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Bonus fiscale per le paritarie: per Masi (Cdo) "piccolo passo avanti"

Giovedì, 05 Marzo 2015

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Bonus fiscale per le paritarie: per Masi (Cdo) "piccolo passo avanti"

 

In Italia le agevolazioni fiscali per persone e imprese fanno una somma annuale di 70 miliardi di euro. I contribuenti possono detrarre fino al 19 per cento le spese mediche, le spese veterinarie, per la palestra, per l’università. Nel pacchetto di misure di attuazione della“buona scuola” il Ministero dell’istruzione ha messo anche la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie che mandano i figli alla scuola paritaria. Uno sconto fiscale fino ad un massimo di quattromila euro di spesa. È stato calcolato che questa misura costerebbe alle casse dello Stato 300 milioni di euro, una cifra che non sposa di molto la somma di 70 miliardi. Eppure su questa misura, al momento solo annunciata, si è scatenata la solita polemica contro gli aiuti dello Stato alle scuole “private” perché, si dice, deve essere valorizzata la scuola pubblica, intendendo per questa solo quella statale.

 

“La proposta del Ministero - afferma Marco Masi, presidente della Cdo Opere Educative, riminese trapianto a Bologna – è un piccolo passo in avanti in favore delle famiglie della scuola paritaria. Non è certo la realizzazione di una piena ed effettiva libertà di educazione, che comporta interventi di altra natura. Tuttavia si toglie una discriminazione: adesso si possono detrarre alcune spese, ma non quelle per la scuola, limitando la libertà di scelta delle famiglie”.

 

Le decisioni ultime saranno prese nel Consiglio dei ministri convocato per martedì prossimo. Il progetto iniziale prevedeva di introdurre tutte le novità scolastiche, fra cui l’assunzione dei precari, per decreto. Ma sia le riserve del Presidente della Repubblica, sia le proteste del Parlamento che con il ricorso frequente ai decreti si sente svuotato, hanno indotto il governo ad una pausa di riflessione. “Il rischio – avverte Masi – è che l’assunzione dei precari venga a per decreto, in nome dell’urgenza, e che le altre misure, fra cui il bonus fiscale per le famiglie vengano inserite in un disegno di legge, la cui approvazione è destinata ad arrivare alle calende greche”.

 

Masi ha ricordato che il bonus fiscale è solo un piccolo passo in avanti e non rappresenta la conquista della vera parità. Una parità sancita formalmente dalle legge 62 del 2000, ministro Berlinguer, che ha stabilito che il sistema nazionale di istruzione è composto dalle scuole statali e dalle scuole paritarie, tutte con gli stessi diritti. Alla parità giuridica, a quindici anni di distanza, non è mai corrisposta una parità economica, cioè mettere le famiglie nella condizione di scegliere liberamente. Adesso pagano le tasse allo Stato anche per i servizi scolastici di cui non usufruiscono e devono pagare le rette alle scuole paritarie.

 

“Sono quattro – spiega Masi – le linee su cui fondare una effettiva parità. La prima è un contributo per alunno basato sui costi standard, che ancora non sono stati definiti. La seconda è una fiscalità di vantaggio in favore dei gestori: non si capisce perché le scuola statali paghino la tassa rifiuti per metro quadro e le paritarie sulla base del numero degli alunni. Vanno aggiunte inoltre le misure per il diritto allo studio degli alunni, specialmente quelli con meno capacità economiche, un ambito su cui negli ultimi anni sono intervenute anche le Regioni. Ed infine la detraibilità delle rette da parte delle famiglie”.

 

In questo modo, insorgono quanti non vogliono neppure sentire parlare di parità, si sottraggono risorse alle scuola statali, che invece hanno bisogno di essere valorizzate. “Niente di tutto questo, sono obiezioni che nascono da una visione ideologica. Non sono sottratti soldi alle statali ma si tratta di risorse aggiuntive in favore delle famiglie. Non bisogna dimenticare che le scuole paritarie rappresentano in Italia, ed anche in Emilia Romagna questa è la quota, l’11 per cento del sistema di istruzione. Vogliamo ignorarle? Sarebbe come se lo stato nei suoi provvedimenti ignorasse una Regione come la Campania. La polemica è fatta nel momento in la spesa corrente del Ministero aumenta del 7,5 per cento, tutta in favore del personale”.

 

Le associazioni delle scuola paritaria, sia quelle dei gestori che dei genitori, negli ultimi anni, segnate dalla crisi economica, hanno più volte sottolineato come la mancanza di ogni misura in favore della parità abbia fortemente limitato la libertà di scelta delle famiglie e inciso sulla sopravvivenza di molte scuole. Con il risultato, poco apprezzabile, di un impoverimento dell’offerta scolastica


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