Mercoledì, 18 Aprile 2012 16:35

Devasti Simone Pellegrini

Simone Pellegrini
DEVASTI
mostra a cura di Walter Guadagnini
far | galleria d'arte moderna e contemporanea
piazza cavour rimini
www.riminifar.it
info 0541.704416/704421
Dal 14 aprile


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EVASIONE, PETITTI RISPONDE A LOMBARDI: “PRESSIONE FISCALE ALTA ANCHE PER I DIPENDENTI”


"E' vero che il costo della pressione fiscale per le imprese, ma anche per il lavoro dipendente, è alto. Solo aumentando la fedeltà e la solidarietà fiscale attraverso l'emersione del nero si potranno però creare le condizioni affinché si riducano le tasse a chi le ha sempre pagate, tra cui appunto gli artigiani le piccole e medie imprese e i lavoratori dipendenti.


La pressione fiscale è cresciuta anche con il governo Berlusconi, nonostante le promesse di abbassarla. Secondo le rilevazioni Istat, mentre la pressione fiscale media complessiva è stata del 42,39% sotto il governo Prodi (costretto a ripristinare l’equilibrio eroso dal precedente esecutivo assestando spesa pubblica, esplosa fra il 2001 e il 2006), la fiscalità è successivamente aumentata al 42,6% sotto l'ultimo governo Berlusconi.


Dopo che per quasi tre anni ci siamo sentiti raccontare dall'esecutivo che la crisi era solo psicologica, oggi non abbiamo scelta e siamo stati costretti ad applicare con rigore le regole che impone l'Europa per giungere al pareggio di bilancio entro il 2013. Ritengo che in questa fase il problema per gli imprenditori sia molteplice: le criticità sono il credito, la capitalizzazione delle piccole e medie imprese e i rapporti commerciali interno al mercato italiano, strozzati dall'assenza di liquidità".

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RICAPITALIZZAZIONE CARIM: PRESSING DI VITALI E GNASSI SU CONFINDUSTRIA


Tornano a parlare in coro Stefano Vitali, presidente della Provincia, e Andrea Gnassi, sindaco di Rimini. Lo fanno a meno di una settimana dalla chiusura del mercato azionario per la ricapitalizzazione di banca Carim. Si appellano a Confindustria, anzi, direttamente al suo presidente Maurizio Focchi che qualche mese fa non aveva del tutto negato la possibilità di “costituire un gruppo aperto agli imprenditori disponibili per un supporto concreto al momento dell’aumento di capitale che sarà chiesto da Banca d’Italia al termine del commissariamento”.


Vitali e Gnassi non hanno dimenticato “le belle parole che qualche mese fa pronunciò il presidente di Confindustria, Maurizio Focchi. Focchi però legittimamente avvertiva: vogliamo essere coinvolti realmente nelle sorti della banca”.


I vertici istituzionali riminesi, convinti “profondamente che queste intenzioni sussistano ancora”, invitano allora Confindustria, le associazioni, i singoli imprenditori privati a “non fare mancare il proprio apporto a questa operazione per la città e il territorio, considerando Provincia e Comune di Rimini essi stessi in sintonia e ‘garanti’ di quella ‘inversione gestionale’ della banca che deve obbligatoriamente segnare il cammino della ‘nuova e trasparente’ Cassa di Risparmio di Rimini”.

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TURISMO, PER GLI STRANIERI EMILIA ROMAGNA SIGNIFICA SEMPRE MENO ‘RIVIERA’. BABBI: “OGGI IL MERCATO ESTERO CHIEDE SOPRATTUTTO CULTURA”


Non è più solo la cartolina della riviera con mare, ombrellone e racchette sulla spiaggia.


«I mercati stranieri – spiega Andrea Babbi di Apt - chiedono soprattutto cultura, una cultura legata alla musica, alle città d’arte, all’enogastronomia, ai musei del cibo o dei motori. In Emilia Romagna trovano il mix completo». La conferma arriva dai numeri: sul podio dei prodotti turistici più richiesti ci sono le città d’arte e l’enogastronomia al 74 per cento, mentre il mare resta al 44 per cento. Tanto che Bologna è la meta più gettonata in regione con il 77 per cento delle preferenze.


Per i turisti stranieri, insomma, l'Emilia-Romagna è sempre più sinonimo di città d'arte, enogastronomia e motori. Addio monovacanza, benvenuto multitasking, questa la nuova tendenza emersa dal 'Buy Emilia-Romagna', l'edizione 2012 della borsa turistica regionale in corso fino a domani e promossa da Confcommercio Emilia Romagna in collaborazione con Apt servizi ed Enit. Seduti nei palchetti del teatro Comunale di Bologna 70 tour operator di 19 Paesi hanno incontrato altrettanti operatori locali per ‘comprare’ proposte di vacanze.Prima volta per la Lituania. Ritornano Canada, India, Canada, i paesi del nord Europa, Russia, Stati Uniti.

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LA PROVINCIA DI PESARO OSTEGGIA IL TRASFERIMENTO DI MONTECOPIOLO E SASSOFELTRIO A RIMINI. RICCI: “FAREMO LE BARRICATE”


"Faremo le barricate di fronte alla pagliacciata istituzionale di cambiare i confini", parola di Matteo Ricci, presidente della Provincia di Pesaro-Urbino. La questione riguarda Montecopiolo e Sassofeltrio. Ricci per essere certo di essere pienamente compreso ha anche precisato che "l'iter per il passaggio dei due comuni pesaresi alla Regione Emilia Romagna non andrà in alcun modo avanti".


Gli abitanti dei comuni della provincia di Pesaro-Urbino hanno chiesto l'adesione all'Emilia Romagna con il referendum del 2007, ma da allora nulla si è mosso nonostante le proteste e le pressioni alla Regione Marche. Vale la pena ricordare che altri sette comuni del Montefeltro ce l’hanno fatta e sono riusciti a spostare i confini un po’ più a sud.


Ricci mette la pulce nell’orecchio rispetto all’esito del referendum. "Non so se si rivotasse oggi come andrebbe a finire. Perdere tempo per cambiare confini è una battaglia di retroguardia della Lega Nord. Questo tipo di vicende non si risolvono con i passaggi tra Province, ma attraverso la collaborazioni tra istituzioni: come stiamo facendo noi, ad esempio con la nostra partecipazione alla società che gestisce l'aeroporto di Rimini”.

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Caro Abati,


ogni sua accusa è per me una medaglia.
Sì, sono un socialista craxiano e berlusconiano e, pensi un po’, non sono mai stato comunista.


Sì, penso che lo Stato sia obeso, le tasse eccessive, la burocrazia troppo opprimente e non mi piace il livello e la qualità dei servizi che abbiamo in cambio. Mi riferisco alla sanità, alla scuola e alle infrastrutture.


Lei potrebbe accusarmi di non fare abbastanza per cambiare questo stato di cose e invece no, mi accusa del contrario, di impegnarmi troppo a difesa dei tanti che lottano contro le troppe tasse, la burocrazia, l’ottusità della pubblica amministrazione e dell’Europa. Medaglione!


Sì, penso che la normativa antincendio per gli alberghi sia farraginosa e formalistica, penso anche che questa debba essere l’ultima proroga, ma nello stesso tempo sono convinto che non abbia alcun senso chiudere gli alberghi a giugno o luglio.


Sì, penso che il demanio sia un bene pubblico, ma credo anche che su di esso vivono imprese private che non possono essere spazzate via da norme europee stupide (Do you remember Prodi?).


Sì, sono un ex sindacalista e penso, le sembrerà strano, che le nuove norme d’ingresso al lavoro siano un ostacolo all’occupazione e credo che se si abolisse l’articolo 18 le aziende sarebbero incentivate ad assumere di più e con contratti migliori. Pensi un po’ che mio padre, operaio in pensione, e mia sorella, precaria da molti anni, sono d’accordo con me. Però capisco che per lei non conti, essendo socialisti e craxiani anche loro.


Penso ancora che l’evasione sia illegale e l’evasore con il mega yacht mi fa schifo. Credo, però, che chi è costretto a non pagare le (troppe) tasse perché in crisi, perché non incassa dallo Stato e non è finanziato dalle banche non sia un criminale indegno e immorale.


Sì, difendo cause che mi sembrano giuste, anche quando sono lobbistiche, di parte alcune volte, ho difeso anche lei e il suo giornale quando con il precedente Governo abbiamo mantenuto i contributi pubblici all’editoria e ho presentato emendamenti, che mi sono stati sottoposti dal suo editore, a vostro favore, anche con questo Governo. L’ho fatto perché penso sia giusto, anche se i giornali concorrenti al suo non prendono gli stessi soldi pubblici.


L’ho fatto per permetterle di scrivere i suoi editoriali indignati con toni e contenuti non proprio affettuosi e basati su resoconti sbagliati.


Saluti,


Sergio Pizzolante

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EVASIONE, LOMBARDI ATTACCA PETITTI: “LE SUE ESTERNAZIONI RADICAL CHIC DEI SALOTTI TELEVISIVI”


“Non posso non intervenire”, entra così il consigliere regionale del Pdl Marco Lombardi nella bufera Pizzolante, reo di alcune dichiarazioni poco ortodosse sul delicato tema dell’evasione, un “tema spinoso, ma se ogni pretesto è buono per fare polemica strumentale non usciremo dalla demagogia e non risolveremo i problemi dell’Italia”.


Capisce Lombardi i sindacati “che difendono in maniera corporativa una parte precisa e ben identificata della società, o dell’estrema sinistra che per giustificare il proprio ancoraggio ad un modello di società comunista fallito in ogni angolo del mondo, deve necessariamente inventarsi dei nemici”.


Quello che il consigliere regionale del Pdl fatica a mandar giù sono le reazioni politiche, “esternazioni radical chic dei salotti televisivi”. Al centro del bersaglio il segretario provinciale del Pd Emma Petitti è rea di non tener “conto di quanto gli artigiani, i commercianti, i professionisti, insomma le così dette partite IVA dicono quotidianamente” perché la verità, alla fine della fiera, accanto al giusto sentimento diffuso di irritazione verso l’evasione “è altrettanto vero che in una cospicua fascia sociale di piccoli imprenditori la percezione di un fisco che uccide la loro impresa c’è ed il fatto che nel nostro Paese si voglia recuperare in poco tempo abitudini sbagliate ma tollerate per decenni, rischia di ‘ammazzare il somaro’”.


Non è dunque né inopportuno, né disdicevole, anzi fondamentale “distinguere tra chi non paga le tasse e vive nel lusso e chi, come quell’imprenditore veneto non potendo pagare le tasse perché il suo cliente (lo Stato) non gli paga i crediti, si è visto pignorare tutti i beni aziendali da Equitalia ed è stato costretto a chiudere, mandando a casa 80 dipendenti”.


Lombardi chiama quindi alla responsabilità le forse politiche che in tempi di crisi e in un contesto di delegittimazione politica “dovrebbero essere più attente nei giudizi e muoversi più cautamente, lasciando il populismo e la demagogia a chi ne sta facendo uno strumento, non di verità ma di lotta politica”.


Il centro destra non è dalla parte degli evasori, Lombardi definisce una “favola che il centro destra sia dalla parte degli evasori”, “una bufala clamorosamente smentita dai fatti”. Perché “il governo Berlusconi ha recuperato dalla lotta all’evasione più del doppio di quanto non abbia fatto il governo Prodi. Lo stesso Berlusconi fra gli imprenditori italiani, è quello che ha sempre pagato più tasse. Tutti i meccanismi di controllo messi in campo dalla Agenzia delle Entrate e sanzionati da Equitalia, risalgono più al ministro Tremonti che al governo Monti”.


Dunque il centro destra può parlare di evasione e può anche notare una “pressione fiscale eccessiva”, “un clima di terrore fiscale che non aiuta l’economia e di persone che si trovano di fronte al dilemma se pagare le tasse o chiudere l’azienda, senza essere tacciati di collusione con gli evasori” perché “anche il dovere di dare voce a tutta la società e non solo ad una parte”.

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VITALI: “CITTADINANZA ONORARIA A MARIA FALCONE”. IN VISTA DELLA GIORNATA DELLA LEGALITA’ A RICCIONE VITALI SCRIVE A PIRONI


A Maria Falcone la cittadinanza onoraria del Comune di Riccione. La proposta arriva dal presidente della Provincia, Stefano Vitali. Destinatario della missiva datata 16 aprile (ovviamente) è il sindaco Massimo Pironi. Occasione del conferimento sarebbe ‘La giornata della legalità’, che si svolgerà a Riccione il prossimo 5 maggio.


La motivazione di Vitali è che Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni assassinato dalla mafia il 23 maggio 2002, “da venti anni a questa parte conduce con dignità, conoscenza e fierezza la sua battaglia di ‘ambasciatrice’ della cultura della legalità grazie ai suoi innumerevoli incontri con le scuole italiane e la sua presenza in numerosi convegni internazionali che hanno come tema la criminalità organizzata”.

Mercoledì, 18 Aprile 2012 09:42

IL GIORNALAIO 18.04.2012

Rubriche

LE SPIAGGE ANOMALE DI RIMINI. L’EVASIONE MORALE. LA MALASANITA’. CARIM. GUCCINI


Giochi da togliere, ma solo a Rimini


E’ l’analisi che il Corriere Romagna pubblica in prima pagina, relativa ai bagnini e all’obbligo di smontare i giochi presenti sulla spiaggia, per rimontarli poi dopo aver avuto l’autorizzazione.
“Nelle spiagge vicine sulle quali, a quanto pare, nessuno dovrà smontare quanto installato per i momenti ludici dei grandi e dei più piccoli”, si legge a pagina 8 dove si riportano gli esempi delle città vicine che da tempo hanno reso chiaro il quadro normativo, attraverso il ‘piano spiaggia’. E invece Rimini è una “giungla”.
Sempre nella stessa pagina la conferma della Soprintendenza per bocca dell’avvocato Aldo Pezzi: «gli stabilimenti che hanno inserito un quantitativo di giochi dalle proporzioni importanti non possono attendere alcun condono».


Dura la reazione di Mussoni, il presidente dei bagnini su il Resto del Carlino a pagina 2.


«NON E’ VERO che a settembre noi bagnini sapevamo di dover smontare tutto, giochi e campi da beach volley compresi. Anzi, in Comune ci dissero che i tempi burocratici sarebbero stati eccessivi per poi rimontare, consigliandoci di attendere la soluzione globale col nuovo Regolamento. Fossi il sindaco, a fronte di questo caos alla vigilia dell’estate, inviterei qualche dirigente, funzionario o assessore sinora nel limbo ad andare a casa».


Replica l’assessore Biagini. «I bagnini sapevano. E’ lo stesso piano spiaggia a chiarire: quali sono le opere stagionali e che quindi devono essere rimosse a fine stagione dopo essere state autorizzate, come giochi e ombreggi. A questo si aggiunge una nota della Regione del 27 giugno 2007». «Conosco Mussoni e rispondo con lo stesso tono goliardico delle sue affermazioni: Rimini sarebbe la prima città al mondo dove un assessore o un tecnico dovrebbero dimettersi solo perchè altri hanno commesso illeciti penali ma nessuno gli aveva spiegato prima che non si potevano fare».


Ausl, malasanita anche a Rimini?


La Voce di Romagna riporta che “la guardia di finanza ha bloccato l’accordo milionario che doveva legare le Ausl del Veneto a una società di assicurzioni romena, City Insurance. La stessa compagnia ha vinto gli appalti a Rimini, Ravenna e Cesena, e gestisce le polizze degli ospedali più importanti di Romagna. Secondo gli uomini delle fiamme gialle di Venezia, City Insurance avrebbe rapporti sospetti con la criminalità organizzata, in particolare con la camorra”. L’articolo a pagina 3 a firma di Luigi De Biase riporta le dichiarazioni di Stefano Vitali, presidente della Provincia: «Bisogna uscire dalla logica del massimo ribasso e questo vale per tutte le amministrazioni, dal Comune alla Provincia passando per Hera e Ausl. Quello che dobbiamo fare è inserire clausole qualitative nei nostri bandi, in modo da avere più tutele». Nessun commento dall’Ausl riporta sempre la Voce.


Carim, già indagato il futuro manager


E’ il Nuovo Quotidiano di Rimini a riportare a pagina 9 la notizia che nell’ambito di una inchiesta sul Banco di Desio (raccontata da Report) “secondo il racconto dell’ex dipendente, il Banco di Desio proponeva alla clientela più facoltosa servizi extra per portare fondi neri all’estero. Tra gli indagati il presidente della Banca e l’ex direttore generale, Alberto Mocchi. Sì, proprio lui, il futuro manager di Banca Carim. Il suo nome non è stato ancora ufficializzato, ma la Fondazione ha già annunciato di avere deliberato l’ok alla nomina del nuovo direttore generale, che avverrà a decorrere dal 1 luglio. Mocchi è stato indicato come futuro manager dalla stessa Banca d’Italia, che lo aveva del resto già nominato amministratore delegato del Cis (di fatto commissario) nel dicembre 2010. Un indagato promosso dalla stessa ‘Bankitalia’? Negli ambienti della Fondazione la notizia dell’indagine che coinvolge anche Mocchi non è una sorpresa. “Lo sapevamo, ma Banca d’Italia ha assicurato che risulta estraneo ai fatti, l’indagine è u atto dovuto” è la spiegazione che circola”.


L’imprenditore modenese Giampiero Samorì chiarisce sulla Voce a pagina 13 le condizioni per partecipare all’aumento di capitale di Banca Carim, cioè “la Carim faccia un contratto di esclusiva di bank assurance con la nostra compagnia. Siamo alla ricerca di quote di banche che non abbiano rapporti stabili con compagnie assicuratrici”.


Critiche per Pizzolante


Il più duro con Pizzolante, che due giorni fa aveva accusato la Guardia di Finanza di lotta di classe e chiesto distinzioni per chi evade per evitare il suicidio e comprare un Porsche, è il Corriere Romagna che titola “L’evasione morale dell’onorevole”. Commenta Enea Abati: “Col Pizzo, il nostro interesse particolare vince sempre. Allargando appena un po’ (nemmeno poi tanto) i principi della sua politica, da domani potrò vivere in un mondo meraviglioso. Quando avrò fretta potrò parcheggiare davanti a un passo carrabile o in doppia fila, quando avrò fame potrò fare la spesa senza passare dalla cassa (evadere le tasse significa questo) e quando mi servirà un posto all’asilo vicino a casa per mia figlia mi cercherò una bella raccomandazione. Bellissimo... Facilissimo... Non ha ragione da vendere?”.


E’ lo stesso Pizzolante a replicare alla critiche piovute da Pd, Sel, Cisl: «Non accetto strumentalizzazioni. Non ho mai parlato di evasione giusta. Ho detto e ribadisco che bisogna farla finita con la criminalizzazione di intere categorie. Penso che l’evasione è illegale, ma l’illegalità non sempre coincide con un giudizio di immoralità uguale per tutti», scrive il Carlino a pagina 3.


A pagina 23 del Corriere Romagna ampia intervista a Francesco Guccini, ieri a Rimini per presentare il suo ultimo libro. Mentre sulla Voce interessante dialogo con alcuni ragazzi sempre di Guccini sul tema dell’amicizia a pagina 35.

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LA BUFERA EVASIONE RITORNA AL MITTENTE. PETITTI, GALVANI CISL E CGIL CONTRO PIZZOLANTE


Non sono tardate le reazioni alle parole dette ieri da Sergio Pizzolante, parlamentare Pdl nella sua Rimini per raccogliere osservazioni sul testo del decreto lavoro. La pietra dello scandalo è quello che Pizzolante ha detto dell’evasione fiscale ribadendo la necessità di non confondere tra “chi evade per comprarsi la Porsche o lo yacht e un imprenditore esasperato messo in ginocchio dalla crisi e di fronte alla scelta tra pagare le tasse su un fatturato e su soldi che ancora non ha incassato o pagare i propri dipendenti”, ovviamente ribadendo comunque la necessità di pagare le tasse, “sarebbe meglio fossero giuste”.


Oggi sono arrivate le reazioni di Emma Petitti, segretario provinciale Pd, di Cisl e di Cgil.


Pizzolante confonde la causa con l’effetto, secondo Emma Petitti. “L’onorevole Sergio Pizzolante – sostiene il segretario Pd - casca ancora una volta in quel pericoloso giustificazionismo che evidentemente caratterizza il suo partito, da Silvio Berlusconi in giù, lasciando intendere che se le tasse sono troppo alte, in fondo, non è poi così sbagliato non pagarle. Confonde la causa con l'effetto: se nel nostro Paese la tassazione ha raggiunto livelli così elevati, è proprio a causa di un'evasione fiscale ingiustificabilmente alta. La priorità deve essere ristabilire al più presto la legalità e l'equità, e far pagare di più chi ha di più. Non ci sono giustificazioni all'evasione, deve essere chiaro anche sul nostro territorio. Combatterla, da parte di istituzioni e forze dell'ordine, non è una lotta sociale, né accanimento verso alcune categorie. E' giustizia, è equa distribuzione delle ricchezze e contribuzione di ognuno alla società, a sostegno proprio di chi è più in difficoltà”.


Savio Galvani (FdS) ricorda che il lavoro nero prodotto dell’evasione. “Sapevamo che prima o poi sarebbero tornati, ma non pensavamo proprio così presto e con un coro di voci così eterogeneo; ci riferiamo naturalmente a coloro che strizzano l'occhiolino agli evasori e sostengono in vario modo quell'economia sommersa fatta di lavoro nero e transazioni in contanti.
Addirittura siamo all'assoluzione con l'intercessione di Pizzolante, il quale distingue tra chi evade perché “è un imprenditore esasperato messo in ginocchio dalla crisi e di fronte alla scelta tra pagare le tasse su un fatturato e su soldi che ancora non ha incassato o pagare i propri dipendenti o addirittura, come purtroppo succede troppo spesso, togliersi la vita. E coloro che evadono per comprarsi la Porsche o lo yacht...”.
Non è ancora chiaro se tra gli assolti figurano anche quelli che hanno evaso ai tempi d'oro, acquistando quei ben i di lusso senza porsi il problema che lo facevano con i soldi delle tasse evare, accumulando ricchezze esportate all'estero, che hanno distolto risorse dagli investimenti, magari per rendere più competitiva la propria impresa, destinando, invece, quelle risorse versa la rendita finanziaria improduttiva.
Per non parlare, poi, del lavoro nero che è un prodotto tipico dell'attività sommersa, di quell'economia sommersa che dilaga nel nostro territorio. La morale, secondo Pizzolante, ci sembra un pensiero debolissimo che ben poco si attaglia con la situazione attuale. Ma sino ad ora dove eravate? Al Governo da quasi un ventennio, avete fatto crescere un sistema economico fragile e illegale, avete cancellato i provvedimenti che cercavano di introdurre la tracciabilità delle transazioni e di ridurre l'uso del contante, avete alimento un sistema che serviva alle imprese più grosse per drenare risorse da quelle più piccole, costrette a lavoro per l'unico loro committente.
Dovreste sentite un moto di vergogna di fronte alle tante ingiustizie e iniquità che anche nelle recenti manovre (3 del Ministro Tremonti e 1 del Governo Monti) ritroviamo aggravate nei loro contenuti per risalire faticosamente la china.
L'evasione serve alla parte illegale dell'economia, è una realtà molto diffusa soprattutto nel nostro territorio, è un cancro che corrode e dilaga anche sull'economia sana. E' immorale far credere che sia possibile proseguire in questo senso”.


Per la Cisl, e non solo per la Cisl, le tasse sono un dovere del cittadino. “In merito alle dichiarazioni di Sergio Pizzolante sull’evasione fiscale ‘giusta’ e l’evasione ‘sbagliata’, la Cisl riminese ricorda all’onorevole che le tasse sono un dovere del cittadino, sia egli imprenditore, dipendente, pensionato o altro. Non si capisce quindi perché Pizzolante giustifichi coloro che per supposti buoni motivi, evadono il fisco. L’onorevole del Pdl dovrebbe anche rammentarsi che lavoratori dipendenti e pensionati non possono scegliere se pagare o meno le tasse, dato che a loro vengono trattenute alla fonte.
In un territorio come quello riminese in cui l’evasione è da sempre tra i problemi più diffusi, con conseguenze paradossali quali il dipendente che dichiara più del datore di lavoro, le affermazioni di Pizzolante assumono un valore gravissimo. Non è giustificando gli evasori che l’economia riparte, ma solo facendo sì che chi più ha, più paghi, si può sperare in una uscita dalla crisi drammatica che il paese intero sta vivendo.
La Cisl, inoltre, trova davvero sbagliato accostare il suicidio alla disperazione degli imprenditori che non ce la fanno più. Che dovremmo dire allora dei troppi lavoratori che si sono tolti la vita in questi mesi, avendo pagato fino in fondo le tasse, o che avrebbero volentieri pagato se avessero avuto uno straccio di lavoro. Certi confronti sarebbe meglio lasciarli da parte”.


La Cgil punta il dito contro i mali prodotti dell’evasione. “L'evasione fiscale è uno dei mali endemici della nostra economia, sia nazionale, sia locale. Come sosteniamo da anni questo fenomeno continua a provocare danni equivalenti a miliardi di euro non versati alle casse pubbliche e contribuisce a determinare una pressione fiscale ormai insostenibile per le categorie che sempre e comunque pagano le tasse, anche se colpite da una crisi gravissima: lavoratori e pensionati, chiamati da troppo tempo a pagare per coloro che non lo fanno. Basti pensare alle dichiarazioni dei redditi, scandalosamente basse nella nostra provincia, dalle quali risulta spesso che il dipendente è più ricco del datore di lavoro.
L’evasione fiscale, inoltre, unita al lavoro nero, causa uno squilibrio scorretto fra imprese, fra chi paga tutto e chi non lo fa, minando la concorrenza e il mercato e frenando l'innovazione e gli investimenti produttivi.
Dopo anni di dibattito ci si aspetta che anche nel nostro territorio possa finalmente prevalere un principio di civiltà valido e riconosciuto senza distinzioni di appartenenza politica o sociale: le tasse devono essere pagate da tutti, in ragione della loro capacità contributiva. E se non fosse bastato fin qui un principio di legalità e di dovere sociale, i legami sempre più stretti che emergono da tante indagini sugli affari sporchi con cui la malavita organizzata penetra negli ambienti dell’economia e della finanza, con una diffusione sorprendente su tutto il territorio nazionale, questi sì, dovrebbero allarmare le categorie economiche e non i controlli della Guardia di Finanza alla quale, invece, deve essere fornito il massimo sostegno.
Perciò risultano molto pericolose le dichiarazioni dell'On. Sergio Pizzolante, parlamentare della Repubblica che, partendo da vicende umane che meriterebbero maggior rispetto, pensa di ingraziarsi le categorie economiche locali rilanciando lo slogan un po' datato dell'evasione ‘buona’ da contrapporre a quella ‘cattiva’ e addirittura accusando la Guardia di Finanza di fare la lotta di classe.
Non sono le tasse a rovinare il nostro Paese, ma l’attuale sistema iniquo della tassazione e l’illegalità che impoveriscono lavoratori e pensionati e le forze produttive sane”.

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