10 04 2013 | Rimini | Una variante piccola piccola. Con grandi titoli di giornale
Rimini | Una variante piccola piccola. Con grandi titoli di giornale
A Rimini c’è aria di maretta in vista del consiglio comunale di domani, quello che voterà la variante del sindaco al prg. Ancora urbanistica sul piatto. Questa volta si parla di un punto la cui votazione il Pdl ha chiesto fosse rinviata perlomeno di una settimana, per approfondimenti ritenuti necessari. Rinvio negato. E’ per questo che da più parti, e non solo dalla minoranza (perché anche in maggioranza non è che siano tutti poi così d’accordo col sindaco sulla faccenda), c’è qualcuno che sta pensando di far mancare il numero legale. Un po’ alla stregua del tentativo fallito per la bocciatura dei piani di Celle e Santa Giustina.
Intanto, dopo aver ascoltato i numeri del sindaco (taglio del 40 per cento sulle potenzialità edificatorie del vecchio prg per un numero variabile tra i mille e i 1.500 appartamenti in meno), dal Pdl si sono mossi e hanno fatto un po’ di conti per capire gli effetti che la variante avrà sui piani.
A questo proposito bisogna ricordare il limite d’azione della delibera, che riguarda i soli piani non convenzionati, una trentina, ed esclude tra questi quelli per cui è stato nominato il commissario ad acta (Secchiano ed ex Corial). Ma dal PdL dicono di aver scoperto cose più interessanti, o meglio di averne trovata la conferma. “Quella che il consiglio voterà domani è una operazione ‘idiota’”, dice senza usare mezzi termini il consigliere Giuliana Moretti. “Questa variante andrà a risparmiare tra i 10mila e i 14mila metri quadrati, per un numero di appartamenti che varia dai 140 ai 160”. I conti dunque non tornerebbero, solo un 10 per cento rispetto a quanto promesso dal sindaco.
In definitiva, “non sono cento le schede interessate dalla variante, ma al massimo cinque. Il discorso del sindaco è astratto. Di fatto in tutte le altre schede oggetto della variante nessuno ha mai presentato richiesta di costruire”. Se confermati, questi numeri mostrerebbero che la variante ha solo un valore puramente simbolico o, più probabilmente, di immagine: utile solo per ribadire quella discontinuità che l'attuale amministrazione si attribuisce rispetto all'amore per il mattone di quelle precedenti fino al recente passato.
Dal Pdl, invece, fanno notare come “l’operazione del sindaco sarebbe ben più consistente se riguardasse gli accordi ex articolo 18, con il taglio di 500 appartamenti circa”. Comunque un terzo di appartamenti rispetto a quanto promesso dal sindaco. Gli ex articolo 18, i miracolati, sono i progetti riguardanti l’ex elettrodotto, via Portofino (colonia Murri), e via Macanno ovvero l’ex seminario (progetto, se non ricordiamo male, osteggiato dal consigliere Pazzaglia).
In sostanza si potrebbe dire che la variante riguarda il taglio dal prg decaduto di migliaia di appartamenti che nessuno ha mai chiesto di costruire.
Rispetto al consiglio di domani, i sostenitori green della variante, tra cui dai banchi della minoranza il Sel Fabio Pazzaglia, sentono puzza di tranello e, di nuovo, il rischio della mancanza del numero legale per domani sera. “Ridurre la cementificazione dovrebbe essere responsabilità di tutti i consiglieri, di maggioranza e opposizione. Noi abbiamo sempre distinto: la battaglia politica, anche la più dura, non deve far finire in secondo piano l'interesse generale. Per questo motivo domani saremo presenti in consiglio all'appello iniziale e chiediamo ai consiglieri, di maggioranza e di opposizione, di seguire il nostro esempio. Poi ognuno voterà come meglio crede”.
Dovrebbero risultare assenti dall’aula domani i consiglieri a 5Stelle, così si dice in giro. Secondo i grillini “il repentino cambio di velocità con cui si convocano ultimamente commissioni consiliari e consigli comunali, la frenesia, serve per mettere pressione agli indecisi della stessa scalcagnata maggioranza”.
Per sapere se il sindaco riuscirà a varare questa sua variante bisognerà attendere dunque domani. La risposta, magari, già in prima serata.
10 04 2013 | Rimini | Deputati Pd firmano per gli ammortizzatori sociali. Sindacati galvanizzati
Rimini | Deputati Pd firmano per gli ammortizzatori sociali. Sindacati galvanizzati
Il governo non c’è, le commissioni neppure (direbbero in particolare dal 5Stelle). Tra una settimana di dovrà votare per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. I deputati riminesi del Emma Petitti e Tiziano Arlotti sono, invece, già a lavoro e hanno firmato la mozione per chiedere il rifinanziamento urgente degli ammortizzatori sociali in deroga perché, dicono, “occorre sfruttare tutti gli strumenti a disposizione dello Stato al fine di attenuare gli effetti della grave recessione sulle famiglie”. Si rifanno ai dati dell'ultimo Rapporto economico della Camera di commercio di Rimini.
“Bene, bravi”, applaude il segretario della Cgil Graziano Urbinati dal suo diario di Facebook. “Questo è quello che deve fare il Parlamento e sopratutto è ciò che la politica è chiamata a fare. Dare risposte alla crisi, a difendere l'occupazione i posti di lavoro. Occorrono risorse (2,5 miliardi). Tant’è che si utilizzeranno parte delle risorse del fondi interprofessionali (soldi dei lavoratori e dedicati alla formazione). Quelle destinate precedentemente sono già terminate. Per questo noi, come Cgil, insieme alle altre confederazioni manifesteremo davanti a Montecitorio martedì 16 aprile”.
La ragione che il sindacalista porta a sostengo del suo ‘forza, dai’ ai deputati del Pd è che “a Rimini sono state utilizzate nei primi tre mesi del 2013 471.710 ore di cassa integrazione in deroga, su un totale di cassa integrazione di 1.609,687. Se la cassa integrazione in deroga non venisse più finanziata sarebbe un dramma per centinaia e centinaia di famiglie della nostra provincia”.
10 04 2013 | Riccione | Domani in consiglio il bilancio di previsione, con il Pdl in sciopero emendamenti
Riccione | Domani in consiglio il bilancio di previsione, con il Pdl in sciopero emendamenti
Domani in consiglio comunale a Riccione si voterà il bilancio di previsione per il 2013. Un bilancio che sarà accolto dalla protesta degli albergatori contro l’introduzione della tassa di soggiorno e che non vedrà, inoltre, nemmeno un emendamento da parte del Pdl. L’annuncio dei consiglieri di centrodestra questa mattina in conferenza stampa con il coordinatore comunale Cosimo Iaia e i consiglieri Alessandro Barnabè e Luciano Tirincanti.
“Cambiamo strategia rispetto agli anni passati”, spiegano i consiglieri. “Perché già dalla commissione ci siamo accorti che questo bilancio è inemendabile, andrebbe rivoltato come un calzino. E anche perché gli altri anni dopo un lavoro pazzesco per presentare degli emendamenti utili a migliorare la delibera, non siamo mai minimamente stati presi in considerazione”. I loro emendamenti, allora, i consiglieri hanno deciso di consegnarli ai giornalisti. “Innanzitutto, noi non andremmo avanti sulla strada del trc. Perché se sono giusti i conti di Dalprato (Ermete di Agenzia mobilità), se cioè si riuscisse a risparmiare la metà del costo complessivo dell’opera scendendo, avremmo risparmiato 3milioni di euro per Riccione da destinare ad altre opere. Del resto al trc siamo sempre stati contrari”. Il tema è d'attualità, anche il sindaco Massimo Pironi ha pronta una delibera per scendere dal filobus.
Tributi. “Noi non metteremmo né tassa di soggiorno né irpef i cui ricavati sostituiremmo grazie alla vendita di azioni Hera. Il comune di Riccione ne possiede per oltre 8 milioni. Noi ne venderemmo almeno per 6, da destinare alle voci di bilancio coperte da quegli odiati tributi e anche al rifacimento delle strade della città. Riccione è un colabrodo”.
Da rivedere, secondo il Pdl riccionese, anche i compensi dei dirigenti, o meglio i fondo per il premio di produttività. “Lo stato, i comuni e le regioni chiedono sacrifici ai cittadini. Ma loro i sacrifici non li fanno, vivono in un mondo dorato, come inconsapevole della situazione reale e delle sofferenze delle famiglie”. Il centrodestra taglierebbe “una parte del fondo, perché in un mondo che costringe tutti a qualche sacrificio, anche i dirigenti dovrebbero fare perlomeno quello di non prendere più i premi a pioggia”. Altri tagli dovrebbero arrivare per il personale in genere. “Con gli stagionali – confermano i consiglieri – si arriva a 490 dipendenti, sono aumentati, anche se dalla relazione dei revisori dei conti ne risultano 454 (dipende dalle modalità che usano per conteggiarli)”.
Il concetto di fondo è che sarebbero davvero tante le voci da cui tagliare e, soprattutto, le cose da capire meglio. “Leggendo il bilancio vediamo che noi diamo a Hera 14,25 milioni. Dalla relazione degli uffici del comune la rendicontazione della spesa di Hera (quella prevista per il 2013) è di 9,5 milioni. Che fine fanno gli altri 5 milioni?”.
Oscurantismo lamentato anche dagli albergatori sulla destinazione dei fondi che saranno raccolti dalla tassa di soggiorno, e in parte motivo della protesta di domani. “Si capisce solo che 1,4 milioni saranno usati per pagare la rata per il palacongressi”, dicono i consiglieri del Pdl che lamentano anche un certo metodo frettoloso di convocare commissioni e consigli sugli atti importanti (metodo lamentato anche dai consiglieri comunali, di opposizione, ma anche di maggioranza, a Rimini). “Strategia che probabilmente serve a tenere all’oscuro di molte cose gli stessi consiglieri di maggioranza, non solo noi”.
#TIRAGARBINO
1. QN - Il Resto del Carlino - 2013-04-09
'L'anno decolla malissimo per il 'Fellini': in due mesi solo 48mila passeggeri
Rimini tra i peggiori scali in Italia, resistono solo i voli dalla Russia'
Dalla Russia per favore
2. QN - Il Resto del Carlino - 2013-04-09
'Per Bugli sbaglia chi accusa Gnassi di aver bloccato, con la maxi variante, ingenti investimenti. «Siamo proprio sicuri che questi investimenti sarebbero stati poi portati a termine?'
Anche Erode nel dubbio...
3. Corriere di Romagna - 2013-04-08
'Lotta al mattone, il giorno della verità
Bertozzi (Pd): «Urbanistica, la minoranza ha le idee confuse»'
Da che pulpito
4. Corriere di Romagna - 2013-04-07
'Vitali: «Bisogna avere un comportamento etico anche a Rimini»'
Anche lato mare
10 04 2013 | Rimini | Criminalità e riciclaggio: i numeri di Fiba e l’appello di Comune e Provincia
Rimini | Criminalità e riciclaggio: i numeri di Fiba e l’appello di Comune e Provincia
Non solo gli arresti nell’ambito dell’operazione Titano della dda di Napoli, anche i numeri diffusi dai bancari della Cisl non lasciano ben sperare in fatto di infiltrazioni mafiose e riciclaggio di soldi sporchi in Romagna. “Negli ultimi quattro anni, nonostante l’Emilia-Romagna abbia fatto registrare una chiusura di ben 106 sportelli bancari, il numero complessivo degli sportelli presenti sul territorio romagnolo mantiene sorprendentemente il livello precedente la crisi e nel caso della provincia di Rimini evidenzia addirittura una crescita di quattro unità”, spiega Marco Amadori, segretario generale della Fiba.
“Ciò nonostante i prestiti concessi nel 2012, rispetto all’anno precedente, siano diminuiti nelle tre province (-6,4% a Rimini, -2,3% a Forlì-Cesena e -0,6% a Ravenna) e le sofferenze aumentate. Difatti, nei primi dieci posti tra le province con il maggior numero di sportelli bancari in Italia troviamo ben tre province romagnole: Rimini al secondo posto con uno sportello ogni 1071 abitanti; Forlì-Cesena al quarto posto con 1120 abitanti per ogni sportello e Ravenna, al sesto posto, con 1136 abitanti per ogni sportello. Numeri che non sono altro che la cartina al tornasole di un sistema esposto al rischio riciclaggio, ancor più se confrontano con i dati del territorio emiliano dove, nonostante il numero degli sportelli degli istituti di credito sia nettamente inferiore in proporzione al numero di abitanti, le chiusure sono state numerosissime (-28 sportelli bancari a Bologna, -30 a Modena, -14 a Parma, -14 a Reggio Emilia)”.
Sono numeri che confermano le preoccupazioni di Stefano Vitali, presidente della Provincia di Rimini, e Andrea Gnassi, sindaco del capoluogo rivierasco, che riferendosi agli arresti di ieri parlano di una “conferma” rispetto a quanto “la penetrazione della criminalità organizzata sul nostro territorio sia un problema ben più reale e prepotente di quanto a volte si tenda ad ipotizzare”. Una situazione fuori dalla “logica dell’episodio isolato”, segnale di “una tangibile aggressione a fini di radicamento della criminalità nel nostro territorio” con conseguenze “sul versante dell’economia sana, maggioritaria nell’area riminese ma costretta a fare i conti anch’essa con una crisi profondissima che rischia di fare ‘da mosca cocchiera’ a una malavita che si arricchisce con le difficoltà finanziarie delle imprese”.
Da qui la richiesta di un incontro con il prefetto di Rimini, Claudio Palomba, “anche nella sede della Conferenza provinciale ordine pubblico e sicurezza, per fare il punto della situazione circa gli sviluppi e gli strumenti migliori per la prevenzione e il contrasto alla criminalità organizzata sul territorio riminese”, richiamando all’appello nella lotta alla criminalità tutta la società civile. “Non si può lasciare solo agli enti pubblici e alle forze dell’ordine il compito di affrontare questo gravissimo fenomeno, dagli effetti potenzialmente devastati sull’intera comunità”, dicono.
10 04 2013 | Rimini | Concordato Aeradria, Vitali risponde alle perplessità di Carim
Rimini | Concordato Aeradria, Vitali risponde alle perplessità di Carim
Il giorno dopo l’uscita dura del cda di Banca Carim sui termini del concordato per salvare Aeradria, uno dei ‘grandi accusati’, Stefano Vitali parla di “piena sintonia tra Provincia di Rimini e Banca Carim riguardo la prospettiva futura della società di gestione dello scalo aeroportuale che non può più materialmente fondarsi (come accaduto sinora in via pressoché esclusiva) sull’apporto di capitali pubblici, già erosi da vincoli del Patto di Stabilità, anossia di trasferimenti statali, moltiplicazione delle competenze, riassetti istituzionali maldestri. Di qui la scelta, mi spingo più in là, l’obbligo, di imboccare la strada da percorrere con convinzione fino in fondo di una riconfigurazione societaria mirata ad attrarre e a essere più attrattiva rispetto all’apporto di capitali privati”. Stefano Vitali, presidente della provincia di Rimini, ente socio pubblico di maggioranza di Aeradria e dunque tra i destinatari del messaggio lanciato ieri dal cda di Banca Carim, sostiene e difende quindi la sua scelta, in definitiva, di trovare parner privati con cui vendere quote della società di gestione dello scalo riminese.
Poi Vitali ricorda a Carim la vicenda del commissariamento. “Tra 2009 e 2010 ‘Banca Carim’ vide il proprio Patrimonio di Vigilanza consolidato letteralmente annichilito, passando in 12 mesi da 396,6 milioni di euro a 175,1 milioni di euro. Una perdita secca di oltre 221,5 milioni di euro tra un bilancio e quello seguente, più o meno 25 volte il debito di Aeradria, che costrinse gli azionisti, preoccupati e orgogliosi di salvare in fretta la banca piuttosto che aprire legittimi processi circa le responsabilità e le cause (vado a memoria, mai illustrate con publiredazionali o altro) dell’inspiegabile e repentino dissesto, ad accettare una traumatica ‘svalutazione’ azionaria nominale ben superiore al 50% . Tutta la comunità, compresi Provincia e Comuni, concorsero a quel giusto mutuo soccorso, nella sincera convinzione che le infrastrutture del territorio vanno tutelate a costo di ogni sacrificio, pure se esso ammonta a una cifra che supera i 220 milioni di euro, ad occhio qualcosa di più dei 9 di credito Carim con Aeradria, percentualmente equivalenti allo 0,4%”.
Abbiamo passato, dunque, “quarti d’ora ben più gravi”, dice Vitali. E spiega: “Ritengo confortante l’atteggiamento del cda della banca al quale posso ribadire che anche il percorso (ovviamente di dimensioni finanziariamente molto più limitate) per l’eventuale ingresso in Aeradria di nuovi soci è e sarà portato avanti con la stessa trasparenza, il medesimo desiderio di ‘luce del sole , uguale coinvolgimento delle parti interessate, che ha caratterizzato le trattative e le operazioni di ricapitalizzazione condotte dal management di Carim tra 2011 e 2012 per il salvataggio dell’istituto bancario”.
09 04 2013 | Rimini | Aeradria, Carim sul concordato: Fallimento non sarà nostra responsabilità
Rimini | Aeradria, Carim sul concordato: Nessuna nostra responsabilità in caso di fallimento
Tuoni e lampi, fulmini e saette. Il cda di Banca Carim non ha ancora in mano il piano di concordato in continuità per Aeradria depositato in tribunale, ma ieri ha parlato con i tecnici che quel piano lo hanno scritto su commissione della società di gestione del Fellini, la società One works. E oggi, pur col finale beneficio del dubbio (non avendo le carte, comunque ufficialmente richieste, in mano), è dura la presa di posizione nei confronti dei soci pubblici di Aeradria, la Provincia di Rimini in prima fila.
Carim si dichiara “perplessa” dalle stesse linee guida, come a dire dal midollo, del concordato: “l’azzeramento in pratica, o poco meno, delle ingenti pretese dei creditori, in funzione della riconsegna dell’impresa, così risanata, all’attuale proprietà. Il che appare concettualmente, economicamente e giuridicamente inaccettabile, perché in presenza di perdite comportanti un disavanzo patrimoniale di molti milioni di euro il capitale sociale è, più che azzerato, annichilito e i soci non sono più legittimati a disporre della società che in pratica è diventata di proprietà dei creditori. Grottesca sarebbe poi l’idea che i soci potessero arricchirsi vendendo a terzi le azioni della società risanata grazie all'azzeramento delle decine di milioni di perdite provocate da una gestione di cui è difficile non considerati responsabili”.
E qui vengono in mente alcune dichiarazioni del presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, che qualche settimana fa ha parlato di tre privati interessati a condividere il piano industriale di Aeradria, che ha anche definito folle il gesto di chiunque si sarebbe sottratto al concordato, e che qualche settimana prima si era riferito al Fellini come alla “vera banca del territorio” e a tentativi loschi di complotto contro la gestioen dellos calo. Parole che non solo a Sido Bonfatti, il presidente di Carim, ma a tutto il cda non sono andate giù.
Da qui la richiesta da parte dell’istituto di riportare tutta la questione del concordato su un solco di legalità, lealtà e buona gestione. Magari fuori dai titoli dei giornali, manifestando, in definitiva, la consapevolezza che seppur il concordato andasse in porto, Carim non avallerà i soci nel vendere la società a chicchessia a proprie spese.
In pratica, Banca Carim non ci sta a figurare come responsabile di un eventuale fallimento del Fellini nel caso non dovesse accettare i termini del concordato, il risarcimento al massimo al 20 che sarebbe concesso ai creditori, perché, a rigor di logica, semmai responsabile ne sarebbe chi ha permesso che il buco sia stato creato e sia sprofondato a dismisura. I soci pubblici, cioè.
Altra questione quella dell’aumento di capitale, fatto su cui “la banca ha espresso scetticismo” anche per via della “la circostanza che tali dotazioni di capitale, se e quando effettivamente disponibili, dovrebbero essere in primo luogo versate nelle casse della banca, non già di Aeradria, in quanto dalla stessa a suo tempo anticipate alla società, proprio previa l’assicurazione del rimborso nel momento in cui gli aumenti di capitale più volte approvati sarebbero stati versati”. Insomma, per ottenere un credito non va bene promettere che questo sarà restituito nel momento dell’aumento di capitale e invece alla fine di fatto né procedere con l’aumento di capitale, né restituire il credito.
“La banca – si legge nella nota – reclama il carattere istituzionalmente eticamente vincolante degli impegni presi nei suoi confronti ripetutamente tanto in privato quanto in pubblico: a maggior ragione se si considera la fiducia che è ragionevole porre nelle assicurazioni espresse da enti pubblici, che più di ogni altro dovrebbero rappresentare garanzia di linearità, coerenza e correttezza nei comportamenti”.
Non sarebbe corretto, dicono da Carim, parlare di insensatezza, di follia, nel caso di un no al concordato. “La banca ha già fatto, e ampiamente, la propria parte: da una parte, della banca che certamente ha assistito più generosamente Aeradria; dall'altra, si è fino ad ora astenuta da assumere iniziative tese ad ottenere un rientro dei propri crediti, che avrebbe accentuato le difficoltà finanziarie della società e si augura che analogo senso di responsabilità abbia caratterizzato gli altri creditori istituzionali dell'aeroporto”.
Carim chiede anche maggiore chiarezza da parte dei partner istituzionali nella vicenda e, in fondo, si dichiara ancora disponibile ad “analizzare qualsiasi soluzione che garantisca l'effettivo rispetto delle legittime posizioni di tutti i soggetti in campo”, ma nega ogni “responsabilità del dissesto”. E smentisce “di essere, o di essere stata, soggetta pressioni politiche. La delicatezza della situazione e l’importanza della partita, per le ricadute economiche e sociali sul territorio, non hanno provocato alcuna indebita interferenza sull'indipendenza di giudizio dell'istituto”. Come a dire: con i soldi dei contribuenti riminesi non si gioca.
L’istituto comunque ammette che i suoi calcoli sull’“impatto dell'eventuale dissesto di Aeradria sui propri conti” li ha fatti ricevendone la conferma “che la posizione non desta in alcun modo preoccupazioni sistemiche, pur contribuendo ad appesantire un conto economico che deve misurarsi con il perdurare di una crisi che colpisce duramente il territorio”.
09 04 2013 | Rimini | Operazione Titano, cinque arresti nel riminese
Rimini | Operazione Titano, cinque arresti nel riminese
Ha toccato anche il riminese, in particolare Riccione e il bar Tintarella di luna caffè, l’operazione Titano della dda di Napoli che questa mattina ha portato a 24 arresti e al sequestro di beni per il valore di 2 milioni di euro, tra cui una Ferrari. L'indagine della procura di Napoli ha permesso di individuare un canale di reimpiego dei capitali illecitamente percepiti dai casalesi attraverso operazioni finanziarie con società di capitali nello stato di San Marino, nonché ricostruire le manovre del clan per creare una struttura satellite operativa in Marche e Emilia Romagna per la gestione degli affari.
Nel riminese sono stati cinque gli arresti, quattro uomini e una donna, due albanesi e tre italiani, due locali e un barese. Si tratta di Roberto Bellarosa Roberto del 1962, riminese residente a Riccione, di Lauretta Lufo del 1974, albanese residente a Riccione, di Guido Montebelli del 1959, riccionese residente a San Clemente, di Erion Saliu del 1983, albanese residente a Rimini, di Roberto Santirocco del 1972, nato a Bari e residente a Riccione.
Le accuse per i cinque basisti riminesi dei casalesi sono legate a reati per droga (legge 309/90), avrebbero recitato ruoli nello spaccio e nella detenzione di sostanze stupefacenti. In particolare Montebelli, oltre a mettere a disposizione il suo bar a Riccione, Tintarella di luna caffè, come deposito anche di ingenti quantitativi di stupefacenti, si occupava con i suoi complici dello spaccio al minuto
09 04 2013 | Rimini | Per il nuovo assetto provinciale del Pd si aspetta di vedere la sorte di Bersani
Rimini | Per il nuovo assetto provinciale del Pd si aspetta di vedere la sorte di Bersani
Incontro in provincia ieri per il deputato Emma Petitti con i vari segretari dei circoli del Pd, partito per cui l’onorevole è ancora coordinatore provinciale. Un congresso dovrà cercare e trovare chi potrà prenderne il posto. Ma ancora si parla di tempi lunghissimi, probabilmente dopo l’estate. Perché prima a livello locale vogliono capire cosa succederà a Roma nelle prossime settimane (e mesi). Chi sarà il prossimo presidente della Repubblica, con che piede scenderà dalla culla il nuovo governo (se scenderà), ma soprattutto cosa ne sarà del Pd e chi lo guiderà.
Se i renziani riusciranno a conquistare il timone del partito. Se prenderà corpo la possibilità di una ‘scissione’, di cui si parla in queste ore. Partendo dalla definizione di questi 'piccoli particolari' si vedrà poi tutto il resto, anche a livello locale. Intanto, i segretari dei circoli riminesi si sono dati appuntamento a domani per iniziare a discuterne. Lo hanno deciso ieri nel corso dell’incontro con Emma Petitti, che più in generale è servito per ribadire anche dalla base “no al governissimo, massimo sostegno a Pier Luigi Bersani per un governo che risponda al disagio e alla sfiducia”.
08 04 2013 | Rimini | Pagamenti pa, liberati 4,5mln dal decreto del governo
Rimini | Pagamenti pa, liberati 4,5mln dal decreto del governo
Per il Comune di Rimini, ammonta a 4,5 milioni di euro la cifra sdoganata sabato dal governo con il decreto legge sui pagamenti della pubblica amministrazione. “Il Comune di Rimini, essendo stato particolarmente virtuoso e avendo una buona gestione della liquidità, in realtà una parte di quei debiti (circa 3,2 milioni) li ha già pagati, per cui l'apertura per adesso è abbastanza "neutra"”, ha spiegato l’assessore al bilancio Gian Luca Brasini oggi su Facebook. Ne resterebbero quindi 1,3 da pagare.
Il decreto “stabilisce che i Comuni entro il 15 maggio 2013 possono pagare fino al 50 per cento degli spazi finanziari (pari ai debiti certi liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012) che intendono comunicare entro il 30 aprile 2013 alla Ragioneria Generale dello Stato”, spiega l’assessore.