l’affidamento del servizio. I tempi, a partire dal 14 febbraio scorso vanno da un minimo di uno a un massimo di tre mesi. Ogni giorno è buono, da qui a giugno. “Noi – precisa quindi Cardone - attendiamo la sentenza perché è a partire da lì che si avrà la vera svolta in questa faccenda. Tutto quello che ci hanno detto fino ad ora sono solo palliativi”.
21 03 2013 | Rimini | Biogas, oggi la conferenza di servizi per Santa Giustina e Raibano
Rimini | Biogas, oggi la conferenza di servizi per Santa Giustina e Coriano
Una via l’altra, questa mattina in Provincia a Rimini due conferenze di servizi per valutare la possibilità di ampliare le diete dei biodigestori di Santa Giustina e Coriano, richieste avanzate da parte delle società di gestione. In tutti e due i casi la conferenza ha richiesto ulteriori delucidazioni e documentazioni ai gestori rispetto alle nuove materie proposte dai gestori che, per ora, sono autorizzati a usare solo sorgo e mais.
Prima si è parlato di Giustina, dove i gestori (AV Green) hanno dovuto vedersela con Comune di Rimini, Arpa, Ausl e Provincia di Rimini. L’autorizzazione richiesta riguarda la possibilità di aggiungere alla lista buccette di pomodoro, farinacei o frutta e simili, comunque tutti prodotti di origine vegetale. Alla società è stata inoltre chiesta “l’elaborazione di un accurato piano del traffico, riguardante sia i mezzi in entrata che quelli in uscita dall’impianto, con riferimento ai singoli prodotti e alla loro stagionalità”. Questo pensando alle difficoltà degli abitanti della zona che hanno chiesto al Comune la realizzazione di una circonvallazione per alleggerire il traffico e le concentrazioni di polveri sottili.
Saltando a Coriano, la società Biomax ha formalizzato alla conferenza, composta da Comune di Coriano, Arpa, Ausl e Provincia di Rimini, la sua rinuncia a utilizzare nell’impianto prodotti di origine animale, ma ha ribadito la proposta di aggiungere alla dieta altri prodotti vegetali. Dal punto di vista della viabilità, in questo caso, “si è comunque fatto notare come nell’area di Raibano siano già previsti, e in parte avviati, interventi per il miglioramento del traffico (opere connesse all’A14, Apea, interventi connessi alla gestione dei rifiuti)”.
21 03 2013 | Rimini | Turismo e infiltrazioni mafiose, Galli: Non basta controllare
Rimini | Turismo e infiltrazioni mafiose, Galli: Non basta controllare
Il problema, denunciato qualche giorno fa dal prefetto di Rimini Claudio Palomba, delle infiltrazioni mafiose in riviera, insinuatesi con l’acquisto degli alberghi non è cosa da prendere sottogamba, anzi “va colto in tutta la sua urgenza perché permette davvero di passare dalla superficie delle ‘iniziative turistiche’ alla profondità delle ‘politiche turistiche’”, dice l’assessore provinciale al turismo Fabio Galli. “La particolare conformazione del tessuto ricettivo locale, in un tempo di grave crisi economica e finanziaria, può accrescere i rischi di penetrazione della criminalità organizzata o di gestioni ‘al di là della legalità’? E se sì, quali possono essere i deterrenti e gli strumenti per respingere tale potenziale e pericolosa deriva?”, si domanda il politico.
La strategia è “complessa” ed “è chiaro che il monitoraggio e i controlli in tempo reale circa i passaggi e le transazioni alberghiere sono solo un pezzo”. Il controllo non basta, anche se Galli invita i cinque Comuni costieri a farsi carico delle spese per il sistema RiVisual (permette in tempo reale la navigazione nel registro imprese, fornendo un’immediata percezione delle relazioni in essere tra imprese e persone) sostenute per il primo anno, dall’aprile 2012, dalla Camera di commercio. Ovviamente dopo averne verificato l’utilità, precisa Galli.
Secondo l’assessore per contrastare le infiltrazioni mafiose nelle pieghe del tessuto turistico riminese è “necessario sanare” alcune “anomalie storiche del nostro sistema. Che non riguardano esclusivamente l’evasione fiscale e il lavoro in nero ma anche l’enorme percentuale di strutture ricettive in affitto rispetto al totale (sono 1.138 su un totale di 2.377, percentualmente pari al 48%). Di per sé non un male ma certamente un rischio sia per quanto riguarda gestioni avventuristiche e al limite della legge sia per il disinteresse potenziale a mettere mano a riqualificazioni delle strutture, con un probabile degrado delle stesse che attirerebbe ancora di più gli investimenti ‘incerti’”.
Le proposte della Provincia sono dunque di “promuovere politiche anti-rendita speculativa e una normativa agevolante per l’acquisto in proprietà con accesso preferenziale per le aziende gestite continuativamente da più di 10 anni da parte dello stesso imprenditore o società”. Ma anche “favorire al massimo le gestioni tipiche riminesi con azioni promozionali di gruppi organizzati di albergatori e l’autoimprenditorializzazione in campo alberghiero dei lavori dipendenti impegnati nel settore”. Galli si auspica infine “politiche urbanistico-edilizie calibrate fra mantenimento del vincolo di destinazione turistica e azioni anti-degrado del patrimonio immobiliare ricettivo”.