Santarcangelo Festival si riorganizza e lancia il ‘suq dei sogni’

Venerdì, 03 Aprile 2020

(Rimini) “Stiamo lavorando per immaginare cosa e come sarà Santarcangelo Festival 2020 e ne daremo notizia entro la fine di aprile. Intanto abbiamo disegnato un progetto per questo tempo sospeso e difficile per restare uniti nella distanza”. Lo ha spiegato ieri ai giornali il team di Santarcangelo Festival.
  
"Avevamo deciso da tempo che ‘Futuro fantastico’ (il titolo di un breve racconto che Isaac Asimov scrisse nel 1990 prefigurando – ottimisticamente – i giorni nostri) sarebbe stato il claim di questa "far-out" edizione, che guarda ai cinquant'anni trascorsi per immaginare il 2050. Poi è arrivata la pandemia a rendere ancora più infetti i pallidi tentativi di prefigurare futuri migliori. Dopo il debito smarrimento e infiniti ripensamenti sui colori, le striature, le derive semantiche in cui immergere questa fatidica edizione 2020 – che inevitabilmente, date le incertezze attuali, avrà una nuova veste d'emergenza – abbiamo deciso che sì, avremmo continuato a usare Futuro fatastico per nominarla”, spiegano gli organizzatori.
 
Perché, infatti, proprio ora rinunciare ai rilanci fantastici e alle visioni utopiche?
“Questo inquietante scenario era già stato incredibilmente predetto da innumerevoli film e romanzi di fantascienza (nonché da molti scienziati) tanto che al momento, immersi nella sindrome distopica, abbiamo sentito un inspiegabile senso di déjà-vu... e la crudezza del reale si è tinta, almeno per noi cresciuti a cyber-visioni, dei colori acidi di tante illustrazioni fantascientifiche, come questa immagine, anch'essa prodotta in tempi non sospetti, che avevamo scelto per il Festival. Usiamo il passato perché oramai c'è inevitabilmente un prima e un dopo il virus e questo spartiacque ce lo porteremo tatuato in corpo. Avevamo immaginato questa invasion della piazza santarcangiolese, ricorrendo alla mano di un noto e brillante illustratore che ora ha sostituito il mitico Karel Thole nel disegno delle copertine della serie "Urania": Franco Brambilla; a lui avevamo affidato questa illustrazione retro-futuristica. Ed è molto leggibile: un intervento su una cartolina vintage di Santarcangelo, con l'arrivo di alieni "amichevoli" e di una piovra gigante mono-oculare non così terrorizzante, ma anzi dolcemente adagiata sul lastricato della piazza con i tentacoli a esplorare il vicinato... questa era l’immagine".
 
Questa è l'immagine oggi. “La lettura si rifrange inevitabilmente sui fatti del momento e forse ora potremmo intenderla come un invito, netto, ad imparare a convivere con il mostro che è entrato nelle nostre vite, e che non se ne andrà più. L'intruso è parte di noi e dovremo appunto imparare a conoscere "le virtù del virus" come scrive Rocco Ronchi nell'omonimo articolo: "Il virus è il segno dell'eterna condizione umana. Casomai ci fossimo colpevolmente scordati della nostra mortalità, finitezza, contingenza, mancanza, ontologica deficienza ecc. ecc., ecco che il virus ce le rammenta, coartandoci alla meditazione e rimediando così alla nostra distrazione di consumatori compulsivi (...) Per l'intelligenza critica che si esercita sul fenomeno virus, Covid 19 è per lo più il nome da film di fantascienza con cui si certifica un sapere pregresso."
 
Cosa si sogna in tempo di pandemia, cosa si desidera? “Mettiamoli in piazza, raccontiamoli, scambiamoli, facciamoli diventare collante e carburante per ripartire! L'opposto del panopticon è il SUQ, spazio impossibile da controllare nella sua concentrica conformazione e per il caos innato che lo compone.
Nasce per questi giorni di attesa e preparazione della virtuale edizione 2020 il ‘Dream suq’ di Santarcangelo Festival. "Il suq è il luogo deputato allo scambio delle merci. Si sviluppa all'interno di piazze con andamento a cerchi concentrici". Assumiamo la connotazione a spirale che hanno questi caotici e colorati mercati del mondo arabo per costruire una piattaforma aperta e plurigestita che accolga voci e proposte "da mettere in piazza" ora che non si può. È un gruppo Facebook, collettore aperto di proposte-sogni-visioni culturali/artigianali, locali e internazionali. Un labirinto informale in cui condividere, scambiare, suggerire, mettere in campo saperi e pratiche: un mercato senza moneta, o meglio la cui unica moneta è la solidarietà nella solitarietà di questo momento”.