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Don Battaglia all'ultima udienza del papa: Cos'è che attira tutta questa gente?

Giovedì, 28 Febbraio 2013

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Un centinaio di riminesi all’ultima udienza di Benedetto, don Battaglia: Che cosa è che attira tutta questa gente?


Alle 5,30 del mattino di ieri a Roma fuori dal colonnato di San Pietro era tutto già pieno di gente. Non se l’aspettava così don Roberto Battaglia parroco di Montescudo che con un po’ di parrocchiani e qualche amico aveva dormito nella capitale la notte prima per essere presto in piazza al mattino successivo, entrare tra i primi e posizionarsi abbastanza avanti. E, invece, “arrivati abbiamo trovato chi era lì dalla sera prima. Quei ragazzi inglesi e spagnoli hanno dormito lì fuori. Tu arrivi, li vedi e ti domandi: cos’è che attira tutta ‘sta gente?”.
Già, cos’è. Ieri a piazza San Pietro centinaia di migliaia di fedeli, tra cui più di cento riminesi (anche una trentina di parrocchiani delle Fontanelle di Riccione). Gente che ha assecondato il desiderio di essere lì in quel momento per salutare un’ultima volta papa Benedetto e si è organizzata e mossa spontaneamente.


Per me è stata un’esperienza forte. Eravamo tutti lì per manifestare affetto, gratitudine e vicinanza al papa, quando lui con la sua testimonianza personale, parlando di sé, ci ha inchiodati davanti a Gesù. E alla fine a dominare la piazza, oltre l'entusiasmo e il desiderio dei fedeli di cose belle e vere, la vicinanza, l’affetto e la gratitudine al papa, ha vinto un’altra cosa. Ha dominato la sua vicinanza nel rapporto con Cristo, la sua certezza che la barca della Chiesa non è di Pietro ma è di Gesù. Che Gesù opera e che la chiesa non è un’organizzazione o un’associazione con fini religiosi, ma comunione che nasce da Cristo. Ha dominato la certezza che Gesù è presente sulla barca con la Chiesa”.


Il dono lasciato da Benedetto in eredità è “questa sua certezza di essere in dialogo con Cristo, questa sua vita tutta presa dal sì al ministero di Pietro, che continua ad esserlo nella stessa rinuncia al ministero, e che non cessa di essere affascinante e attrattiva. E’ impressionante cosa può suscitare questo uomo di ottant’anni tutto preso da Gesù. E’ di questo che si è riempita la piazza, dell’attrattiva della presenza di Gesù per come lui lo testimoniava attraverso la sua esperienza, raccontando del suo personale rapporto con Cristo in questa ultima circostanza”.


Un ultimo saluto che ha rispecchiato gli otto anni di magistero. “Tutto il suo pontificato – spiega don Roberto – è stato un continuo rimettersi davanti alla presenza di Cristo. Ho un ricordo. Alla conclusione dell’anno sacerdotale, nel 2011 (anno sconvolto dai casi di pedofilia, ndr) ci fu una giornata conclusiva con a sera la veglia di preghiera in piazza San Pietro. A un certo punto lui si è alzato e si è inginocchiato davanti al Santissimo e con il suo gesto, e il modo con cui lo ha fatto, ha portato tutti i preti a inginocchiarsi sui sampietrini, tutti catturati da lui. Ci ha inchiodati al suo rapporto con Gesù. Ieri lui ha detto che la chiesa è viva. Lo ha fatto in virtù della sua esperienza di otto anni. Noi, invece, abbiamo visto che la chiesa è viva da come domina in lui la presenza viva di Cristo”.


Alla fine, per Benedetto, un lunghissimo giro in jeep e nessun baciamano, ma soprattutto “un attimo di silenzio in cui non ha dominato un’assenza, ma quella presenza che lui stava testimoniando. Non è che io non percepisca il distacco umano, i suoi continui interventi sono stati per me una compagnia quotidiana. C’è una gratitudine e un dolore per il distacco dalla forma che ha avuto questa paternità. Ieri abbiamo visto come si sia realizzata in modo estremo anche nella sua rinuncia. Nel suo trascinarci dentro l’attrattiva di Gesù, lo ha fatto così tanto che quando è andato via non ci ha lasciati orfani, ma pieni della presenza che lui ha testimoniato. Una paternità che nel gesto estremo del distacco si è compiuta”.


“Silenzio, letizia, certezza e stupore” hanno dominato, infine, il viaggio di ritorno dei pellegrini riminesi guidati da don Roberto.

Ultima modifica il Giovedì, 28 Febbraio 2013 18:23

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