Corovavirus, Federmoda lancia un piano contro la “quarantena commerciale”

Giovedì, 05 Marzo 2020

(Rimini) “Federazione Moda Italia-Confcommercio – spiega Giammaria Zanzini, referente per la provincia di Rimini, ma anche vicepresidente regionale e consigliere nazionale - non può nascondere la forte apprensione per lo stato delle imprese e per il rischio di tracollo economico dell’intero tessuto commerciale. La difficoltà maggiore che stiamo affrontando è la crisi di liquidità, legata alla flessione degli acquisti che sul nostro territorio è dovuta in larga parte anche alla frenata del turismo. È dunque auspicabile che le istituzioni nazionali, regionali, camerali e comunali possano promuovere in fretta eccezionali misure per superare gli effetti di questa “Quarantena commerciale” attraverso bandi di sostegno alle imprese e contributi a fondo perduto per il rilancio. Sottolineiamo con forza che non basta spostare le scadenze di qualche mese per dare ossigeno a micro e piccole imprese che non incassano e che si ritroveranno, tra qualche mese appunto, a dover far fronte a pagamenti oltremodo ingenti a cui arriveranno con la cassa vuota. Come commercianti al dettaglio già da ora abbiamo difficoltà legate alla liquidità perché non stiamo incassando abbastanza per sostenere le spese vive di gestione, utenze, dipendenti e imposte. Sul nostro territorio poi, dove il commercio è legato a doppio filo al turismo, la perdita risulta doppia. Inoltre questa emergenza si innesta in una crisi del commercio già forte (dal 2012 al 2019 chiuse 102.246 imprese in Italia di cui 24.457 in Emilia Romagna. Nel nostro settore in Italia 60.706 di cui 6.995 nella nostra regione), si capisce bene che le misure di sostegno e di rilancio sono più che mai urgenti”.

Gli istituti di credito, continua Zanzini, “devono tornare al fianco dei piccoli imprenditori, consapevoli che se noi sparissimo, loro perderebbero sicuramente buona parte dei loro migliori clienti. Fino a qualche tempo fa si poteva almeno discutere e trovare soluzioni attraverso le consulenze del proprio bancario di fiducia, o con una telefonata al vicedirettore o al direttore di filiale. Oggi combattiamo con le pressanti e asettiche richieste del recupero crediti, a cui numerosi istituti si sono ormai affidati, che anche solo per poche decine di euro mancanti insistono per giorni con mail e sms di richiamo”.

Dice Zanzini, “adesso basta, è arrivato anche per le nostre banche il momento di investire e di sostenere l’economia d’impresa. Ci aspettiamo da subito un cambio di passo, che preveda la centralità dei Confidi in una politica di vero rilancio senza il quale, dopo l’emergenza sanitaria, l’emergenza economica sarà già irreversibile. C’è grande trepidazione per il prossimo provvedimento economico statale previsto per domani. Ieri il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, era a Roma per incontrare il governo e discutere sulle misure da adottare. Diciamo solo una cosa: fate presto, se no noi piccoli imprenditori moriremo tutti, non di Coronavirus ma con il Coronavirus”.

Federmoda ha richiesto al governo e alle banche, “ognuno per la propria competenza, diversi strumenti in grado di supportare l’attività delle imprese nel breve e nel lungo periodo. Tra le misure troviamo: la moratoria per le rate di mutui e leasing in scadenza, attraverso un accordo con il sistema finanziario anche per evitare impatti negativi sul rating creditizio delle imprese; la sospensione della segnalazione in Centrale Rischi; la sospensione delle scadenze fiscali, contributive e delle utenze; l’attivazione di un fondo per il sostegno al reddito in collaborazione con gli Enti Bilaterali per consentire una diminuzione dei costi del personale alle imprese con un calo importante di fatturato; l’azzeramento delle commissioni sulla moneta elettronica; il differimento delle tratte ai fornitori in scadenza attraverso misure di sostegno dell’intera filiera; un contributo economico a copertura dell'80% della spesa corrente totale sostenuta rivolto ad imprese che hanno subito l’impatto; la possibilità di portare a rendicontazione spese come canoni d’affitto, utenze, tributi locali, rate di mutuo/leasing, spese per il personale, formazione, ecc.; la sospensione immediata della richiesta di rientro delle rate arretrate di finanziamenti e fidi concessi; l’allargamento della capienza dei fidi”.