À la guerre... Battaglia dentro il Pd in vista delle comunali

Domenica, 08 Novembre 2020

È dei giorni scorsi la presentazione della lista dei ‘ragazzi’ di “Sarà”, accreditati di un rapporto preferenziale con l’attuale sindaco e accompagnati da una figura cittadina di rilievo come quella dell’avvocato Maresi.
Che un gruppo di giovani si appassioni alla cosa pubblica dovrebbe essere una piccola notizia positiva, ma la lettura politica, peraltro comune a tutti gli schieramenti, è prevalsa su qualsiasi altra valutazione. “Sarà” è stata infatti accolta – e soprattutto all’interno del Pd – soltanto come lo strumento di Andrea Gnassi per sondare una candidatura di Moreno Maresi o comunque per supportare un prossimo candidato sindaco a lui vicino. E tutto il resto non conta.
Il fatto inaspettato, però, è come questa ‘mossa’ di Gnassi - o questa nuova iniziativa civica, a seconda di come la si voglia leggere - abbia accelerato nei giorni a seguire, e fino a oggi, lo scontro all’interno del Pd in vista delle prossime elezioni comunali.

A parte le ovvietà retoriche – per le quali ognuno dice di volere l’apertura alla società civile, ma in realtà si riferisce solo con quella che lui porta, e così per il cosiddetto confronto programmatico, che dovrebbe sostituire le ritualità veteropolitiche, ma al quale tutti preferiscono regolamenti o discipline di partito – esistono solo due possibili strade per la scelta del prossimo candidato del Pd (e nessuna di queste prevede un accordo ‘fraterno’ tra due anime del partito ormai troppo distanti tra loro, al di là di quello che ci verrà detto pubblicamente): o le primarie, di coalizione o di partito che sia, nelle quali il ‘grosso’ del Pd a guida del ‘militante semplice’ Maurizio Melucci otterrebbe vittoria facile, oppure un nome ‘imposto’ (nel senso di certificato) dalla massima autorità regionale, cioè Bonaccini; che sarebbe anche l’unica possibilità per Andrea Gnassi di lasciare la città in mano a una persona da lui indicata.

A sentire oggi il segretario provinciale del Pd Sacchetti, Emma Petitti avvrebbe avanzato la propria candidatura senza avvisare il presidente Bonaccini, in questo modo sottintendendo (o almeno lasciando pensare) che questo ‘scavalcamento’ dimostrerebbe la sua impossibilità di ottenere dal presidente un avallo alla propria candidatura. Per questo, dunque, Petitti e chi la sostiene si appellerebbero alle primarie. Allo stesso tempo, se confermato, ciò potrebbe significare che l’incarico di trovare e selezionare un candidato sarebbe stato messo da Bonaccini nelle mani dell’altro contendente, cioè Andrea Gnassi (anche se, avvisato o meno, la consuetudine politica obbliga più a pensare che il presidente della Regione possa aver scelto di non schierarsi e di non spendersi per nessuna delle due parti).
L’unica cosa certa, dall’uscita di “Sarà” a oggi, è questo improvviso e davvero violento e poco edificante scoppio di litigiosità all’interno del Pd; una guerra di dichiarazioni che ha fatto cadere l’ultima foglia di fico sui rapporti che davvero esistono all’interno del partito.

Noi volentieri ci appassioneremmo di più a commentare una qualche progettualità innovativa e soprattutto per un linguaggio diverso, cioè per una lettura e una descrizione nuova che una realtà completamente nuova, come quella post covid, richiede con urgenza, ma siccome tutto questo ancora non si sente, vi proponiamo in sequenza un estratto di questa escalation nelle parole dei protagonisti. Perché se il linguaggio nuovo ancora non c’è, certo queste dichiarazioni sono un bell’esempio di quello vecchio.

[rg]

 

In ordine di ‘esternazione’: Juri Magrini, Emma Petitti, Filippo Sacchetti e Alberto Vanni Lazzari

Juri Magrini, consigliere comunale, in un suo post su Facebook del 31 ottobre
«E’ di ieri invece la discesa nell’agone politico dell’avvocato Moreno Maresi tra le file del centrosinistra. Questa uscita pubblica una cosa l'ha già chiarita tra le righe, ovvero le primarie per la scelta del candidato Sindaco saranno di coalizione e non solo del PD. Sarà interessante confrontare le "sue" proposte sia con quelle che porterà il PD sia con quelle del resto della coalizione che vorrà partecipare alle primarie. Ps: in bocca al lupo al mio amico ed ex segretario comunale del PD Federico Berlini per questa avventura "civica".»

Emma Petitti, nel comunicato stampa del 7 novembre
«(…) Un lavoro programmatico importante, che dovrà trovare spazi per una discussione con tutte le forze politiche del centrosinistra. Un centrosinistra di ampio respiro, che unisca le forze politiche e che sia capace di dare slancio e voce al mondo civico, alla voglia di esserci e di farsi sentire di tante ragazze e ragazzi che vogliono essere protagonisti del loro futuro. Penso, in tal senso, al civismo organizzato che ha visto l’esperienza positiva di Patto Civico già in questa legislatura e che si è fatto portatore di interessi plurali.
(…) Per tutti questi motivi, ho deciso di mettere la mia esperienza politica a disposizione della comunità del Partito Democratico, del centrosinistra e della città di Rimini, per le prossime elezioni amministrative; un’esperienza acquisita in questi anni in Parlamento e al Governo della nostra Regione al fianco di Stefano Bonaccini.
Anche in passato ho deciso di assumermi la responsabilità delle scelte, senza attendere i riti della politica. Non è più tempo. Ci vuole coraggio, chiarezza ed iniziativa personale. La politica, come dice Easton, è "assegnazione imperativa di valori alla società, un sistema di interazioni e non un'organizzazione" (…).»

Filippo Sacchetti, segretario provinciale del Pd in una nota di oggi, domenica 8 novembre
«(…) Diversi operatori dell’informazione mi hanno chiesto un commento sulla disponibilità data da Emma Petitti a impegnarsi per le elezioni di Rimini nel 2021. Da segretario provinciale del Partito Democratico raccolgo questa disponibilità. Ma senza entrare nella sostanza della cosa, ora ovviamente non sarebbe il caso e un comunicato stampa neppure il luogo, non posso fare a meno di registrare come la Presidente dell’assemblea regionale non abbia condiviso né informato di questo suo passo né me, né la segreteria regionale del PD, tanto meno il presidente Bonaccini con cui ho parlato ieri in serata.
Per carità si può fare tutto nella vita e in politica. Compreso, aggiungo, fare spallucce rispetto al fatto che, appena 10 mesi fa il PD di Rimini si è battuto affinché la Regione riconoscesse le ragioni del nostro territorio con l’elezione di Emma Petitti. Ma se si sceglie la strada della corsa in solitaria, voltando la schiena al partito e al confronto aperto con società e movimenti, mentre ci troviamo in mezzo a un percorso di ricerca di una soluzione unitaria, a partire dai programmi e poi nelle candidature, il PD non può fare la Ola.
Raccolgo la disponbilità di Emma Petitti e sul resto, che è poi quello che conta, ci confronteremo con tutti al tempo e nel luogo giusto.»

Alberto Vanni Lazzari, segretario comunale del Pd in una nota inviata oggi pomeriggio come “circoli pd rimini”
«Sono rimasto sorpreso della nota stampa del segretario provinciale Filippo Sacchetti. Sorpreso per il metodo e per i toni. Sul metodo il segretario provinciale lamenta la mancata informazione da parte di Emma Petitti sulla decisione di candidarsi alla carica di Sindaco di Rimini. Nella giornata di ieri come segretario comunale PD, sono stato informato dalla stessa Petitti sulla decisione di candidarsi alla carica di sindaco di Rimini. La stessa informazione,mi è stato riferito, era prevista per il segretario regionale e provinciale e le altre cariche istituzionali. Da tempo si vocifera sulla stampa di probabili candidature tra cui quella della Petitti, e l’ufficializzazione toglie per lo meno equivoci e fa chiarezza.
Vi è anche un aspetto di merito. La competenza per la realizzazione del programma, del confronto con le altre forze politiche e dell’individuazione del candidato a sindaco spetta per statuto all’unione comunale di Rimini. Da settimane è in corso nel Partito Democratico comunale un confronto programmatico intenso che vede il coinvolgimento di decine di esponenti iscritti e non iscritti al PD. Nella serata di Venerdì in assemblea virtuale eravamo oltre 50 a parlare di ambiente e forestazione urbana.
Faccio inoltre notare che da sempre lo statuto del Partito Democratico prevede per l’individuazione della candidatura a sindaco due modalità: attraverso il ricorso alle primarie di coalizione o con le primarie di partito, a meno che la decisione di utilizzare un diverso metodo, concordato con la coalizione, per la scelta del candidato comune non sia approvata con il voto favorevole dei tre quinti dei componenti dell’Assemblea del livello territoriale corrispondente.
Proprio per la gravità della situazione sanitaria, economica e sociale è ora di lasciare perdere i riti e le liturgie del passato che non servono a nessuno.
Serve un’assunzione di responsabilità da parte di tutti.»