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Popolare Valconca, Lazzarini: siamo a metà del guado

Mercoledì, 09 Maggio 2018

Chiusa la burrascosa assemblea di domenica scorsa, che ha approvato il bilancio 2017 ed eletto due nuovi membri del consiglio d’amministrazione, la Banca Popolare della Valconca guarda ora al prossimo traguardo, molto vicino, della trasformazione in Spa, condizione necessaria perché si possa sperare che qualche investitore decida di salvare l’istituto di credito di Morciano.

“L’assemblea straordinaria – conferma il presidente Massimo Lazzarini, da diciotto anni alla guida della banca – è già convocata per il 30 giugno e il 1 luglio. Quello della trasformazione in Spa è solo il primo passo, poi si tratterà di vedere se riusciamo a concludere un accordo con un altro istituto o con un fondo di investimento”.

Ma su questo argomento si parte da zero o c’è già un cantiere aperto? “Alla fine dello scorso anno – informa Lazzarini – abbiamo affidato l’incarico ad un advisor di calibro internazionale come Deloitte, che ha appunto il compito di individuare un possibile partner. Abbiamo già ricevuto molti rapporti su contatti avviati, ma fino a questo momento non è aperta una concreta trattativa. Deloitte ha tempo fino alla fine del 2018 per concludere il suo lavoro. Speriamo che sia fruttuoso e abbia una conclusione positiva e non finisca come i precedenti incarichi affidati ad advisor italiani”.

Si è parlato di un possibile interessamento del fondo Lowi, lo stesso che ha “salvato” il Credito di Romagna… “Sono indiscrezioni al momento prive di fondamento. Anche le voci sulla somma necessaria (si è parlato di 75 milioni, ndr) non hanno alcun riscontro. Aspettiamo i risultati del lavoro di Deloitte”.

Visti i bilanci in rosso accumulati nei quattro anni precedenti e il volume delle sofferenze, i piccoli azionisti temono di veder svalutato enormemente il proprio investimento. “Il punto – sostiene Lazzarini – è che se avessimo la possibilità di rientrare con le sofferenze con i tempi lunghi della giustizia italiana, forse riusciremmo a incassare somme meno svalutate. Ma la Bce esige che i crediti in sofferenza siano venduti entro due anni, quindi abbiamo tempo fino a tutto il 2019. E se dobbiamo vendere ad un fondo specializzato in queste operazioni, il prezzo non lo stabiliamo noi, ma il fondo stesso”.

Facciamo un passo indietro: come si è arrivati a questa situazione? “Noi – afferma il presidente – non ci lasciamo lasciati coinvolgere dalla bolla immobiliare. Abbiamo erogato mutui ipotecari fino al massimo dell’80 per cento del valore dell’immobile. Il problema, per fare un esempio, è che se l’immobile finanziato prima della crisi valeva 100, adesso vale 50, con tutte le conseguenze che ne derivano”. Non avete erogato con troppa facilità crediti a imprese o privati non affidabili? “Ci sono imprese che erano solide e con una posizione leader sul mercato. La crisi le ha portate al fallimento. Quando le abbiamo finanziate la crisi non c’era e le imprese erano assolutamente affidabili”. Magari vi siete lasciati prendere dalla mania di grandezza, aprendo agenzie a destra e a manca? “Abbiamo raggiunto il massimo di 31 sportelli nel territorio che va da Savignano sul Rubicone a Fano, quindi sostanzialmente siamo rimasti legati al nostro territorio. Già nel 2017 gli sportelli sono scesi a 26 e nel corso dell’anno arriveremo a 25. Stimo cercando di razionalizzare la nostra rete. Il bilancio 2017 si è chiuso con un utile di quasi un milione ed il patrimonio si aggira sui 106 milioni ”.

Rimane però una grossa incognita sul futuro…”Possiamo dire – conclude Lazzarini - che siamo a metà del guado. L’azione di risanamento è cominciata ma per concluderla positivamente abbiamo bisogno di trovare un partner. Per questa ragione ci trasformiamo in Spa e abbiamo affidato l’incarico a Deloitte”.


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