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Cia Romagna, riminese il vice presidente Falcioni

Venerdì, 26 Gennaio 2018

(Rimini) «Ho l’onore e l’onere - afferma il presidente della Cia Romagna, Danilo Misirocchi - di rappresentare la Cia in questa sua nuova dimensione. Stiamo parlando di circa 6mila aziende, di oltre 18mila soci, 106 dipendenti a tempo indeterminato, una presenza capillare sul territorio romagnolo con 35 sedi: il territorio è il punto di partenza e di arrivo di tutta l’attività politica e dei sevizi. Rappresentiamo un’area vasta, articolata, dove sono presenti tante tipologie di colture con esigenze in certi casi sicuramente simili, ma non uguali. Tutte le sfumature e le diversità sono da cogliere, da valutare, a tutte serve dare voce, a tutte serve dare una risposta. L’agricoltura, sempre e comunque parte costituente del territorio, è cambiata; le aziende si innovano, i servizi devono innovarsi partendo dalle esigenze delle aziende e delle persone associate. Vogliamo dar voce all’agricoltura nelle sue molteplici declinazioni e nelle sue molteplici azioni rigenerative per la società tutta, per i territori, per il “sistema Paese. Dobbiamo valorizzare i nostri meriti a partire da quello della sostenibilità dell’ambiente».
«Per me - commenta il vice presidente vicario, Lorenzo Falcioni - sedere a fianco del presidente Misirocchi è un incarico autorevole e di grande responsabilità. Con Cia Romagna diventiamo più grandi ma non per allontanarci dal territorio, al contrario andremo a rispondere alle esigenze ancora meglio rispetto a prima. Nel processo di fusione Cia Rimini ha fatto la sua parte, si è presentata con tutte le carte in regola, con nessuna pendenza e con i conti a posto. Non siamo quindi stati obbligati, ma abbiamo deciso di fare questo passo per meglio rispondere alle esigenze delle aziende agricole. In questa grande famiglia mettiamo a sistema il buono da tutti i territori, ad esempio nel riminese verranno istituiti i consigli territoriali (Rimini nord, Alta Valmarecchia e Valconca) come già esistono a Ravenna, Forlì e Cesena, e potenzieremo anche la comunicazione sia verso gli associati, sia verso i cittadini rappresentando la realtà dell’agricoltura romagnola».

Tanti i temi approfonditi nel corso dell’Assemblea emersi dalla relazione e dalle proposte politiche del presidente Misirocchi, che hanno messo in evidenza il lavoro da svolgere in questo mandato di pari passo con il consolidamento di Cia Romagna. Fra gli obiettivi: adoperarsi affinché ambiente e agricoltura instaurino un nuovo rapporto con la società, mettendo sul piatto della bilancia valore e vantaggi che l’agricoltura ha contribuito a determinare con la sua funzione sociale, di presidio e manutenzione del territorio e contrasto al dissesto idrogeologico. Fondamentale anche un nuovo rapporto con il mercato e le filiere e la realizzazione di accordi ben codificati tra agricoltura, artigianato, commercio, logistica ed enti locali per un percorso virtuoso attorno alle produzioni agroalimentari che affermino un riconoscimento economico e reddituale al ruolo, non solo produttivo, dell’agricoltura. Cia Romagna ha intenzione di svolgere un ruolo propositivo e di supporto per tutte le forme di aggregazione mirate al mercato e che coinvolgano sia le strutture cooperative sia quelle private. Le questioni del reddito da lavoro, della gestione del rischio e il sostegno al ricambio generazionale sono trasversali a tutte le riflessioni affrontate e al lavoro che Cia Romagna continuerà a portare avanti da qui ai prossimi anni.
Un altro versante al quale Cia Romagna dedicherà impegno è la ricerca concreta della semplificazione burocratica: sono iniziati dei percorsi in tal senso, ma fino ad oggi hanno per lo più ulteriormente complicato il lavoro dell’agricoltore.


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