Frisoni, le Mura non possono essere oscurate da pini e cipressi

Lunedì, 29 Giugno 2020

Riceviamo e pubblichiamo questo intervento di Davide Frisoni, Presidente Commissione Cultura e Turismo Comune Rimini e Consigliere Comunale di Patto Civico

 

In queste ultime settimane si è provveduto alla piantumazione di decine di alberature in compensazione delle potature dovute al passaggio delle infrastrutture sotterranee del PSBO lungo il Parco Cervi.

Nulla in contrario in linea di principio.

Tre anni fa dialogando con l’ex Assessore Massimo Pulini avevo iniziato un percorso per un progetto di pulizia e messa in sicurezza delle Mura Storiche, dall’anfiteatro (parcheggio Start) fino all’Arco di Augusto.

Questo progetto una volta realizzato riporterà al centro dell’interesse culturale, artistico, storico, turistico e ambientale le nostre bellissime e importanti (anche come dimensione) mura storiche, che vanno dall’epoca Aureliana a quella Rinascimentale.

Una dichiarazione di intenti che andava a dichiarare una azione precisa di recupero e valorizzazione.

Ma cosa centrano le mura storiche con le nuove piantumazioni degli alberi nel Parco Cervi?

C’entrano eccome.

Nonostante sia nota a tutti la mia intenzione di perseguire nel progetto di recupero delle Mura, a qualcuno è venuto in mente di piantare schiere di Cipressi e Pini proprio sulla linea frontale delle mura che ne impediscono a tutti gli effetti  una vera valorizzazione e che rende inutile ogni tentativo di riportare questo monumento al centro di un interesse artistico e rilancio culturale anche in ambito turistico.

E’ noto ormai come molte città italiane abbiano fatto della valorizzazione delle proprie mura storiche un polo di attrazione turistica, andando a restaurare, illuminare e a volte riutilizzare, ciò che la storia le ha consegnato. A volte queste mura sono veramente porzioni piccolissime e nella maggior parte dei casi sono di una sola epoca storica.

Noi, come accennato all’inizio, abbiamo parti di mura millenarie, altre medievali e altre ancora quattrocentesche e settecentesche.

Un vero patrimonio storico che insieme all’Anfiteatro Romano, gridano vendetta.

Io credo che alla pari dei graffiti, con questa piantumazione forsennata, disorganizzata e per nulla concordata con gli ambiti culturali della città, si possa parlare di vilipendio del patrimonio storico e pubblico.

Per questo ho chiesto l’immediata rimozione di quelle decine di nuove piantumazioni, delle quali va ripensata la ricollocazione immediata all’interno del parco, ma non davanti alle mura storiche che già da troppo tempo vengono dimenticate e per le quali sto depositando un primo progetto di messa in sicurezza e salvaguardia delle strutture murarie.

Suggerisco di fare una ricognizione più attenta e condivisa dei luoghi in cui piantare nuove alberature sulle quali sono sempre d’accordo. Per esempio in via Anfiteatro hanno tolto nel tempo la maggior parte delle piante, che erano presenti a bordo strada, lasciando un viale intero senza ombreggiature sul quale in questi giorni di grande calore diventa quasi impossibile poterci passeggiare. Così come tutto piazzale Gramsci che andrebbe circondato da alberature per mitigare il clima e i gas di scarico delle auto che in alcune giornate o momenti diventa veramente irrespirabile. E siamo a poche decine di metri dall’anfiteatro e dalle mura.

Quindi in sostanza ho chiesto e richiedo oggi con forza all’Assessore Montini la rimozione immediata e totale delle nuove piantumazioni. Riorganizziamo la potatura di cespugli e siepi lasciati crescere a dismisura e senza cura lungo il percorso ciclabile nel tratto che va da via Roma, passa all’ Arco di Augusto che arriva quasi a Porta Montanara. Potature che andranno anche a risolvere in parte il problema di sicurezza in ambito di spaccio e uso “folkloristico” del verde pubblico.

Qualora venga prevista la piantumazione di alberature in centro storico o nei pressi di monumenti, chiedo ancora una volta una condivisione dei progetti, perché non è scritto da nessuna parte che la cultura e l’ambiente non possano dialogare. E non è vero che una è più importante dell’altra.

Come ho detto, nei prossimi giorni presenterò un progetto che inizi un percorso di messa in sicurezza delle strutture murarie storiche. Dopo il recupero di Porta Galliana che ha contraddistinto il mio impegno dall’inizio del mandato, che sta per concludere il suo ciclo con la fase di valorizzazione restituendo alla città e al mondo un pezzo di storia importantissima, questo sarà un atto che dichiarerà ufficialmente l’interesse dell’Amministrazione al recupero e valorizzazione  degli ultimi due grandi dimenticati della nostra storia: le Mura di Cinta e l’Anfiteatro. Ci vorranno anni affinché il progetto di recupero complessivo di questi due fondamentali monumenti possa dirsi risolto. Proprio per questo è giunto il momento di partire.