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Scontro fra Gnassi e Erbetta: il nodo Hera agita la maggioranza

Venerdì, 25 Maggio 2018

Acque agitate nella maggioranza di centro-sinistra che sostiene il sindaco Andrea Gnassi. C’era da aspettarselo dopo l’offensiva scatenata dal capogruppo di Patto Civico Mario Erbetta e dopo le prese di posizioni di alcuni consiglieri (vedi Davide Frisoni).

Dietro le quinte del consiglio comunale è andato in scena ieri un epico scontro fra il sindaco Gnassi, visibilmente irritato (per usare un eufemismo) dalle ultime iniziative del capogruppo di Patto Civico, e, appunto, lo stesso Erbetta.

Il casus belli sono i due ordini del giorno presentati per istituire le unità cinofile nella polizia municipale e per sollecitare l’indizione di un bando per assegnare la raccolta rifiuti, visto che l’incarico ad Hera è in prorogatio dal 2011. Erbetta sperava che tutti i capigruppo, di maggioranza e minoranza, sottoscrivessero gli ordini del giorno, ma così non è stato. Sulla sua iniziativa si è messo di traverso il Pd che ha sollevato questioni di metodo: Erbetta doveva prima confrontarsi all’interno della maggioranza e non procedere in modo solitario. L’ordine del giorno su Hera aveva avuto anche l’adesione di Gianfreda e Pasini (in maggioranza), e dei capigruppo della minoranza, ad eccezione di Marzio Pecci, della Lega, secondo il quale il documento doveva essere presentato da tutti. Motivazioni formali, come quelle del Pd.

La vicenda ha i suoi aspetti grotteschi. Risulta che Erbetta si sia mosso vedendo che, dopo tre settimane, nessun altro aveva deciso di prendere sul serio l’indicazione arrivata dallo stesso assessore al bilancio Gian Luca Brasini. Chiudendo il dibattito sul bilancio 2018, che conteneva l’aumento delle tariffe per i rifiuti, Brasini aveva invitato il consiglio a votare un ordine del giorno che sollecitasse l’amministrazione a fare i passi necessari perché sia indetta una gara. Erbetta, che vede nella gara il solo mezzo per strappare un costo inferiore e quindi evitare di ricaricare sui cittadini, ha deciso di muoversi in prima persona.

Allo stesso modo è curioso che si debba presentare un ordine del giorno (e che il Pd si opponga) per sollecitare l’attuazione di una delibera (quella sui cani della polizia municipale) che era stata approvata nel 2014 dalla giunta Gnassi.

I due ordini del giorno, mancando il consenso unanime di tutti i capigruppo, non sono stati discussi nella seduta di ieri sera ma saranno esaminati in una delle prossime.

Comunque già martedì, in commissione e poi in consiglio, si tornerà a discutere di Hera. Sarà infatti proposta al voto la conferma del patto di sindacato fra i soci pubblici per il triennio che va dal 2018 al 2021. L’adesione al patto di sindacato obbliga a non vendere le proprie azioni in modo che rimanga la maggioranza pubblica della società. Il Comune di Rimini vedrà bloccate per tre anni circa 18 milioni e mezzo di azioni, mentre potrà venderne una piccola quota, che al prezzo degli ultimi 30 giorni, vale oltre 5 milioni e mezzo di euro. Il tema che si riprone è quello del corto circuito fra controllante e controllato, visto che il socio Comune di Rimini è anche quella che compra da Hera il servizio di raccolta rifiuti.

Nonostante lo scontro serale con il sindaco Gnassi, Erbetta non ha comunque rinunciato a far conoscere la sua opinione su temi che lo vedono in posizione diversa da quella perseguita dall’amministrazione (ed anche dall’associazione albergatori). Lo spunto per l’intervento sono appunto le dichiarazioni della confermata presidente Patrizia Rinaldis alla guida dell’AIA.

“La sua presa di posizione sugli alberghi marginali, quelli con meno di 20 camere - scrive il capogruppo di Patto Civico - mi lascia molto perplesso. Niente appartamenti in zona turistica vuol dire non dare la possibilità ad alberghi piccoli vetusti e fatiscenti di rigenerarsi magari riducendo anche la loro cubatura. Mi spiego meglio. Ora a Rimini abbiamo un centinaio di pensioni stamberga di meno di 20 camere che nulla hanno di antisismico e sono totalmente fuori mercato. Esteticamente un pugno in occhio al turista. Queste pensioni non possono fare parte della visione della nuova Rimini con la creazione parco del mare. Rappresentano la Rimini degli anni 60/70 lontana dal turista di oggi. Bisogna quindi procedere alla rigenerazione urbana di tali stabili e per farlo bisogna dare la possibilità ai proprietari anche di convertire le strutture in appartamenti residenziali. Ma non mini appartamenti estivi da affittare che potrebbero essere una seria speculazione ma appartamenti di minimo 80 mq per ripopolare anche il lungomare d'inverno. In pratica da un albergo di 20 camere anche riducendo la cubatura si potrebbero ottenere 2/3 appartamenti che il proprietario potrebbe adibire ad abitazione per i suoi figli o familiari. I vantaggi sono molteplici: rigenerazione urbana con standard antisismici e di risparmio energetico, aiuto al settore edile in piena crisi, nessun aumento volumetrico ma riduzione della capacità edificatoria, riqualificazione di zone ad oggi degradate. Il tutto nella piena visione del nuovo parco del mare”.

È uno dei nodi che prima o poi dovrà venire al pettine. Devono essere emessi i provvedimenti di attuazione del Rue e del Psc e deve essere recepita la nuova legge urbanistica regionale.


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