Corrado Peraboni nuovo amministratore delegato di IEG

Mercoledì, 18 Dicembre 2019

Corrado Peraboni, muovo AD di IEG Corrado Peraboni, muovo AD di IEG

Viene dalla Fiera di Milano il nuovo amministratore delegato di IEG, chiamato a sostituire Ugo Ravanelli, dimessosi nei mesi scorsi dopo la raggiunta quotazione in Borsa. Si tratta di Corrado Peraboni che ha ricoperto tale incarico in Fiera Milano nel biennio 2015-2017. In precedenza, dal 2000 al 2015, era stato direttore della Fondazione Fiera di Milano, e ha ricoperto anche la carica di presidente dell’UFI (Associazione globale dell'industria fieristica). Una persona che vanta pertanto esperienza e competenza in campo fieristico, sia a livello nazionale che internazionale. Peraboni, votato all’unanimità dal consiglio di amministrazione, sarà operativo nel nuovo incarico già dai primi giorni del 2020. Nel darne notizia oggi in conferenza stampa, il presidente di IEG, Lorenzo Cagnoni, ha sottolineato che la società ripone la massima fiducia nel nuovo amministratore.

Cagnoni ha anche fatto il punto sulla società alla fine dell’anno e parlato delle prospettive del 2020.

A suo giudizio IEG gode di ottima salute. Le previsioni per il 2019 (174 milioni di fatturato; 35,9 milioni di Ebitda; un utile netto di 8,7 milioni da distribuire agli azionisti) sono state abbondantemente superate. Un risultato ragguardevole che, secondo Cagnoni, mette in evidenza alcune caratteristiche di IEG. È la società fieristica che più di altre è titolare dei propri prodotti; è la prima in Italia per redditività; è l’unico attore che si muove sul mercato alla ricerca di acquisizioni e/o integrazioni con altre fiere. È di poche settimane fa l’accordo raggiunto con Forlì che porterà a Rimini la Fiera Avicola in affiancamento al Macfrut ed è della scorsa settimana il perfezionamento dell’accordo con Arezzo Fiere e Congressi dalla quale sono state acquisite le manifestazioni OroArezzo e Gold Italy. “Con Bologna – ha chiosato – i problemi sono soprattutto politici, se ci mettessimo insieme avremo un fatturato di oltre 400 milioni. Il nuovo AD è certamente una figura che spingerà verso l’espansione”. Ma è più probabile che si raggiungano accordi al’estero, magari nel Far East, che con Bologna, per il momento.

Altra caratteristica non trascurabile di IEG, ha sottolineato il presidente, è che distribuisce utili ai soci, mentre altre società chiedono soldi ai soci per aumenti di capitale.

Anche il 2020 è nel segno della crescita e dello sviluppo. Entro l’anno IEG conta di concludere tutto l’iter amministrativo (compresi gli espropri) che porti ad aprire i cantieri (nei primi mesi del 2021) del nuovo grande padiglione circolare atteso da manifestazioni come Sigep ed Ecomondo; utilizzabile anche per grandi eventi di spettacolo. L’obiettivo è di inaugurarlo per il Sigep 2023. Investimenti anche sul quartiere fieristico di Vicenza, dove IEG chiederà che in parte i costi siano sostenuti dai soci pubblici, sull’esempio di quanto fatto a Rimini per il Palacongressi.

Sollecitato dalle domande, Cagnoni è intervenuto sulla spinosa, e ormai ineludibile, questione dell’accessibilità al quartiere fieristico. Nei giorni delle manifestazioni più frequentate il traffico cittadino va letteralmente in tilt. Secondo Cagnoni le enormi dimensioni raggiunte dalla Fiera chiedono un pensiero e una programmazione di alto livello che coinvolga, oltre a IEG, anche Comune, Regione, Anas, Ferrovie. Le ipotesi sul campo sono: un terzo casello dell’Autostrada, un collegamento del Metromare fino alla Fiera, un potenziamento delle corse ferroviarie e delle fermate alla stazione della Fiera. C’è poi la questione dell’aeroporto. “Adesso – spiega Cagnoni - trasporta turisti, e a noi non interessa. Perché si possa sviluppare un traffico funzionale all’attività fieristica e congressuale, occorrono collegamenti con le principali metropoli europee. È chiaro che non basta la ‘preghiera’ alla società di gestione. Si tratta anche qui di aprire un tavolo di discussione ad alto livello coinvolgendo i principali attori del territorio. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

Un’ultima battuta sull’andamento della quotazione in Borsa. “Non siamo contenti, perché il livello di richiesta delle azioni è molto basso”.