Paroli: così Forza Italia in Regione rappresenterà l'elettorato moderato

Mercoledì, 11 Settembre 2019

Viene da Brescia, dove è stato sindaco ed è stato eletto al Senato, il nuovo commissario regionale di Forza Italia. Adriano Paroli, 57 anni, in politica fin dai tempi dell’università, non trova una situazione facile. Berlusconi lo ha mandato nella nostra regione perché il precedente coordinatore, Galeazzo Bignami, ha preso armi e bagagli ed è passato sotto le insegne di Fratelli d’Italia. Non è una situazione facile anche perché negli anni della gestione di Massimo Palmizio l’Emilia Romagna era diventata uno dei terreni più fertili per la seminagione e i raccolti elettorali della Lega. Ha quindi fatto impressione l’entusiastico endorsement di Palmizio per il nuovo commissario.

Senatore Paroli, non le ha creato un po’ di imbarazzo?

“Nessun imbarazzo, ringrazio Palmizio per la stima. C’è un grande lavoro che Forza Italia deve fare alla vigilia di una campagna elettorale importante. Ho già provveduto a confermare tutti i coordinatori provinciali, in modo che gli organismi di partito siano pronti ad affrontare la sfida. Si aprirà presto la fase dei congressi, che per la prima volta porterà anche all’elezione del coordinatore regionale, che finora è stato di nomina del presidente Berlusconi. Certo, quel che è successo è qualcosa di atipico, che inquieta. Chiedere a membri eletti di altri partiti di cambiare casacca, non ci piace. A noi comunque interessa dare risposte ai cittadini, questo è l’interesse primo. Quindi l’alleanza di centrodestra ci sarà ed auspichiamo che sia vincente. Lavoreremo mobilitando tutte le energie necessarie”.

Come pensa di rilanciare Forza Italia in Emilia Romagna?

“Abbiamo pagato quattordici mesi di governo gialloverde. Pensavano, grazie alla presenza della Lega, di poter aver risposte di centrodestra ai problemi dei cittadini, per cui la nostra è stata un’opposizione più che costruttiva. I risultati sono stati negativi, dal reddito di cittadinanza alla non attuazione della flat tax. Purtroppo la nostra lealtà è stata scambiata per remissività, stiamo pagando anche in termini elettorali il non movimentismo che invece ha premiato i cosiddetti sovranisti del centrodestra.

Come sta dimostrando l’attualità politica certi sovranismi aiutano il Pd e non lo combattono. C’è bisogno di strategia, di valori, e di capacità di rendere i valori risposta concreta ai problemi dei cittadini. Ed è quello che contiamo di fare in Emilia Romagna. Forza Italia è un grande partito a prescindere dalle percentuali che può prendere in una elezione o nell’altra, è il partito che ha costituito il centrodestra che è un patrimonio del Paese prima ancora che delle forze politiche che lo compongono. È un grande partito perché ha in sé quel dna, quel radicamento nell’umanità che con il proprio lavoro ha costruito l’Europa. Quindi rivendichiamo la nostra appartenenza al Ppe che ci deve portare a costruire un’Europa e un’Italia a misura dei cittadini e non delle banche e dei poteri finanziari. Non siamo un partito che si affaccia nel panorama politico senza aver già dato prova di sé, ricordo che il meglio che le regioni hanno realizzato nella sanità è avvenuto in Lombardia e in Veneto, dove si è raggiunta un’efficienza senza pari in Italia. E questo è avvenuto grazie all’impostazione date dalle giunte regionali guidate da Forza Italia”.

Forza Italia condivide la candidatura a presidente di Lucia Bergonzoni, della Lega?

“Non abbiamo posto veti, ma c’è anche un tema di tempi. Ieri ho visto mio omologo della Lega, Eugenio Zoffili, con il quale abbiamo avviato un lavoro sul programma comune e presto ci ritroveremo per sciogliere altri nodi. Le presidenze si decidono sul tavolo nazionale, dove non escludiamo di portare anche una nostra candidatura. Ma c’è un tema che mi stupisce, il fatto che il presidente uscente nonché candidato possa decidere da solo la data delle elezioni regionali a suo piacimento e a suo vantaggio. Non esiste, in Lombardia non funziona così. La data delle elezioni va decisa insieme a tutte le forze in campo, sinistra e centrodestra”.

Forza Italia come pensa di dare voce e rappresentanza all’elettorato moderato che non si riconosce nei contenuti e nei toni della Lega?

“Forza Italia c’è e sarà in grado di rappresentare a questo elettorato. Ma prima ancora di rappresentarlo in consiglio regionale, lo rappresenterà anche nelle liste, nell’attività prima e durante la campagna elettorale. Forza Italia è stata da sempre la prima lista civica nazionale, nel senso che le liste civiche le abbiamo inventate noi quando ancora non esistevano. Mi riferisco all’idea di portare nelle istituzioni chi ha capacità e vuole metterle a disposizione dei cittadini. In tutte le elezioni Forza Italia ha coinvolto persone della società civile, professionisti, operatori sociali, persone impegnate nella cultura, che sono state portate ad occuparsi della cosa pubblica. Questa nostra mission non è archiviata, anzi è sempre valida. Credo che nel confronto con imprenditori, operatori della vista sociale, del mondo associativo sia possibile avere riscontri e indicazioni sulle cose da fare”.

Non le sembra che Forza Italia si sia un po’ appiattita sul salvinismo? Per mesi avete ripetuto “torna da noi” quando Salvini aveva tutta l’aria di chi cercava da solo i pieni poteri.

“La lezione che viene dalla crisi è che da soli non si va da nessuna parte. L’intelligenza vuole che in politica sia utile avere il massimo apporto di capacità e di sensibilità, in modo che sia più larga la possibilità di dare risposte ai cittadini. Berlusconi ha costruito il centrodestra portando Lega e Msi-An dall’isolamento parlamentare al governo del paese. Servono divers sensibilità altrimenti si resterà all’opposizione a vita. Nelle regioni in cui il centrodestra si è presentato unito, a volte con presidente della Lega, a volte di Forza Italia, abbiamo sempre vinto. Siamo un grande partito, al di là delle percentuali, che ovviamente auspichiamo tornino ad essere rilevanti”.

Al di là percentuali, avete la possibilità di incidere sulla linea? Quello che si vede, è una egemonia dell’estremismo leghista.

“Questa fase sovranista è caratterizzata da un’esibizione muscolare, ma con gli amici della Lega a livello locale e a livello nazionale c’è una grande condivisione di temi. Con Eugenio Zoffili c’è sintonia, c’è un comune sentire. Noi, certamente, rispetto alle esibizioni muscolari, preferiamo caratterizzarci per i contenuti, per fornire risposte concrete”.

Il recente cambiamento di governo aiuta o danneggia la battaglia del centrodestra in Emilia Romagna?

“Credo che non aiuti, ma voglio pensare che non sarà decisivo. Tutto dipenderà dalla capacità della squadra di presentarsi con un progetto condiviso e percepito dagli elettori come volontà cambiamento, in modo che le questioni irrisolte dell’Emilia Romagna possano trovare uno sbocco”.