Daspo alle baby gang, Sadegholvaad: "necessario condividere regole e rispettare le leggi"

Giovedì, 29 Settembre 2022

(Rimini) "Desidero esprimere il ringraziamento, a nome di tutta la comunità riminese, nei confronti del Questore, Rosanna Lavezzaro, e dei Carabinieri di Rimini per l'attività di investigazione e di contrasto condotta durante l'intera estate 2022 e che ha portato in questi giorni all'emanazione di 22 fogli di via nei confronti di altrettanti neo maggiorenni, protagonisti nei mesi scorsi tra Rimini e Riccione di scorribande legate al fenomeno delle cosiddette 'baby gang'. Lo stesso ringraziamento va esteso a tutte le forze dell'ordine e al Prefetto, Giuseppe Forlenza". Così il sindaco di Rimini camil Sadegholvaad commenta quello che potrebbe sembrare l'ultimo atto dopo un'estate di controlli serrati delle forze dell'ordine, in particolare alle stazioni di Riccione e Rimini, che ha portato a indentificare decine di ragazzi e a individuare in maniera tempestiva gli affiliati alle baby gang che minacciavano sin dalla primavera sui social di mettere a ferro e fuoco la Perla Verde, emblematica capitale delle vacanze italiane, come tra l'altro erano riusciti a fare lo scorso anno.

In pratica, ventidue tra i teppisti più violenti identificati quest’estate proprio in queste ultime ore si stanno vedendo recapitare un foglio di via da parte della questura. Non potranno mettere piede nella provincia di Rimini per un periodo che va dai due anni fino ad un massimo di tre anni. "Nonostante sia un dato già sottolineato dalle cronache nazionali di ogni città metropolitana o luogo di vacanza del Paese, scenario purtroppo ricorrente da oltre un anno a questa parte, mi colpisce ogni volta un aspetto del problema, confermato dai 22 provvedimenti del Questore di Rimini: i destinatari dei daspo sono in larga maggioranza giovani italiani di seconda generazione, provenienti dall'Emilia e da alcune province della Lombardia".

Si tratta "di elementi appunto già noti e sui quali si è già scatenata una dialettica politica anche molto vivace all'indomani degli episodi più clamorosi o cruenti. Ma al di là di tutto, è inutile nascondersi che dietro a questi episodi in cui il vandalismo gratuito si mischia a rapine, furti, bullismo verso coetanei ci sia una evidente questione legata all'integrazione. L'aspetto sociale del disagio è certamente connesso a problematiche di precarietà, emarginazione anche urbana, difficoltà economiche delle famiglie, alimentate ancora di più materialmente e psicologicamente dalle limitazioni fisiche della pandemia, ma questa non può essere una spiegazione né soprattutto una giustificazione per l'illegalità e una vera e propria microcriminalità. Su questo bisogna essere molto netti: non c'è giustificazione sociologica a questo fenomeno, che è europeo, mondiale".

Per Sadegholvaad, "si può, anzi si devono pretendere percorsi, legislativi (ius scholae), occupazionali, di protezione sociale (welfare) e di qualità urbana (fratture urbane, quartieri ghetto), più rapidi e inclusivi ma il tema della responsabilità individuale e famigliare e della stessa condivisione dei doveri che porta con sé la residenza in questo Stato e in questa Nazione non può essere messo in un cantone o in secondo piano. Per indole non mi piacciono le bandierine ideologiche. Ho una vita mia personale, come dimostra costantemente anche il nome 'strano' che porto con orgoglio, che sta tutta dentro un percorso di relazioni quotidiane tra persone, lingue, religioni, culture di diverse parti del mondo. Questi percorsi non diventano discese nel nome di uno slogan ma vanno costruiti faticosamente una pietra dopo l'altra. Ma queste pietre non devono metterle altri. Il primo sforzo è di coscienza individuale".

conclude il sindaco, "non si può sociologizzare ogni volta i problemi. Se si vive in Italia, tanto più in regioni ricche e dal welfare soddisfacente come la Lombardia o l'Emilia Romagna, si condividono valori e regole di civile coesistenza, di rispetto, di osservanza delle leggi che non possono essere derogate o giustificate nel nome di qualsiasi altra cosa. Ci sono luoghi, spazi, occasioni per risolvere le criticità, arrivando anche a forze di protesta pacifica e democratica che possono essere fatte proprie dalle forze politiche, civiche e sociali. Ma mettere a ferro e fuoco le città, picchiare, vandalizzare non ha alcuna giustificazione né a monte né a valle. Vale per gli italiani di prima, seconda, terza, quarta generazione. Senza se e ma e senza giustificazioni di nessun tipo".