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Bellaria, perde pezzi l'inclusivo Ceccarelli

Lunedì, 23 Aprile 2018

Al quarto tentativo, la maggioranza di centrodestra di Bellaria Igea Marina è riuscita a votare la sostituzione della consigliera Cristina Zanotti, entrata in giunta, con Marco Nanni, della lista di Forza Italia. La fumata bianca è stata frutto del combinato disposto della convocazione del consiglio comunale al venerdì mattina e delle assenze di gran parte dei consiglieri di minoranza. Quando erano tutti presenti, per tre volte la partita è finita otto a otto, perché i due consiglieri di Ncd si sono chiamati fuori dalla maggioranza, non condividendo la promozione ad assessore della Zanotti. Ciò significa che d’ora in poi il sindaco Enzo Ceccarelli può contare su una maggioranza sicura di nove consiglieri contro otto di minoranza: basta un raffreddore o uno sgambetto per non avere i voti sufficienti per far passare importati delibere.

La defezione dei due consiglieri di Ncd ha un aspetto clamoroso che val la pena di sottolineare. Una delle caratteristiche del sindaco Ceccarelli, che l’ha portato alla vittoria al primo turno per due elezioni consecutive, è la sua capacità di includere, di mediare, di smussare gli angoli, di mettere d’accordo i molti galletti del pollaio di centrodestra. Ora, ad un anno dalla fine del mandato, sembra che questa capacità di tenere unite le tutte le anime del centrodestra sia venuta meno. Nello stesso tempo Ceccarelli ha assunto il ruolo di un uomo solo al comando: ha promosso la Zanotti assessore lasciandole però deleghe assolutamente marginali. Lui, il sindaco, segue direttamente lavori pubblici, turismo, cultura, bilancio, risorse, tributi, sistema Comune. Se si toglie l’urbanistica, in mano a Michele Neri, tutto ciò che serve ad amministrare il Comune è in mano a Ceccarelli.

Gli ultimi eventi suscitano importanti interrogativi sulle elezioni del prossimo anno. Bellaria Igea Marina è stato il primo importante Comune della provincia ad essere stato strappato al Pd nel lontano 2009. Ceccarelli fu eletto al primo turno con il 59,9% dei voti, l’allora Pdl viaggiava da solo con quasi il 40 per cento dei consensi. Bellaria si presentava insomma come la roccaforte del centrodestra nel panorama provinciale. Nel 2014, dopo cinque anni di amministrazione, Ceccarelli ottenne cinque punti di percentuale in meno, sufficienti comunque per passare ancora una volta al primo turno. Era però cambiata l’alleanza che lo sosteneva: Forza Italia era al 23,51 per cento, mentre la galassia centrista (Udc e Ncd) raccoglieva in totale più del 18 per cento dei voti, con la Lega che presentava percentuali da prefisso telefonico.

Ora se si guarda ai risultati delle elezioni politiche del 4 marzo scorso si vede che la situazione è cambiata ancora una volta. Alla Camera la candidata di centrodestra ha ottenuto il 43,15% dei voti, con Forza Italia scesa al 17 per cento e la Lega che è diventata il secondo partito della città con il 21,86 per cento, mentre i centristi di Noi per l’Italia non sono andati oltre l’1,1 e Fratelli d’Italia si è attestata sul 3,59. Un inciso: Ncd, il partito che si è messo di traverso in consiglio, non esiste più e i suoi eredi si sono alleati con il Pd (vedi Pizzolante) o sono tornati alla casa madre.

Nel mutato quadro elettorale, sulla carta, la Lega potrebbe rivendicare il candidato sindaco. Tuttavia il movimento di Salvini al momento non ha nessuno in consiglio comunale e nemmeno presenta dirigenti di rilievo in grado di aspirare all’incarico. Potrebbe però, al tavolo delle trattative, esprimere o no un gradimento decisivo verso candidati espressi da altri.

La palla, al momento, sembra ancora in mano a Forza Italia. Il candidato naturale potrebbe essere Filippo Giorgetti, forse “parcheggiato” nel ruolo di presidente del consiglio comunale per non logorarsi nell’attività amministrativa. Ma corrono anche le voci su una possibile candidatura di Roberto Mazzotti, già dirigente nazionale del Credito Cooperativo. Chiunque sia, dovrà essere consapevole che un’elezione al primo turno come Ceccarelli è un miraggio difficile da raggiungere. Gli altri competitor saranno espressione certamente dei 5 Stelle (che a Bellaria non brillano ma sono comunque attestati al 30 per cento) e del Pd, che, nel disastro nazionale, è riuscito comunque a conservare il 18 per cento dei voti in una città da almeno un decennio “ostile”. C’è poi il quarto incomodo, che ha cominciato la sua corsa in largo anticipo e c’è da chiedersi se riuscirà a conservare fiato per il traguardo. Si tratta di Gabriele Bucci, a lungo direttore dell’Aia di Rimini, nonché consigliere dei Verdi e del Psi nel secolo scorso. È candidato sindaco di una lista civica dai contorni ancora non ben definiti. Da una pagina Facebook dal titolo inequivocabilmente elettorale (VotaBucciSindacodiBellariaIgeaMarina) non manca, con periodici video ripresi in bucolici scenari cittadini, di far sapere la sua opinione sul quadro politico cittadino, sostenendo la tesi di un Ceccarelli arroccato nel proprio blocco di potere e incapace di ascolto della città. Se ci si deve basare sul numero dei like sulla pagina (appena 53) verrebbe da pensare ad un’organizzazione semiclandestina. Ma potrebbe essere il quarto incomodo che costringe il candidato del centrodestra ad un pericoloso ballottaggio.


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