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Giallo Misano, famiglia Stadie si oppone ad archiviazione

Martedì, 21 Giugno 2016

(Rimini) Ha deciso di opporsi alla richiesta di archiviazione presentata dalla procura di Rimini. E’ Manuel Stadie, argentino padre di Adriana trovata morta a causa del monossido di carbonio nella sua villetta, sul lettone accanto alla figlia Sophie, ai piedi del letto il cagnolino anch’esso finito dal gas letale. Più in là Alvaro Cerda con le vene dei polsi recisi, a inizio 2015, dopo che in giro per Misano non li si vedeva da ben oltre un mese. Secondo i pm, che hanno chiesto qualche settimana fa l’archiviazione del caso, le due donne e la bestiola sarebbero stati uccisi dal monossido di carbonia rilasciato da una stufetta malfunzionante. Quella che Alvaro, tornato a casa e scoperta la tragedia, avrebbe preso e scaravento fuori. Una stufetta mai ritrovata. Ma, del resto, dalla caldaia il monossido trovato nei corpi di madre e figlia non si è sprigionato, sostengono i periti. Lui, Alvaro, non avrebbe retto al dolore e si sarebbe suicidato.
”Le cose non sono andate così”, sostiene invece Manuel Stadie, fermo nella sua negazione di “una disgrazia”. “Mia figlia, mia nipote e Alvaro sono stati uccisi. Voglio che si scopra la verità”. A rappresentare legalmente Stadie saranno gli avvocati Marco De Pascale e Luca Greco. Ieri hanno depositato ieri l’opposizione che si è andata ad aggiungere a quella presentata da Stefano Caroli, legale della sorella di Alvaro Cerna. “Sono convinto - dice Stadie dall’Argentina -che siano stati ammazzati”. L’uomo parlerebbe anche sulla scota delle rivelazioni di due maghi. “Mi hanno detto che ci sono di mezzo tanti soldi”.


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