GNASSI: “L'ORDINANZA 'ANTI-LUCCIOLE' COLMA UN VUOTO DELLA LEGISLAZIONE NAZIONALE. SONO DISORIENTATO DALLA DECISIONE DELLA PROCURA”

Lunedì, 27 Febbraio 2012

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GNASSI: “L'ORDINANZA 'ANTI-LUCCIOLE' COLMA UN VUOTO DELLA LEGISLAZIONE NAZIONALE. SONO DISORIENTATO DALLA DECISIONE DELLA PROCURA”


Il sindaco di Rimini reagisce al provvedimento “salva-Lucciole”, quello con cui la procura di Rimini ha delegittimato l'ordinanza del Comune che vieta fino al 31 marzo alle prostitute di mostrarsi in strada. L'atto amministrativo è, secondo la procura, generato da un equivoco relativo all’articolo 54 del decreto legge 267 del 2000 su ciò che sarebbe competenza del sindaco e su ciò che non lo sarebbe (il sindaco può intervenire per il rispetto “dell’incolumità pubblica e sicurezza urbana”, ma non per la tutela “dell’ordine e della sicurezza pubblica”).


Gnassi replica mostrando tutta la sua  “perplessità e, per certi versi, il disorientamento nei confronti degli orientamenti recentemente assunti”, vale a dire la richiesta da parte del procuratore Paolo Giovagnoli di archiviazione per la donna rumena fermata dai carabinieri in viale Regina Margherita e denunciata per aver disobbedito all'ordinanza 'a tempo' del Comune di Rimini.


“Non siamo - sottolinea il sindaco - di fronte a donne che in piena libertà decidono di vendere il proprio corpo, ma a veri e propri racket gestiti dalla criminalità. La conseguenza l’ “attività” di prostituzione si manifesta con l’occupazione ‘militare’ di vere e proprie parti della città. Là dove le famiglie vivono.  Se non è un problema di ordine pubblico questo, mi chiedo francamente cosa lo sia. Di fronte oggettivamente alle lacune della legislazione nazionale, ci siamo impegnati nel mettere in campo nuovi strumenti giuridici”.