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Rimini, i tanti modi di intendere la partecipazione

Giovedì, 14 Febbraio 2013

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Rimini, i tanti modi di intendere la partecipazione


Dal 2010 ad oggi, dal momento cioè in cui la legge finanziaria ha soppresso le circoscrizioni per gli locali con meno di 250mila abitanti a Rimini c’è una sedia vuota in comune: quella dei cittadini, tout court. Si chiama accesso, informazione, in una parola partecipazione, ed è un diritto sancito almeno da una legge (241 del 1990) e da un decreto legislativo (267 del 2000). Lo scopo è sì di favorire la partecipazione del cittadino alla vita dell’ente, ma anche di consentire a chi amministra di conoscere le posizioni, le critiche, i suggerimenti, le istanze provenienti dalla cittadinanza. Un principio che discende direttamente dal diritto di sovranità popolare e dal diritto di cittadinanza, riaffermato dalla normativa europea.


La settimana scorsa il Movimento 5 Stelle ha depositato in consiglio comunale una delibera che sarà inserita nell’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale e presentata dal consigliere Gianluca Tamburini. Chiedono l’istituzione del ‘question time del cittadino’, istituto già attivo in altre realtà comunali, un momento in cui i cittadini possano formulare richieste su qualsivoglia argomento (fatta eccezione per i casi trattati dalla magistratura), magari “con cadenza quindicinale” e pubblicizzato “ai cittadini, attraverso i canali istituzionali” o ancora meglio “presso la sala consiliare, in orario pomeridiano, con preferenza per l'ora precedente l'inizio del consiglio comunale”. A rispondere alle domande depositate dai cittadini almeno dieci giorni prima dovrebbero essere il presidente dell’assemblea e almeno tre assessori, quelli interessati al question time. In sala rappresentanti delle forze dell’ordine e tutto il pubblico che vorrà assistere alla seduta senza la possibilità di intervenire.
E questa è una proposta per garantire la partecipazione dei cittadini all’attività amministrativa che li riguarda.


Ne esiste anche un’altra. E’ del consigliere del Pdl Nicola Marcello ed è sulla falsariga delle circoscrizioni di vecchia memoria, ma senza gli stessi costi. L’ha presentata qualche mese fa in prima commissione, che presiede. Poi non se n’è saputo più nulla, ma Marcello ha deciso che a breve se ne riparlerà. Spiega che la sua proposta prende le mosse dalla “delibera votata all’unanimità dal consiglio comunale il 27 marzo del 2011”. Prevede “la riduzione da sei a quattro circoscrizioni (centro storico fino a parco Marecchia, lungomare fino a ospedale, zona sud con Gaiofana, Rimini nord fin lungo la Marecchiese e Santa Giustina). Come era stato già deliberato”, spiega il consigliere del Pdl. Da definire resterebbe la modalità per arrivare ad eleggere, estrarre, nominare (?) il consigliere di quartiere. “Sarebbe bello estrarli a sorte – dice Marcello – non potendoli eleggere più a suffragio diretto. Ma, ahimè, non tutti i residenti di un quartiere s’interessano di politica. Io propongo che i partiti indichino una rosa di nomi tra cui sorteggiare”. Marcello ricorda come in alcuni Comuni, le circoscrizioni siano addirittura “rimaste, ma senza gettone di presenza”.


Il Comune di Rimini, da parte sua, sta promuovendo sempre a proposito di partecipazione i CiViVo (civico, vicino, volontariato), gruppi di cittadini armati di tanta buona volontà che tengono puliti strade, parchi e cimiteri vicino casa loro e per questo ricevono ramazze e palette e ogni altro strumento di cui necessitino dal comune. “Sono gruppi di persone presenti e riconosciute dai cittadini”, ci ha spiegato l’assessore Nadia Rossi, un po’ di tempo fa. “Sono l’immediato interlocutore per piccole segnalazioni che così arrivano attraverso il CiViVo dal cittadino all’amministrazione”. Rispetto all’attività amministrativa? “Noi con loro non ci siamo mai consultati, ma è chiaro che per noi sono il primo gruppo di cittadini con cui farlo”.

Ultima modifica il Giovedì, 14 Febbraio 2013 20:21

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