Insulti sessisti contro vicesindaco Lisi: donati in beneficenza i risarcimenti

Martedì, 10 Novembre 2020

(Rimini) Insulti sessisti e razzisti contro il vicesindaco Gloria Lisi: sale a sei il numero dei diffamatori pentiti. “L’ultima lettera di scuse mi è arrivata proprio qualche minuto fa – spiega Gloria Lisi - devo ancora andare dal mio avvocato per scoprire di chi si tratta e decidere a quale associazione indirizzare quanto riceverò a titolo di risarcimento”. 

Parliamo degli haters che hanno, in diversi casi e a più riprese, ricoperto di insulti sessisti e razzisti il Vicesindaco di Rimini semplicemente per aver condiviso link o creato post di solidarietà e vicinanza a rifugiati o extracomunitari. La portata degli insulti a sfondo sessuale e razziale non poteva essere elusa e la Lisi ha annunciato pubblicamente che avrebbe denunciato tutti gli autori delle offese. E così ha fatto, con l’aiuto dell’avvocato Maurizio Ghinelli. Gloria Lisi non chiede nessun risarcimento o onorario per lei e il suo avvocato e ha deciso di devolvere quanto ricevuto a titolo risarcitorio in beneficenza. Una sorta di nemesi, visto che i bonifici vanno, tra gli altri, a favore di associazioni che, a vario titolo, si occupano di sostegno e inclusione ad immigrati e rifugiati.

Al momento sono sei le lettere di scuse arrivate alla Lisi, con altrettanti bonifici a titolo risarcitorio - per il valore complessivo di circa duemila euro – tutti devoluti dalla Lisi, come già detto, in beneficenza, attraverso sette bonifici ad altrettante realtà sociali e del territorio. I primi due bonifici arrivano dallo stesso hater e risale al luglio 2019. La Lisi infatti fa indirizzare il primo, 100 euro, sul conto corrente del della ONG Sea Watch e l’altro sempre di 100 euro in favore della ONG Mediterranea-Saving-Humans. Parliamo degli insulti ricevuti dopo che la Lisi, con un post sulla sua pagina face book, aveva difeso Emma Morrone, pubblicando la vicenda che ha visto la cantante offesa da un leghista dopo aver detto che vanno aperti i porti ai migranti. (“Aprite i porti? Apri tu le cosce e fatti pagare”) e anche su di lei piovono offese dello stesso tenore.

Gli altri bonifici fanno parte invece del risarcimento per un’altra vicenda. Poco dop La Lisi è diventata infatti oggetto di pesanti attacchi di iscritti e simpatizzanti di Forza Nuova, per aver portato la solidarietà dell’Amministrazione a Emmanuel Nnumani, un giovane migrante nigeriano, gravemente ferito da uno squilibrato che lo aveva prima accoltellato davanti ad un minimarket di viale Trento Trieste, quindi lo aveva investito dopo un breve inseguimento. Fatti avvenuti la sera del 22 marzo del 2017. La Lisi aveva sporto denuncia contro 17 persone - tra le quali diversi esponenti e militanti di Forza Nuova - per diffamazione a mezzo internet. Sostenuta dal Comune, che aveva subito chiesto e ottenuto di oscurare le pagine in questione.

È una donna, la prima imputata del processo che vede seduti sul banco del tribunale di Rimini iscritti e “simpatizzanti” di Forza Nuova, chiamati a rispondere del reato di diffamazione aggravata contro la vice sindaca e assessora ai Servizi sociali Gloria Lisi, a chiudere la sua partita con la giustizia. L’avvocato Maurizio Ghinelli, infatti, legale della Lisi, ha immediatamente rimesso la querela, dopo una lettera «con scuse vere» e un assegno «subito girato da Gloria Lisi all’associazione Arcobaleno che tiene corsi di italiano per stranieri».

Arrivano altre scuse e, insieme al risarcimento, anche il quarto bonifico e quinto bonifico di Gloria Lisi. Il primo viene inviato all’Istituto Oncologico Romagnolo, lo Ior di rimini, mentre il secondo all’associazione Crisalide, che opera sul territorio di Rimini a sostegno delle donne operate di tumore al seno. Sono di questi giorni il sesto e settimo bonifico, devoluto dalla Lisi all’associazione sportiva “Club Scherma Ariminum” e in parte alla medicina d’urgenza, con una donazione di fiori a quegli eroi di tutti i giorni che stanno lottando in prima linea contro il Covid nei pronto soccorso, nei drive through, negli uffici di igiene pubblica, dove giorno dopo giorno sono alle prese con tamponi. Fino alla sesta lettera di scuse, arrivata all’avvocato Ghinelli proprio in queste ore e ancora da verificare.

“Ho pensato a lungo e non senza sofferenza – spiega Gloria Lisi – alla necessità o meno di andare fino in fondo. Poi mi sono convinta che dovevo dare un segnale forte a tutti, anche e soprattutto a quelle donne che subiscono la mia sorte e non hanno la possibilità o il coraggio di opporsi. Penso in particolare alle nostre figlie, alle più giovani vittime del cyber bullismo che, per paura, a volte si tengono tutto dentro e non denunciano. Non dobbiamo avere paura di reagire e denunciare pubblicamente, perché chi si nasconde dietro uno pseudonimo ha paura soprattutto di questo. E’ questo il messaggio che vorrei arrivasse forte. Non sto facendo questo per un interesse personale, ma perché denunciare è semplicemente giusto, perché non possiamo darla vinta a questi diffamatori, ma dobbiamo fidarci delle Istituzioni che, come in questi casi, hanno dimostrato di agire bene, in difesa delle persone offese. Anche grazie al loro lavoro è stato possibile trasformare un gesto di odio, in un atto d’amore, verso associazioni che ogni giorno danno un contributo enorme alla propria comunità. Il mio ringraziamento va infine all’avvocato Ghinelli che mi sta affiancando non solo professionalmente ma anche umanamente, condividendo con me il valore etico e morale di queste azioni”.