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Calcio a Rimini, non è il momento dell’ammainabandiera

Giovedì, 11 Aprile 2013

2b

Calcio a Rimini, non è il momento dell’ammainabandiera…per ora


Dopo diversi mesi siamo ancora lì come se il pallone biancorosso avesse compiuto un giro per tornare poi al punto di partenza. Nel tragitto di questo calvario societario della Rimini Calcio, se ne sono viste di tutte a cominciare dalle gravi difficoltà economiche culminate nell’ammutinamento della scuola calcio, dove gli allenatori hanno incrociato le braccia fermando il pallone dei bambini, a causa d’inadempienze e stipendi non pagati praticamente dall’inizio dell’attività. Questa si è risolta in settimana, tra le proteste dei genitori, lo striscione dei tifosi in curva, l’intervento dell’assessore Luca Brasini ma soprattutto dei soci che hanno messo mano al portafoglio facendo affiorare quel senso di responsabilità, di dignità, che pareva smarrito. Problemi ce ne sono molti altri ovviamente, usando una di quelle frasi che vola tra le parole da sempre, questa della scuola calcio è la punta dell’iceberg, di questo gelo che ha accompagnato la stagione biancorossa. C’è poi l’aspetto delle trattative, una commedia che il mondo pallonaro ha già visto e che ogni volta entra in scena tra cose dette e scritte, non sempre vere ma verosimili, perché in queste vicende fantasia e realtà si confondono parecchio. Al momento, resta solo che tutti quelli che si sono avvicinati, che sono stati avvicinati o cercati, hanno lasciato scie quantomeno goffe, se non addirittura ridicole in alcuni casi, con personaggi bizzarri spacciati per investitori pronti a comprarsela la Rimini Calcio e che invece, al dunque, non sono mai arrivati. Voci, indiscrezioni, chiacchere trasformate in accordi verbali o giù di lì. Zero soldi, però. Non si sono mai visti sul tavolo i soldi veri, quelli che servirebbero per dare ossigeno all’apnea delle casse biancorosse. Sempre per una questione di tempo e di tempi, tra viaggi all’estero, soci innominabili, banche, progetti triennali per un grande calcio, messaggi vari e molto altro. Volatilizzati. Tutti, dopo moltissime parole, dettagli e frammenti di realtà. Troppe parole sprecate, quando per fare le cose seriamente servirebbero invece pochi riflettori, poche chiacchere, poco tutto. Tra le comparse di queste tante trattative intavolate dai vertici della società biancorossa (alcune rimaste segrete…per fortuna), resta al momento il gruppo di Corrado Del Giudice e Mauro Traini che evidentemente non convince molto, così come accaduto a Fano pochi mesi fa, quando gli stessi interpreti si erano visti rifiutare l’acquisizione del 25% delle quote di alcuni soci in uscita da parte di altri membri della società, che attraverso il diritto di prelazione chiusero la porta in faccia ai nuovi ingressi. Restano alla finestra adesso, con la loro offerta non certo risolutiva dei problemi biancorossi e che lascia perplessi alcuni soci, soprattutto per un discorso di prospettiva mentre altri sembrano attratti dagli euro di oggi e per domani si vedrà. Mercoledì c’è stata l’assemblea dei soci e il sottinteso dell’inizio lavori era di quelli che ci vuol poco a capire: servono soldi per pagare gli stipendi della prossima settimana. A fine assemblea pare sia stato fermato il piano inclinato del crollo. Rotola, rotola, rotola e mercoledì stop: con grande sacrifico da parte di tutti i soci si cercherà di portare a termine la stagione. Non è arrivato un comunicato ufficiale della Rimini Calcio però, e sarebbe servito eccome per arrestare la deriva. Resta qualcosa da dire quindi o sicuramente da fare, e il tutti insieme, che sarebbe l’auspicato scatto d’orgoglio dell’imprenditoria della nostra città, se ci sarà, lo sapremo solo la prossima settimana.
Francesco Pancari

Ultima modifica il Giovedì, 11 Aprile 2013 18:03

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