30 10 2012 | Emergenza abitativa: 193 sfratti nel 2012. Due fondi del Comune per inquilini morosi, famiglie con figli e genitori separati
Emergenza abitativa: 193 sfratti nel 2012. Due fondi del Comune per inquilini morosi, famiglie con figli e genitori separati
Al tribunale di Rimini in agosto risultavano 949 richieste di sfratto in provincia. Un numero che rispetto a quello dell’anno precedente è cresciuto di 150 casi. Le effettive esecuzioni, con l’intervento di forze pubbliche, sono state 193, cioè 30 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato è verificabile soprattutto a Rimini, dove si può palare di una vera e propria emergenza abitativa, e soprattutto per motivi legati all’impossibilità di pagare l’affitto da parte degli inquilini.
All’emergenza abitativa la giunta comunale risponde con due delibere, presentate oggi dall’assessore Gloria Lisi. Due atti non di “assistenzialismo, bensì di sostegno” che prendono le mosse dal protocollo d’intesa tra tribunale, prefettura, provincia, comune, sindacati e banche. La Regione ha infatti stanziato in favore della Provincia 366mila euro per aiutare chi a causa della crisi vive un momento di difficoltà. In particolare, secondo la legge regionale 21 del 2011 questo fonda potrà essere usato per garantire i crediti assunti dalle banche nei confronti di inquilini che abbiano sottoscritto con i proprietari un’intesa per la sospensione dello sfratto, per concedere contributi in favore di inquilini che si trovino in condizioni d’inadempienza rispetto al canone d’affitto, o ancora per favorire mobilità nel settore degli affitti e per favorire l’accesso e la permanenza di inquilini in alloggi di proprietà privata.
Il secondo provvedimento riguarda in modo specifico le famiglie con due figli minori a carico, o i genitori separati con almeno un figlio minore. Il fondo complessivo, in questo caso ammonta a 248mila euro di cui 77mila dalla Regione gli altri da capitoli del Comune, sarà usato per aiutare almeno 200 nuclei con problemi abitativi che rispettino alcuni requisiti tra cui la residenza da almeno tre anni a Rimini e non oltre quattro mesi di morosità. Per accedere bisognerà presentare domanda entro il 7 dicembre (questa la scadenza del bando). Per informazioni si può telefonare al numero dell’ufficio casa del Comune di Rimini in via Rosapina, 0541-704721.
30 10 2012 | Rimini | Negozi aperti a Ognissanti: Cgil, Cisl e Uil contro il ‘consumo’ della festività
Rimini | Negozi aperti a Ognissanti: Cgil, Cisl e Uil contro il ‘consumo’ della festività
Condanna unanime dei sindacati sulle aperture dei negozi nei giorni festivi che si ergono a difendere dal ‘consumo’ la festività di Ognissanti. Cgil, Cisl e Uil chiedono quindi un confronto tra enti locali, sindacati, associazioni imprenditoriali ed aziende della grande distribuzione organizzata sul tema delle aperture festive per definire un calendario integrato che rimetta in equilibrio gli interessi di tutte le parti.
«Ponte Ognissanti, “tutti aperti e tutti chiusi dentro”, senza soldi, perché la crisi incombe e da spendere c’è ben poco, e tutti gli altri a lavorare. L’abuso dei calendari di apertura mette a dura prova la resistenza di chi deve lavorare per una magra maggiorazione lasciando a casa la famiglia, i bambini, e rinunciando agli amici ed affetti, per ritrovarsi in giorno di riposo quando tutti gli altri lavorano o sono a scuola», dicono i sindacati, cui già non vanno giù le domeniche.
Adesso «numerose aziende commerciali rivolgono le proprie mire anche al consumo nel giorno di Ognissanti, giornata tradizionalmente destinata dalle famiglie e dai lavoratori a visitare i propri cari defunti, essendo il 2 novembre lavorativo, o comunque a coltivare i propri interessi sociali».
A Rimini gli esercizi commerciali avranno facoltà di esercitare o non esercitare la propria attività. Il Comune ha revocato, con ordinanza sindacale, l’obbligo di tale chiusura prevista per il 1 novembre, 25 dicembre e 1 gennaio di ogni anno.
30 10 2012 | Rimini | Stranieri, secondo Migrantes producono 71,9 milioni di entrate tra fisco e contributi
Stranieri in città, il rapporto Migrantes
Sono 555mila, pari al 12,4 per cento della popolazione complessiva. In Emilia Romagna sono tanti, dalla stima del rapporto Caritas Migrantes, i soggiornanti. In regione il fenomeno migratorio conferma le sue caratteristiche di crescita, ma anche di progressiva stabilizzazione. Un anno fa, infatti, la stima dei cittadini stranieri regolarmente soggiornanti in regione era infatti di 544mila persone, pari al 12,3 per cento della popolazione totale.
Nella ‘classifica’ di Migrantes a Rimini è al settimo posto tra i comuni con 16.558 stranieri residenti. In provincia, l’incidenza degli stranieri sul totale dei residenti è del 10,5 per cento (con 15.664maschi , 9,8 per cento, e 19.237 femmine, 11,2 per cento). Sono in 34.901 in totale e sono a Rimini per lavorare, producendo un gettito fiscale pari a 25,6 milioni di euro e contributi per 46,3 milioni, per un totale di quasi 71,9 milioni di entrate. Poco più di 33mila sono lavoratori dipendenti (il 9,3 per cento), poco più di 23mila lavorano nei servizi, gli altri per l’industria e per l’agricoltura. Sono 1.811 i lavoratori autonomi.
Sul totale degli stranieri residenti i minori a Rimini sono 6.885 cioè il 19,7 tra gli stranieri e il 12,6 tra il totale dei minori. Nelle scuole di Rimini sono 990 i bimbi con cittadinanza non italiana (10,7 per cento sul totale) che frequentano la scuola per l’infanzia, sono 1.758 gli scolari (11,5 per cento), 1.191 i ragazzi delle medie (12,7), 2.016 quelli delle superiori (14,6), per un totale di 5.955 ragazzi non cittadini italiani (12,5 per cento).
Tornando al dato regionale e considerando le sole residenze anagrafiche, all’1 gennaio 2012 i residenti stranieri erano 530.015, pari all’11,9 per cento della popolazione, contro i 500.585 del 2011 (11,3 per cento). Un’incidenza percentuale dunque in crescita nel tempo (nel 2002 erano il 4,1 per cento), ma, anche, in progressivo rallentamento: l’incremento 2012-2011 è infatti del 5,9 per cento, dato in flessione rispetto agli anni precedenti (8,2 per cento sul 2010, 9,8 per cento sul 2009, 15 per cento sul 2008 e sul 2007). A confermare la tendenza verso un insediamento sempre più stabile degli stranieri in Emilia-Romagna, anche la presenza femminile che da minoritaria nel 2002 (46,9 per cento), è oggi preponderante (51,7 per cento), l’elevata presenza di alunni stranieri nelle scuole (il 14,6 per cento, la percentuale più alta a livello nazionale) e la crescita del 7,2 per cento dal 2010 al 2011 delle imprese con titolare straniero.
Residenti e Paesi di provenienza
I comuni emiliano-romagnoli che superano il 10 per cento dei residenti stranieri passano dai 22 del 2004 ai 176 del 2011 (oltre la metà dunque dei complessivi 348), con Galeata (Fc) al 22,5 per cento, Luzzara (Re) al 21,6 per cento e Castel San Giovanni (Pc) al 21,3 per cento e altri 35 comuni con valori percentuali compresi fra il 15 e il 20 per cento. Tra i Comuni capoluogo Piacenza e Reggio Emilia sono quelli con la più alta incidenza di popolazione straniera (17,7 per cento). Bologna, primo in valori assoluti (52.473) è al 60° posto con il 13,7 per cento. Piacenza si conferma prima anche come area provinciale con il 14,1 per cento , seguita da Parma (13,1 per cento). I principali paesi di provenienza degli stranieri residenti sono il Marocco (13,8 per cento, in ulteriore decremento rispetto all’anno precedente), la Romania (13,7 per cento, in crescita di mezzo punto percentuale), l’Albania al 11,8 per cento (in leggera diminuzione). Risultano piuttosto distanziati gli altri paesi, anche se si può evidenziare il peso percentuale della Moldavia (5,8 per cento, in leggera crescita), dell’Ucraina (5,5 per cento, pressoché stabile). Presentano percentuali fra il 4 e il 5 per cento la Cina e la Tunisia.
Scuola
Quasi un cittadino straniero residente su quattro (22,8 per cento) oggi in Emilia-Romagna è minorenne. Prosegue anche nel 2011 il primato emiliano-romagnolo dell’ incidenza straniera nelle scuole. Nell’anno scolastico 2011/2012 gli alunni con cittadinanza non italiana sono stati 86.944, pari al 14,6 per cento degli iscritti totali (contro un dato nazionale dell’8,4 per cento). L’incidenza percentuale è pertanto salita ulteriormente rispetto al 14,0 per cento dell’anno scolastico 2010/2011, al 13,5 per cento di quello 2009/2010 e al 12,8 per cento di quello ancor precedente. Rispetto a questo dato medio complessivo, si evidenziano valori più elevati nella scuola secondaria di primo grado (16,0 per cento) e nella primaria (15,8 per cento). Da segnalare che nell’anno scolastico 2011/2012 il 46,5 per cento degli alunni stranieri presenti nelle scuole regionali era nato in Italia (dato in crescita rispetto all’anno precedente di quasi due punti percentuali), con un 82,7 per cento nella scuola dell’infanzia e un 59,4 per cento in quella primaria.
Lavoro
Nel corso del 2011 la banca-dati Inail mostra 356.825 lavoratori dipendenti stranieri occupati in Emilia-Romagna. Si tratta del 19,2 per cento dei lavoratori complessivi: una percentuale sostanzialmente identica alla media delle regioni del Nord Est (19,1 per cento) e comunque superiore alla media italiana (16,4 per cento). Nel 2011 il 31,1 per cento dei nuovi assunti in Emilia-Romagna è stato straniero (regioni Nord-Est 31,2 per cento, media italiana 24,8 per cento). La distribuzione degli occupati stranieri per macro-settore economico mostra che maggiori quote riguardano innanzitutto il terziario (51,0 per cento), in particolare il settore alberghiero e della ristorazione, i servizi alle imprese e – in misura minore – le attività svolte presso famiglie. Seguono l’industria (37,1 per cento), in particolare il settore delle costruzioni, e l’agricoltura (9,9 per cento). I paesi più rappresentati fra i lavoratori dipendenti sono, nell’ordine, Romania, Marocco, Albania, Cina. Un ulteriore indicatore significativo di integrazione e stabilizzazione degli immigrati riguarda l’esperienza imprenditoriale: secondo i dati Unioncamere/CNA al 31.12.2011 le imprese con titolare straniero sono 27.245, dato in crescita se se si tiene conto che dal 2010 c’è stato un aumento del 7,2 per cento. I paesi di provenienza più rappresentati sono, nell’ordine, Albania (14,9 per cento), Marocco (13,8 per cento), Cina (13,2 per cento), Romania (11,4 per cento) e Tunisia (11,1 per cento). Ugualmente interessante è che più della metà delle imprese con titolare immigrato (53,7 per cento) è suddivisa tra le Province di Bologna, Reggio-Emilia e Modena.
Fisco e previdenza
L’apporto dei lavoratori stranieri è importante non solo sul versante produttivo, ma anche su quello fiscale, contributivo e dei consumi. Secondo i dati elaborati dall’Agenzia socio-sanitaria regionale i lavoratori stranieri percepiscono un reddito medio di 1.000 euro netti al mese (con un differenziale di circa -23 per cento rispetto ai lavoratori italiani, ancora maggiore per le donne: -30 per cento). Il loro gettito contributivo è di circa 857 milioni di euro nel 2010 (pari al 5 per cento di tutti i contributi previdenziali versati in Emilia-Romagna, nel 2010). Con un’aliquota media di circa l’11 per cento, il loro gettito fiscale è di circa 474 milioni di euro, per un totale di 1 miliardo e 332 milioni di entrate.
30 10 2012 | Bellaria | Cisl, Bonanni benedice il matrimonio Fai Filca
Bellaria | Cisl, Bonanni benedice il matrimonio Fai Filca: Il sindacato colma il vuoto della politica
In oltre mille a Bellaria per la fusione di Fai e Filca, i sindacati Cisl dell'agro-alimentare e dell'edilizia.
“Bisogna ottimizzare le Cisl orizzontali e verticali per disporre meglio delle persone sul territorio, per fare più recapiti e per aumentare il cosiddetto front office. E la Fai e la Filca hanno proposto un progetto che non potrà non influenzare le altre categorie e la stessa Cisl”, ha detto Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, chiudendo i lavori dell'assemblea.
Secondo il leader della Cisl “la rappresentanza sociale del sindacato colma il vuoto lasciato dalla politica. Per la Cisl è il momento del salto di qualità: nei processi di lavoro, nei campi come nei cantieri, la nostra sfida non è solo quella di aumentare il salario o chiedere la Cassa integrazione. Dobbiamo costruire una strategia, perché così facendo fortifichiamo le basi democratiche del Paese, che si salva solo se crescono la responsabilità e l’iniziativa dei singoli cittadini nelle loro associazioni. E noi siamo la più importante”.
All’assemblea anche il segretario generale Filca, Domenico Pesenti. “Costruire una nuova federazione tra Fai e Filca – ha detto – vuol dire dare vita ad un potente strumento di cambiamento per un nuovo umanesimo del lavoro e proporre un modello di sviluppo e di società basato sul valore della persona e del lavoro”. Dall’unione dei due soci ne nascerà uno con oltre mezzo milione di iscritti.
30 10 2012 | Riccione | Pironi proroga l’ordinanza 'antilucciole'
Riccione | Pironi proroga l’ordinanza antilucciole. Dal 1 giugno sanzionate 24 prostitute e 11 clienti
“In considerazione dei risultati positivi ottenuti dall’ordinanza anti-prostituzione emanata all’inizio dell’estate” dice la nota del Comune di Riccione, “il sindaco Pironi ha deciso di prorogarne l’efficacia fino al 31 gennaio 2013”. L’ordinanza sarebbe decaduta domani, 31 ottobre.
La novità è che l’area di azione della nuova ordinanza sarà estesa, quindi, dal 1 novembre, anche “all’area artigianale, che durante il periodo invernale diventa spesso luogo di incontri di varia natura”. Dai dati forniti dal Comune risulta che nel corso dell’ultimo mese la Polizia municipale ha svolto numerosi controlli anti-prostituzione nelle varie aree della città. Tali controlli hanno confermato la persistenza del fenomeno, anche se non con gli stessi numeri e proporzioni dell’estate. Dal 1 giugno ad oggi, in base all’ordinanza in vigore, sono state sanzionate 24 prostitute e 11 clienti”.
esercitazione antinquinamento capitaneria rimini
Mille litri di gasolio in mare, ma è un’esercitazione
Pollex 2012 è il nome dell’esercitazione antinquinamento della Capitaneria di porto che si è svolta oggi nelle acque di Rimini. In pratica, il tratto di mare tra il porto e la piattaforma di estrazione Azalea B (a otto miglia dalla costa) è stato scelto per ambientare la simulazione di uno sversamento accidentale in mare di 1000 litri di gasolio a seguito della rottura di una linea di aspirazione della pompa di rilancio dalla piattaforma off-shore.
Sono intervenuti i mezzi navali della Guardia costiera, cioè le motovedette CP 612 e CP 2107, e i mezzi delle altre forze di Polizia a supporto, la PS 491 e GDF V2013, nonché due battelli disinquinanti della società concessionaria della piattaforma che hanno proceduto al recupero del prodotto sversato mediante l’impiego di panne galleggianti e di un oil skimmer.
30 10 2012 | Rimini | Di Gennaro, trovato il corpo in Madagascar
Di Gennaro, trovato il corpo in Madagascar
Sfinito e colto da un malore durante una passeggiata, probabilmente. E' stato trovato in Madagascar il corpo di Vittorio Di Gennaro, il turista 69enne di Rimini scomparso una settimana fa durante un'escursione nella riserva naturale di Ankarana, a nord dell'Isola.
La Farnesina ha precisato che sul cadavere dell'uomo sembra non ci siano segni di violenza, anche se bisognerà attendere l’esito dell’autopsia per conoscere con certezza le cause del decesso. Sempre dagli Esteri fanno sapere che il corpo è stato ritrovato nella notte.
Di Gennaro era un ingegnere in pensione, partito domenica scorsa per un tour organizzato. Raccontano i compagni di viaggio che nel corso di un'escursione si sarebbe fermato perché stanco, dicendo che li avrebbe attesi al ritorno. Così non è stato e i tre hanno avvertito le autorità locali che hanno fatto partire le ricerche, concluse nella notte.
30 10 2012 | Bologna | Sanità e responsabilità civile, la patata bollente alle Asl
Sanità e responsabilità civile, la patata bollente alle Asl
Questa mattina la commissione regionale Politiche per la salute e politiche sociali ha approvato il provvedimento relativo ai rischi derivanti da responsabilità civile negli enti del Servizio sanitario regionale. La novità è che dal 1 gennaio 2013 si partirà con la gestione diretta dei sinistri, affidata a ciascuna azienda sanitaria.
L’obiettivo è quello di “ottimizzare le risorse impiegate in quanto in Emilia – Romagna tra il 2006 e il 2011, le compagnie hanno incassato, 259milioni dalle aziende sanitarie, a fronte di liquidazioni di 41 milioni”, spiega il vicepresidente della commissione Roberto Piva (Pd).
In pratica per i risarcimenti fino a 100mila euro (il 90 per cento dei casi) la gestione sarà delle singole aziende sanitarie, mentre tra i 100mila e 1milione 500mila euro ci sarà una cogestione tra aziende e Regione. Oltre il milione e mezzo sarà indetto un bando europeo per un’unica polizza regionale.
Di positivo per i cittadini, fa notare Piva, anche il fatto che “troveranno subito l’interlocutore pubblico (l’Asl) in caso di eventi avversi in sanità”.
30 10 2012 | Rimini | Legge di stabilità, Petitti (Pd): Tutto da rifare
Legge di stabilità, Petitti (Pd): Tutto da rifare, ma c'è tempo solo fino a domani
“Sugli enti locali la legge di stabilità così come licenziata dal governo avrebbe effetti devastanti, ponendo a carico di essi il 75% circa dei tagli”. L’allarme, in vista della death line di domani (ultimo giorno per presentare eventuali emendamenti), arriva anche dal segretario provinciale del Pd Emma Pettitti. Già ieri ad alzare la voce sono state da Cesena le coop romagnole che hanno affidato ai parlamentari locali le loro obiezioni.
“Servono dei correttivi forti su imu, spending review e patto di stabilità, perché se si danneggiano i nostri Comuni si rischia di fare danni alle comunità. Su questi punti continuerà il nostro impegno insieme ai nostri amministratori”.
Le criticità della legge sono più di una, a partire dalla spending review con “l’ulteriore taglio di due miliardi di euro per il 2013, che si aggiunge ai 500 milioni dello scorso agosto” e che “rischia di portare i Comuni in dissesto preventivo, mettendo i sindaci nelle condizioni di poter assicurare i soli servizi fondamentali (come l'anagrafe) e restituire allo Stato tutto il resto, nell'attesa inoltre di sapere quali competenze saranno trasferite in seguito al riordino delle province”.
Secondo il segretario Petitti esistono dei punti su cui si potrebbe agire per ingentilire la legge e superare il patto di stabilità, quello cioè che “lo Stato centrale” usa “solamente per scaricare in periferia gli oneri del trattato di Maastricht”. “Anche a beneficio del tessuto delle nostre piccole medie imprese locali, serve una moratoria di almeno due anni sul patto di stabilità, o, in alternativa, l'esclusione delle spese sostenute dagli enti locali per manutenzione e messa in sicurezza del patrimonio esistente, comprese le strade”.
Anche su imu e federalismo fiscale c’è da “compiere in senso definitivo” la riforma. “I nostri sindaci devono essere messi in condizione di modulare totalmente ed in autonomia la tassazione sugli immobili”.
Farebbe bene lo stato, inoltre, a introdurre “sia meccanismi di penalizzazione per enti ed amministratori non virtuosi, sia automatismi premiali per chi governa con rettitudine e morigeratezza gli enti locali e le comunità”. E, infine, meno regole perché i sindaci hanno “bisogno di poche regole chiare ed obiettivi da rispettare e raggiungere come meglio credono. Altrimenti possiamo dire addio alle autonomie locali, e tornare a forme di vassallaggio dal sapore molto più medioevale”.
Rimini tra le Smart Cities. Una classifica generosa
Rimini tra le Smart Cities. Una classifica generosa
Negli ambienti dell’innovazione è uno dei tempi più dibattuti e sulla bocca di tutti. Facile anche da pronunciare per gli amministratori locali che, quando vogliono fare vedere di essere all’avanguardia, devono solo recitare come un mantra: “la nostra città si avvia sulla strada delle Smart cities”.
Il tema in effetti è affascinante, considerando che Rimini da tempo si interroga sul suo futuro e questo si fa sempre più urgente (a dire il vero, tra i tanti luoghi comuni che ha messo in fila, il piano strategico di Rimini almeno questo sembra non essere riuscito a citarlo; provate a cercare ‘smart cities’ nel documento finale).
Le smart cities sono le città intelligenti, capaci di coniugare innovazione, ambiente e qualità della vita. Tema molto in voga a livello internazionale e europeo, l’attuale governo Monti ne ha fatto uno degli strumenti prioritari per riavviare la crescita.
Allora può essere interessante guardare alla ricerca, presentata ieri durante la Smart Cities Exhibition, l’ICity Rate, nella quale Rimini ha conseguito dei buoni risultati, alcuni addirittura sorprendenti, altri un po’ meno.
La ricerca riguarda i capoluoghi di provincia italiani ed è stata effettuata tramite la raccolta di alcuni parametri, rendendo, attraverso operazioni statistiche, i vari valori confrontabili e creando una sorta di smart city index.
Classifica generale
In questa classifica Rimini si piazza al 16° posto su 103 capoluoghi analizzati. Non male; anche se Ravenna è più smart, Forlì però è dietro. Interessante è quindi guardare alle varie classifiche parziali che hanno portato a quella generale.
Dimensione economica
Qui Rimini realizza la sua migliore permormance: 4° posto dopo Pisa, Milano e Firenze. I parametri utlizzati sono i più vari: imprese con certificazioni particolari, imprese del settore IT, intensità brevettuale, imprese giovanili, occupazione e disoccupazione, dotazione delle infrastrutture e distanza del comune dal più vicino areoporto per esempio o la dotazione ricettiva, attrattività turistica e fiere. Questi, alcuni dei parametri che hanno portato Rimini al 4 posto.
People
Questa è l’altra classifica parziale dove Rimini raggiunge una buona posizione: la decima. A questa pozione hanno influito fattori quali livello di istruzione, attrattività di studenti stranieri, tassi di digitalizzazione della scuola, associazionismo e indici di pari opportunità
Ambiente
Qui Rimini è al 13° posto e, considerando i nostri problemi, ci è andata anche bene: qualità dell’aria, raccolta differenziata, spazi verdi, riciclo, dispersione e depurazione delle acque, riciclo rifiuti. A sentire la ricerca sulle Smart cities Rimini sta meglio di molte altre città.
Governance
E qui si scende ancora, ma di poco, 15° posto secondo tantissimi parametri: i più interessanti da segnalare ci sembrano quella sulla pianificazione del territorio, dallo stato del piano regolatore a quello degli insediamenti produttivi fino al piano delle attività commerciali.
Mobilità
Qui arrivano i dolori ( come era facile individuare anche da un altro nostro servizio, qui link articolo): Rimini è al 37° posto e i parametri sono quelli classici: utilizzo auto verdi, trasporto locale, mobilità sostenibile, ciclabili, Ztl e parcheggi.
Living (ovvero qualità della vita)
Qui Rimini raggiunge il peggiore dei suoi risultati: investimenti in cultura e sociale, soddisfazione domanda asili nido, povertà, attrattività bisogni ospedalieri, consultori, possibilità culturali, libri, cinema, biblioteche, criminalità, strutture anziani.
Due note finali nostre
La ricerca sembra dunque confermare che Rimini non è una città immobile, ma “ci prova” ancora, nonostante la propria crisi e quella internazionale; una città che pur nella crisi vive e produce.
Più difficile è “accettare” la ricerca su quei punti in cui l’immagine proposta dalle statistiche proprio non corrisponde con la città vissuta: rispetto dell’ambiente, servizi, mobilità; non parliamo delle fogne (e dire che c’è una voce della ricerca che recita “dispersione e depurazione delle acque“) e della pianificazione territoriale.
Abbiamo chiesto maggiori informazioni. Magari una valutazione più accurata degli elementi della ricerca può far comodo a tutti.