Il caso Verucchio, ovvero non c'è più il partito di una volta

Domenica, 03 Marzo 2019

Filippo Sacchetti, segretario del Pd Filippo Sacchetti, segretario del Pd

Ma non c’è più il partito di una volta! “E’ proprio così”, reagisce sconsolato Filippo Sacchetti, che del Pd è segretario provinciale da pochi mesi. Se il giovane segretario concorda con l’osservazione maliziosa del cronista, vuol dire che le cose hanno preso davvero una brutta piega. Del resto, viene da pensare, come è possibile che ci si scanni per Verucchio (con tutto il rispetto per lo splendido borgo) e non ci si accalori per Santarcangelo, per la prima volta sottoposta ad un pericoloso attacco del centrodestra, o per Bellaria dove la fine del mandato Ceccarelli potrebbe (forse) riaprire i giochi. No, Verucchio è diventato l’ombelico del mondo.

Sabato la segreteria provinciale ha diffuso un comunicato dove, a parte alcuni brevi cenni sull’universo, l’unica notizia era che il Pd sostiene la candidatura dell’ex assessore Cristian Maffei. Potrebbe essere una non notizia, se non fosse per il fatto che solo una dozzina di giorni fa il segretario provinciale Sacchetti aveva diffuso dichiarazioni pubbliche a sostegno di Stefania Sabba, sindaco uscente del Pd, invisa però ai compagni di partito di Verucchio.

Cosa è successo in questi dodici giorni perché Saccheti cambiasse parere, gettando la Sabba giù dalla rocca dopo averla proclamata il miglior candidato possibile? “Ma no, le cose non stanno così, in quel momento era mio dovere tentare di ricucire con la Sabba, la posizione era il sostegno a tutti i sindaci uscenti”, dice oggi Sacchetti. Nel comunicato ufficiale di sabato questo capovolgimento di posizione è espresso con una prosa che è un capolavoro di ipocrisia. “Per quanto riguarda Verucchio, si rivendica il tentativo fatto per riaprire il confronto a livello locale, ritenendolo un gesto doveroso per tentare di riavvicinare le parti e che non può essere strumentalizzato quale investitura”.  “Stavo cercando di mediare, - dice oggi Sacchetti, - non avevo investito la Sabba. Si tratta di due fase politiche diverse”.

I comunicati però parlano chiaro e in quello del 17 febbraio si leggeva testualmente: “L’esperienza fatta con Stefania Sabba rientra in questa positiva e incoraggiante visione amministrativa, fatta di coinvolgimento e partecipazione civica grazie ai quali si attuano gli impegni presi con i cittadini e si è credibili. Sulla base di questo giudizio e di un programma condiviso dal 2014, riteniamo si possa continuare sul solco tracciato e trovare il suo completamento nei prossimi cinque anni con gli aggiornamenti di programma che saranno apportati”.

La giravolta c’è stata, inutile nascondersi dietro un dito. I mormorii dentro e fuori il partito assicurano che il carico da novanta ce l’abbia messo Giorgio Pruccoli, ostile a Sabba, ex sindaco di Verucchio (Maffei era stato suo assessore), consigliere regionale, leader dell’ala renziana dura e pura e, questo il particolare che più conta, grande elettore di Filippo Sacchetti. Il giovane assessore di Santarcangelo è stato infatti eletto segretario grazie al blitz, molto contestato da Emma Petitti e da tutti i zingarettiani, con cui Pruccoli aveva chiesto che si procedesse immediatamente all’elezione, senza aspettare la fase congressuale che si è conclusa ieri con la vittoria di Zingaretti a livello nazionale e con un bel rimescolamento di carte a livello locale. Secondo questa interpretazione, Pruccoli sarebbe così arrivato ad incassare la cambiale corrispondente al suo sostegno a Sacchetti.

E perché mai Pruccoli avrebbe voluto che il candidato sindaco di Verucchio fosse quello ben accetto ai compagni di partito? Per la risposta non c’è bisogno di far ricorso ad oscuri retroscena. A novembre ci sono le elezioni regionali e Pruccoli per essere rieletto ha bisogno di tutto fuorché di cadere sotto i colpi del fuoco amico proprio nella sua Verucchio. Un seggio a Bologna val bene la rottura definitiva con Sabba e la figuraccia di Sacchetti.

“Purtroppo – commenta diplomaticamente il segretario Sacchetti – c’è stato un irrigidimento da ambo le parti”. Ma lei è il segretario provinciale, non riesce ad imporre la linea ad un piccolo comune come Verucchio? “Eh, mica ho il pulsante da schiacciare per risolvere la situazione!”. Quindi è confermato che non c’è più il partito di una volta dove gli ordini di segreteria contavano, eccome. “Andremo al voto divisi e divisi perdiamo”, conclude Sacchetti. Se lo dice lui…