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Aeradria Rimini, i risultati poco apprezzabili del fallimento

Lunedì, 04 Agosto 2014

5bAeradria Rimini, i risultati poco apprezzabili del fallimento

 

Nel flusso di notizie sull’aeroporto di Rimini nelle ultime settimane, principalmente volte a identificare i soggetti imprenditoriali che stanno dietro alle quattro cordate ammesse al bando, una notizia è passata via liscia, senza alcun approfondimento. Ed è la notizia che è andata deserta la gara indetta dal curatore fallimentare Renato Santini per il patrimonio dell’aeroporto e il personale, che aveva una base d’asta di 10 milioni. Nella somma sono compresi i  beni non devoluti (cioè attrezzature, impianti di condizionamento idraulici, elettrici, mobili, pc, etc.) valutati circa 6,6 milioni. Il professor Santini si è limitato a dichiarare che se l’aspettava. Perché se l’aspettava? Questa domanda è rimasta senza risposta.

 

Perché la gara di Santini è andata deserta
Ha pesato l’illusione di Santini che ha ritenuto di poter avere da guadagnar di più con un fallimento anziché con un concordato: infatti pensava di gestire in prima persona il bando di vendita a favore del fallimento. L’illusione è durata fino a maggio, quando l’Enac ha rimarcato che, sulla base dell’art 703 del Codice della Navigazione è previsto che in caso di fallimento della società concessionaria, i beni (cioè l’aerostazione) vengono devoluti gratuitamente allo Stato (cioè all’Enac) e ridati in concessione dallo Stato al nuovo concessionario. Al curatore Santini non è rimasto altro da fare che indire un bando per l’acquisto dei beni non devoluti (cioè le macchine da scrivere, gli impianti di condizionamento idraulici, elettrici, mobili, pc, etc.) valutati circa 6,6 milioni. Ma nessuna delle quattro offerte fatte all’ENAC ha previsto un’offerta per Santini
Il curatore fallimentare si trova così al momento a non avere i fondi necessari per pagare i creditori allo stesso modo previsto dalla proposta di concordato preventivo in continuità.
Quella che proponiamo è una lettura della vicenda sulla base di dati e osservazioni di una fonte attendibile.

 

Cosa prevedeva il concordato
Il concordato preventivo prevedeva:
•    Il pagamento integrale dei crediti cosiddetti “prededucibili” (stimati all’epoca in 790 mila Euro);
•    Il pagamento integrale dei crediti privilegiati (personale, INPS, Erario etc., stimati inizialmente in  7,14 milioni, incluso un “fondo rischi” di 500 mila Euro ma a Ottobre ricalcolati in 6,8 milioni);
•    Il pagamento in denaro al 50% dei creditori cosiddetti “strategici”, stimati inizialmente in 1,4 milioni e quindi pagati per 707 mila euro
•     Il pagamento in denaro al 30% dei crediti aventi importi inferiori a 1 milione di Euro, stimati inizialmente in 10,9 milioni e quindi pagati per 3,27 milioni + un fondo rischi eventuali per 500 mila Euro;
•    Il pagamento in azioni Aeradria al 56% dei crediti di importo superiore a 1 milione di Euro pari a circa 28 milioni di Euro e quindi pagati in azioni per 15,8 milioni di euro.
Per sostenere i pagamenti e il rilancio della società Aeradria, erano stati trovati  capitali freschi così strutturati:
•    Un aumento di capitale per cassa per Euro 5,3 milioni (già sottoscritto alla presentazione della domanda di concordato a Luglio 2013)
•    Un’emissione di cd “minibond” per 3,3 milioni di Euro, sottoscritti nel mese di Novembre 2013 da alcune banche riminesi, di cui una che non aveva alcun credito verso Aeradria.
La necessità di trovare altri 3 milioni di cassa subito era stata richiesta da Santini ad Ottobre 2013 perché aveva forti riserve su 2 punti: l’incasso di un credito verso Ryanair, che la società aveva contestato in Tribunale; la necessità di avere a disposizione una riserva di cassa per far fronte alle richieste di danni già minacciate dal curatore fallimentare di AIR, appena dichiarata fallita.

 

Si poteva rilanciare Aeradria
La validità del piano era stata testata dal Commissario Giudiziale dott. Santini (nominato poi curatore fallimentare) sulla base dei dati consuntivi di traffico ed economici dei mesi di agosto, settembre, ottobre e novembre, ed era stato rafforzata dai risultati ottenuti dal nuovo direttore generale Paolo Trapani che in poco meno di 60 giorni aveva riorganizzato e ridotto il personale ottenendo risparmi per oltre 2 milioni di Euro. Da dicembre 2013 ad oggi, il piano di riduzione dei costi è andato avanti con ulteriori risparmi messi a regime da Trapani, tanto è vero che oggi la gestione provvisoria produce cassa ogni mese e dal punto di vista economico non perde più.

Quindi tutti i creditori, per una somma pari a circa 49 milioni, ricevevano un rimborso molto al di sopra della media dei concordati che oggi si fanno in Italia; i creditori privilegiati, cioè l’Agenzia delle Entrate, gli Enti Previdenziali e i lavoratori venivano pagati integralmente in pochi mesi;  la società otteneva oltre 8 milioni di Euro di risorse fresche per continuare; i grandi creditori – quelli che venivano più sacrificati perché non ricevevano denaro, ma azioni, diventavano azionisti della società risanata; la società disponeva inoltre di una riserva di cassa 3,6 milioni da utilizzarsi in caso di perdita della causa del curatore di AIR; la società aveva avviato le azioni di responsabilità verso gli amministratori precedenti con l’impegno di destinare il ricavato a favore dei creditori per incrementare il loro recupero.
Quella che abbiamo descritto è la situazione che aveva portato a formare la nuova Aeradria, quella presieduta dal professor Tucci, con i maggiori creditori entrati come azionisti.

 

Le conseguenze del fallimento
Come sappiamo il Tribunale non ha accettato il concordato preventivo e ha dichiarato il fallimento. Con il fallimento il curatore deve invece realizzare l’attivo, cioè vendere tutto quello che ha, fare conto in modo fondamentale sulle azioni di responsabilità verso gli amministratori, e recuperare denaro da creditori attraverso le cosiddette  “revocatorie” ordinarie e fallimentari.
Inoltre i creditori con il fallimento hanno incrementato le richieste di rimborso che son salite a 59 milioni (interessi legali, richiesta danni, TFR che è andato a scadenza, etc.)

Pertanto il curatore Santini si trova nella necessità di trovare almeno 12 milioni di cassa per dare lo stesso trattamento previsto per i creditori pagati in denaro a vario titolo (privilegiati, strategici, etc) e in più dovrebbe dar qualcosa anche ai creditori di importo superiore a 1 milione, pari nominalmente a circa 28 milioni.
Come fa adesso a recuperare la somma, visto che nessuna delle quattro offerte presentate conteneva una proposta di acquisto dei beni di proprietà della società fallita?

 

Dove trovare i soldi per i creditori?
Restano le azioni di responsabilità verso gli amministratori (quanto riuscirà a recuperare e quando?); c’è l’azione di risarcimento danni richiesta a Carim per aver contribuito con nuovi finanziamenti a deteriorare ulteriormente il patrimonio di una società già decotta, azione che avrà i suoi tempi, sicuramente molto superiori ai 12 mesi con cui i vari creditori sarebbero stati pagati, e l’esito positivo tutto da verificare;  c’è la proposta di esclusione di alcuni creditori perché, secondo Santini, i crediti sarebbero da contestare in quanto sorti in modo illecito, affermazione anche questa tutta da dimostrare in Tribunale.

Ad oggi, si può dire che non ci sono soldi neanche per pagare al 100% i privilegiati, cioè lo Stato (Agenzia delle Entrate e Enti Previdenziali) e i lavoratori.

La domanda è perché di fronte ad un evidente concorso del sistema riminese per salvare Aeradria, da cui tutti ne uscivano con le ossa rotte, ma vivi, si è di fatto passati ad un’ecatombe?
Secondo la nostra fonte le risposte si possono ipotizzare analizzando in una serie di comportamenti specifici quali:
•    La dichiarazione di fallimento di AIR, controllata da Aeradria e quindi la necessità per il curatore di AIR di trovare denaro per coprire i propri creditori e quindi la minaccia di richiesta danni a Santini
•    La tempestiva dichiarazione di fallimento di RDR Promotions, società dichiarata fallita dal Tribunale di Rimini in meno di 15 giorni (caso raro in Italia) e 10 giorni prima dell’ultima udienza pre-fallimentare di Aeradria. Va considerato che RDR Promotions non aveva alcun legame azionario con Aeradria, e non c’era nessun amministratore delegato o presidente in comune, ma il curatore fallimentare di RDR ha dichiarato che la gestione era svolta in sudditanza di Aeradria e quindi, secondo lui, era come se fosse stata controllata al 100% da Aeradria e quindi tutti i debiti di RDR dovevano finire in capo ad Aeradria. È la dichiarazione del curatore, tutta da dimostrare in Tribunale…..
•    La presenza, il giorno dell’ultima udienza pre-fallimentare in Tribunale, del Procuratore Capo che ha fatto pesare fortemente il suo ruolo e il ruolo della procura nel perseguimento di reati in cui la politica potrebbe aver contribuito in modo importante. Va però tenuto conto che anche sotto concordato i reati di bancarotta rimangono perseguibili, quindi non era necessario dichiarare il fallimento e la Procura poteva tranquillamente fare le sue indagini e perseguire giustamente chi ha compiuto dei reati.

In ogni caso, al momento attuale, il risultato ottenuto puntando sul fallimento di Aeradria sembra essere solo quello, poco apprezzabile, di allontanare in un tempo indefinito e incerto la possibilità di pagamento dei creditori.

 

 
 

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