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Abusi e maltrattamenti, Lega: Asl Romagna colpevolmente assente

Giovedì, 11 Gennaio 2018

(Rimini) “Abusi e maltrattamenti nei confronti di minori, donne e anziani, quali i numeri in Romagna? Non è dato di saperlo, o, almeno, la Regione sembra non saperlo, mentre, secondo alcune segnalazioni, sarebbero in continuo aumento, nonostante le campagne di sensibilizzazione che, evidentemente, così come strutturate non colgono l’obiettivo”. Lo afferma Jacopo Morrone, segretario della Lega Nord Romagna, riferendosi a una richiesta di informazioni alla Regione su questa materia da parte del consigliere regionale del Carroccio, Daniele Marchetti, che, in seguito, insieme al collega Massimiliano Pompignoli, ha indirizzato un’interrogazione alla Giunta Bonaccini.
“La Regione - prosegue Morrone – ha chiarito che solo quattro Aziende sanitarie dell’Emilia ‘possiedono e utilizzano sistemi informativi di PS che prevedono campi specifici per l’identificazione della violenza di genere o dell’abuso su minori’ e che, a queste, si è aggiunta l’Azienda ospedaliera di Modena ‘limitatamente ai dati relativi alla violenza di genere’. L’Asl Unica della Romagna, quindi, non rientra in questo elenco, mentre è risaputo che nei PS romagnoli sarebbero puntualmente rilevati i casi considerati di maltrattamento e abuso, che, tra l’altro, sarebbero molto inferiori a quelli effettivamente perpetrati ai danni di minori, donne e anziani, un fenomeno, quest’ultimo, in costante aumento”.
“Di qui, l’interrogazione alla Giunta per conoscere i motivi per cui l’Azienda Unica romagnola non risulti fra quelle che hanno implementato un sistema informatizzato per la rilevazione puntuale di questi abusi e per capire se la causa di questo deficit sia da far risalire al forte ritardo dell’Asl sul fronte dell’informatizzazione. A quanto risulta, infatti, i casi di abuso, maltrattamento e incuria, soprattutto nei confronti delle persone più anziane, sarebbero in costante aumento, come quelli di bullismo giovanile, perpetrati anche da ragazzine."
"Ma per affrontare il problema servono dati certi e aggiornati, che fotografino le dinamiche degli abusi, le vittime, anche se rigorosamente protette dalla privacy, i luoghi dove avvengono gli episodi (per esempio la questione degli abusi sessuali sulle spiagge che ormai sono off limits ma nessuno ne parla) e per mano di chi. E servono anche pene più severe, che non è compito della Regione prevedere, ma che devono comunque essere sollecitate al legislatore nazionale. E’ evidente infatti che le celebrazioni e le ricorrenze, come la Giornata internazionale contro la violenza alle donne, mettono al centro la questione, ma spesso si riducono a slogan, passerelle dei soliti noti e organizzazione di eventi autoreferenziali."
"La sensibilizzazione, l’educazione e la prevenzione contro ogni tipo di abuso sono al contrario attività capillare e quotidiana. Anche perché molti casi, probabilmente la stragrande maggioranza, rimangono “sommersi” per la paura a denunciare, per l’impossibilità a farlo o perché si ritiene inutile. Dunque servono i numeri aggiornati, una valutazione complessiva e un’azione coordinata molto più incisiva da parte della politica e delle istituzioni, prime fra tutte la Regione e l’Azienda Unica della Romagna, per quanto riguarda il nostro territorio, che finora sembrano essere state colpevolmente assenti”.


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