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Economia, Rimini fa peggio di Emilia-Romagna e Italia

Martedì, 22 Luglio 2014

8bEconomia, Rimini fa peggio di Emilia-Romagna e Italia

 

L’economia riminese è ferma e non dà alcun segnale di movimento, se non all’indietro. I dati riminesi sono peggiori rispetto a quelli regionali e nazionali. È quanto emerge dal rapporto congiunturale sul primo trimestre 2014 presentato ieri dalla Camera di Commercio. “All’esplodere della crisi – ha osservato il neo presidente Fabrizio Moretti – nel biennio 2008-2010 il nostro territorio ha tenuto. Per la sua caratteristica di economia basata soprattutto sul commercio e i servizi la crisi si sente soprattutto adesso”.


Vediamo cosa dicono i numeri, partendo dal settore manifatturiero. Al 31 marzo la consistenza delle imprese attive ammontava a 2.680 unità, con un calo del 2% rispetto all’anno scorso, mentre nel primo trimestre 2014 le 77 cessazioni hanno superato le 40 iscrizioni, determinando un saldo nati-mortalità negativo (-37); sul versante dell’occupazione gli addetti risultano 20.722, in diminuzione del 5,3% rispetto al 2013, mentre la cassa integrazione nel suo complesso nel periodo gennaio-marzo 2014 ha fatto registrare un +18,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La produzione registra una diminuzione dello 0,3% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente mentre il fatturato diminuisce dell’1,9% rispetto al primo trimestre 2013, contrariamente a ciò che accade in Emilia-Romagna (+0,2%) e in Italia (+1,1%); la causa di tale decremento è imputabile al calo della domanda interna, alla quale si contrappone un aumento di quella estera. Infatti il fatturato estero in provincia cresce del 2,1% rispetto al periodo gennaio-marzo 2013, anche se a ritmo inferiore rispetto a quello regionale (+4,8%) e nazionale (+4,7%).
Riguardo all’artigianato la situazione appare più critica: la produzione si assesta su un -4,7%. Valori negativi, sebbene più contenuti, si riscontrano anche a livello regionale (-1,4%) e nazionale (-0,8%). La variazione percentuale annua degli ordini è del -5,0%, mentre il decremento è meno marcato sia a livello regionale (-1,9%) che nazionale (-1,1%).
Le uniche variabili che mostrano segnali positivi sono quelle legate alla domanda estera: +2,6% al primo trimestre 2014 gli ordini esteri (+3,0% gli ordini esteri delle imprese artigiane); il fatturato estero invece mostra nel primo trimestre un aumento del 2,1%, contro il 3,0% delle imprese artigiane.


Edilizia sempre in crisi
Lo confermano anche le notizie di cronaca dei concordati preventivi chiesti da aziende che sono sempre state delle colonne portanti dell’industria del mattone.
A Rimini al 31 marzo la consistenza delle imprese attive ammonta a 5.339 unità, con un calo del 3,4% rispetto all’anno scorso, mentre nel primo trimestre 2014 le 232 cessazioni hanno superato le 108 iscrizioni, determinando un saldo nati-mortalità negativo (-124); sul versante occupazione, al 31 marzo gli addetti risultano 11.490, in diminuzione del 7,7% rispetto al 2013, mentre la cassa integrazione nel suo complesso nel periodo gennaio-marzo 2014 ha fatto registrare un -0,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il fatturato registra una diminuzione del 3,5% rispetto al primo trimestre 2013, inferiore alla variazione che si registra in Emilia-Romagna (-4,1%) e in linea con la diminuzione avvenuta in Italia (-3,5%).


Negozi che chiudono
Anche il commercio al dettaglio ha risentito fortemente della crisi in atto. La forte riduzione della domanda interna registrata negli anni passati ha inciso profondamente sul settore, costringendo molte imprese alla chiusura.
A Rimini al 31 marzo la consistenza delle imprese attive ammonta a 5.239 unità, con un calo del 2,4% rispetto al 2013, mentre nel primo trimestre 2014 le 261 cessazioni hanno superato le 95 iscrizioni, determinando un saldo negativo (-166); sul versante occupazione, al 31 marzo gli addetti risultano 12.679, in diminuzione del 4,5% rispetto all’anno scorso, mentre la cassa integrazione nel suo complesso nel periodo gennaio-marzo 2014 ha fatto registrare un +1,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le vendite mostrano una diminuzione del 3,6% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente; in Emilia-Romagna si riscontra una contrazione più contenuta (-2,8%), mentre un -3,7 % caratterizza l’Italia. Dalle interviste con gli operatori, un piccolo segnale positivo: nessuna impresa nei dodici mesi successivi pensa di ritirarsi dal mercato; il 12,8% si attende uno sviluppo, mentre il 5,4% una diminuzione. La maggior parte delle imprese (81,8%) si aspetta che l’attività rimanga stabile.


Meno male che c’è l’estero
In provincia di Rimini nel primo trimestre 2014 il saldo della bilancia commerciale è quindi ampiamente positivo (+294.855.451 euro). L’Unione Europea è il principale mercato di interscambio commerciale, con il 53%. Effettuando l’analisi per singolo Paese, per l’import il primo Paese è la Cina (14%), per l’export la Francia (10,3%). Gli articoli di abbigliamento risultano i principali prodotti esportati (31,9% sul totale export). Nel primo trimestre 2014 rispetto al primo trimestre 2013, la provincia di Rimini è stata caratterizzata da un deciso incremento delle esportazioni, pari a +11,9%. Infine anche se il nostro territorio continua ad essere all’ultimo posto in regione per incidenza percentuale dei prodotti esportati (3,6% del totale dell’export regionale), è da sottolineare che nei primi tre mesi del 2014, nella provincia riminese si è verificato il terzo incremento percentuale annuo, dietro alle sole province di Piacenza (+20,5%) e Ferrara (+16,0%); l’incremento tendenziale nell’export dell’11,9% risulta decisamente superiore sia alla media emiliano-romagnola (+5,9%) che a quella nazionale (+1,5%).


E la crisi toccherà le Camere di Commercio
Questo del rapporto congiunturale per ogni trimestre è uno dei nuovi servizi che ha istituito la Camera di Commercio. L’ente si trova fare i conti con il drastico taglio dei diritti camerali (-50%) decisi dal cosiddetto decreto Renzi: per Rimini il problema è ancor più grave, vista anche la partecipazione ai debiti per il Palas. Si aspetta di vedere come finirà la partita in Parlamento, se sarà approvato il decreto così com’è o se passerà la proposta di diluire gli effetti del taglio in 3 anni. A Rimini si augurano la seconda ipotesi.


Quanto invece alla privatizzazione di Fiera e Palacongressi, né il presidente Moretti né il direttore Temeroli hanno voluto commentare le recenti dichiarazioni di Cagnoni e di Gnassi. Per loro il percorso avviato va avanti. Giovedì le delibere approderanno in consiglio comunale a Rimini, venerdì ci sarà l’assemblea di Rimini per l’approvazione delle modifiche allo statuto, con la possibilità per i privati di detenere la maggioranza.


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