Scrivi qui la tua mail
e premi Invio per ricevere gratuitamente ogni mattina la nostra rassegna stampa

Rimini, come va davvero il turismo (soldi, non presenze)

Martedì, 10 Giugno 2014

5bRimini, come va davvero il turismo (soldi, non presenze)

 

Nel triennio 2010-2012 il fatturato è cresciuto, ma la redditività è diminuita ed il risultato finale, una volta pagate le tasse, è stata una perdita.
Stiamo parlando delle società di capitale che gestiscono alberghi a Rimini e provincia. L’analisi di questo segmento rientra nel corposo volume sui bilanci delle società di capitale presentato nei giorni scorsi dalla Camera di Commercio.


È l’occasione - seppure per un segmento limitato – di considerare l’andamento del turismo non solo e non tanto sulla base delle variazioni delle presenze quanto sull’andamento dei bilanci.
Qui si tratta degli alberghi gestiti da società di capitale: società per azioni, ma soprattutto società a responsabilità limitata e società in accomandita per azioni. Probabilmente non è la formula che va per la maggiore negli alberghi (dove a colpo d’occhio sembrano prevalere le società di persone) ma è comunque uno spaccato interessante perché certamente riferito alla fascia alta dell’offerta alberghiera.


Vediamo qualche dato. Nel triennio 2010-2012 il fatturato delle imprese alberghiere è cresciuto di circa il 7 per cento. Sembrerebbe un buon risultato, ma se si prende in esame il ROE, ovvero l’indice che dice quanti euro di utile netto la società è riuscita a realizzare per 100 euro di capitale di rischio, la situazione cambia. Il 2010 si è chiuso con un -3,06%; sono andate un po’ meglio le cose nel 2011 ma sempre in negativo con un -1,59%; nel 2012 la situazione si è aggravata portando l’indice a -2,96%.


Se si osserva l’incidenza degli oneri finanziari e delle imposte sul risultato operativo delle società, vi vede che nel triennio è diminuita in entrambi i casi. Le imposte, per esempio, sono passate dal 54,18% del 2010 al 42,35 del 2012. Nonostante l’alleggerimento, il carico delle imposte porta ad una perdita media di 2.229 euro nel 2010, di 1.159 euro nel 2011 e di 2.153 euro nel 2012. Sono quindi bilanci che chiudono perennemente in rosso.


Ma non è questo l’unico elemento di preoccupazione, lo ha fortemente sottolineato il professor Giuseppe Savioli, presidente della Fondazione Dottori Commercialisti della provincia di Rimini.
Il motivo di maggiore preoccupazione è il seguente. Dall’esame dei bilanci risulta che il capitale investito proviene solo per il 26 per cento da mezzi propri, mentre per il resto si deve fare ricorso al debito. L’analisi parla di situazione di evidente squilibrio finanziario perché le liquidità correnti non riescono a far fronte alle passività correnti. Questo squilibrio è aggravato dal ricorso ad un debito a breve termine. Detto in parole semplici: se da un giorno all’altro le banche chiedessero il rientro immediato dei fidi (che sono “a vista”), molte società salterebbero in aria.


È una situazione davvero allarmante che non comprende il 2013, anno in cui le cose, stando all’andamento generale del settore turistico, non sono certo migliorate. E se questi sono i risultati delle società di capitali, viene da chiedersi come chiudano i bilanci le società di persone.


Le vostre foto

Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

#bgRimini

Le nostre città con gli occhi di chi le vive. Voi scattate e taggate, noi pubblichiamo. Tutto alla maniera di Instagram