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Tra Rimini e Bellaria il derby non è questione di campanile

Venerdì, 04 Ottobre 2013

7bTra Rimini e Bellaria il derby non è questione di campanile

 

Tra Rimini e Bellaria, che domenica si troveranno di fronte al Romeo Neri per la sesta giornata di campionato, gli intrecci sono parecchi ma si comincia dall’ultimo, si parte dall’asterisco in classifica. E’ arrivata infatti mercoledì, per le due società, l’ufficialità della penalizzazione di un punto in classifica da scontare nella stagione in corso. Non un fulmine a ciel sereno, il -1 è infatti previsto dal regolamento in caso di mancata presentazione, nei tempi stabili, della fideiussione di 400.000 euro: la penalizzazione era quindi attesa giacché le due società hanno inoltrato la documentazione in ritardo. Inibiti anche i due presidenti, Biagio Amati e Sauro Nicolini, per quattro mesi il primo (che già sta scontando altri due mesi per una precedente inadempienza sul bilancio), e per sei il secondo. Presidenti con lo stesso core business nelle loro aziende - il mattone per intenderci - e finiti in ginocchio per la pesante crisi dell’ultimo periodo, dopo almeno una quindicina di anni con il vento in poppa. Crisi che ha depresso il pallone riducendo le distanze tra le due, anche se è il Rimini ad aver percorso più strada al ribasso, andando incontro al Bellaria che cerca da sempre di sopravvivere (riuscendoci anche) tra i professionisti, consapevole però, come ha più volte ripetuto il presidente Nicolini, che la categoria è un lusso per la dimensione cittadina. Si fa calcio creativo, ci si arrabatta nelle difficoltà insomma e si tiene duro in attesa di tempi migliori o alla peggio di un naturale ridimensionamento, messo in conto a Bellaria, e molto più difficile da far passare a Rimini. Simili anche nella costruzione della squadra – nei numeri almeno- con oltre 35 giocatori tesserati. No, non si tratta di rosa ampia per far fronte ai tanti impegni del campionato, nessuno delle due potrebbe permetterselo del resto, è quel calcio creativo di cui sopra, quella sorta di casting del pallone che ha preso piede negli ultimi anni, specie nelle società in difficoltà economica, dove giovanotti che farebbero meglio a pensare ad altro, vanno alla ricerca dell’X-Factor e uno su mille, forse, ce la fa. Stessi punti in classifica, erano otto poi diventati sette da mercoledì: due vittorie, due pari e una sconfitta, questi i primi 450’ di campionato per biancorossi e biancoazzurri. Un buon avvio, anzi, un avvio superiore alle attese non fosse altro per il significativo ricambio nelle due squadre e nei rispettivi staff tecnici: bravi tutti ad accorciare i tempi del rodaggio in un campionato dove chi resta indietro difficilmente riuscirà poi a tenersi fuori dalla mattanza studiata dai vertici della Lega per ridurre le formazioni professionistiche. Sarà dura ma si lotta e di questi tempi è già qualcosa. C’è poi altro, in questa sorta di osmosi, il Rimini, ha visto passare in maglia a scacchi alcuni degli artefici dell’ennesimo miracolo biancoazzurro della scorsa stagione, a cominciare da mister Marco Osio, con il secondo Montalti e il preparatore Pironi, per passare poi al campo con il centrale difensivo Martinelli e la coppia d’attacco Nicastro-Fall. Ecco perché in questa sfida ci sta la parola derby, non è tanto una questione di campanile, è derby perché il rivale non è “nemico” diverso, è avversario perché diventato molto simile. Forse troppo.
Francesco Pancari


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