Metromare, si parte senza sapere quali saranno i costi annuali di gestione

Lunedì, 21 Ottobre 2019

Quando partirà la linea Metromare, ovvero il trasporto rapido fra Rimini e Riccione? La data ora indicata, dopo che sono state disattese tutte le altre, è il 23 novembre. Ma quel giorno, se così sarà, partirà solo l’esercizio sperimentale con bus ibridi o a metano, non con gli autobus elettrici che stanno ancora fabbricando in Belgio. E quando ci sarà la vera partenza? Questo nessuno è in grado di indicarlo, il massimo a cui si spingono le autorità è che si spera prima dell’estate 2020. Ma quali saranno i costi di esercizio di quest’opera che è costata la bellezza di 92 milioni ed è in itinere da ormai venticinque anni? Su questo nessuna risposta. Pare che il piano costi ricavi sarà fatto quando ci sarà il via ufficiale alla linea e si conosceranno corse e frequenze. È stato confermato che il servizio sarà affidato a Start Romagna, in quanto attuale detentore del contratto di trasporto pubblico locale. Entro il 2020 Agenzia Mobilità della Romagna farà il bando per trovare un nuovo gestore.

Ecco, in sintesi, la sostanza di quanto emerso (o non è emerso) nella lunga riunione della seconda commissione di controllo presieduta dal leghista Matteo Zoccarato e alla quale hanno partecipato, oltre all’assessore Roberta Frisoni, anche i rappresentanti di tutti gli enti coinvolti, Pmr, Start Romagna e Agenzia mobilità Romagna. Fra il pubblico si notava anche un drappello di osservatori interessati, una pattuglia di consiglieri comunali di Riccione (sostenitori del sindaco), guidata dal presidente del consiglio comunale Gabriele Galassi.

Il presidente di Pmr Massimo Paganelli aveva più volte annunciato che Metromare sarebbe partito prima dell’estate 2019. Non è accaduto e se riuscirà a partire a fine novembre sarà solo in via sperimentale senza i mezzi per cui è stata costruita la corsia protetta. Perché? La prima colpa dei ritardi è stata attribuita all’associazione di imprese, guidata da Van Hool, che deve produrre i nove veicoli che costano 10,5 milioni. Il contratto è stato firmato il 2 agosto 2016, il primo bus doveva arrivare lo scorso 23 agosto e l’intera flotta entro il 23 gennaio 2020. Se tutto va bene il primo mezzo arriverà a fine novembre e l’intera flotta a febbraio. Non ci sono di mezzo solo i ritardi delle imprese ma anche, così è stato spiegato, il complicato e tortuoso iter che hanno avuto i vari decreti di assegnazione dei fondi statali stanziati per l’acquisto. Quando i bus arriveranno a Rimini, saranno già stati omologati in Belgio e in Italia si dovrà solo trascrivere l’omologazione là registrata. Un’operazione che comunque richiede qualche tempo. Quando i mezzi saranno a Rimini, si dovranno fare alcune operazioni in capo all’Ustif (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi) che deve rilasciare un nulla osta finalizzato a garantire la sicurezza. Poiché tutte le necessarie verifiche vanno fatte su pista, sarà interrotta la fase sperimentale. Per cui il Metromare sarà fatto partire e poi fermato dopo quattro o sei mesi, si vedrà, tutti i tempi sono incerti. E quanto dureranno queste verifiche Ustif? “Da altri casi precedenti – spiega a BuongiornoRimini il presidente di Pmr, Massimo Paganelli – il periodo va da un mese e mezzo a tre mesi”. Insomma o i mezzi arrivano davvero nei tempi indicati o la prospettiva di aprire prima dell’estate salta un’altra volta.

In commissione si è discusso anche di questa fase sperimentale che a quanto pare non ha altro scopo che quello di non tenere chiuso l’impianto. Contro questa decisione si è scagliato il Comune di Riccione che ha anche chiesto un parere legale sulla legittimità dell’operazione. Lo statuto recita che le decisioni all’interno del comitato di coordinamento dell’accordo di programma devono essere prese all’unanimità e invece Riccione si è dissociato. Paganelli ha replicato che il voto unanime non sarebbe necessario su ogni decisione. Il presidente di Pmr ha contestato anche i dati sui costi della fase sperimentale: secondo Riccione ammonterebbero a 1,1 milioni, invece sarebbero solo di 400 mila euro.

Sono rimaste senza risposta alcune puntuali domande poste da Carlo Rufo Spina di Forza Italia. A quanto ammontano i costi di gestione annuali? Quanti passeggeri annuali sono previsti? Chi ripianerà eventuali deficit? L’unica risposta è che in tutta Italia il trasporto pubblico locale è ovunque in deficit e nei casi più virtuosi si copre il 50 per cento dei costi. A Rimini la copertura economica delle linee attuali è del 35 per cento. Quanto ai probabili passeggeri, BuongiornoRimini ha cercato di farseli dire dal presidente Paganelli. I primi studi di fattibilità parlavano di 5 milioni di passeggeri annui. Paganelli corregge il tiro: “In un elaborato dello studio Faini, predisposto per ottenere un finanziamento bancario, è stato rilevato, dai dati forniti da Start Romagna, che l’attuale linea 11 produce 4,5 milioni di passeggeri. Per dimostrare che Pmr sarebbe stata in grado di pagare il debito alla banca, è stata fatta una simulazione su 3,5 milioni di passeggeri”.

Gioenzo Renzi, di Fratelli d’Italia, ha invece posto l’accento sugli indispensabili collegamenti con la Fiera e con l’aeroporto, che a suo parere costituiscono la vera utilità di Metromare. È urgente arrivare in Fiera e per questo motivo Renzi ha proposto di fare un tracciato parallelo alla linea ferroviaria: costerebbe di meno e sarebbe più facile e veloce realizzarlo. L’assessore Frisoni ha invece difeso l’ipotesi già annunciata di un percorso privilegiato lungo la normale linea stradale. Quanto all’aeroporto, ha rimandato al Masterplan concordato fra Airiminum ed Enac, di cui però al momento nulla si conosce nel dettaglio. Frisoni ha detto che si pensa ad un collegamento sotterraneo che dalla più vicina stazione di Metromare porti al Fellini. Ma è una partita ancora tutta da scoprire.