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Cultura, i tesori della Confraternita San Girolamo saranno esposti

Venerdì, 09 Giugno 2017

(Rimini) Un’occasione da non perdere, per i riminesi amanti del bello e cultori dell’identità storica cittadina, è quella di sabato 10 giugno, alle ore 17,30 nelle splendide sale antiche al piano nobile di palazzo Gambalunga, sede della biblioteca civica.
Per la prima volta verranno esposti al pubblico tutti insieme i cinque manoscritti e tre incunaboli, di proprietà della Confraternita di San Girolamo, che costituiscono uno dei nuclei storicamente ed artisticamente più importanti del patrimonio della Biblioteca gambalunghiana.


Si tratta, scendendo nel dettaglio, di un Passionario della seconda metà del XII secolo (Sc-Ms. 1), contenente le vite di santi martiri romagnoli, riminesi o particolarmente venerati nella diocesi, opera di uno scrittorio riminese, con buona probabilità quello dell'abbazia di San Gaudenzio, del De civitate Dei di sant’Agostino (Sc-Ms. 2), databile al 1415-1419, illustrato da 22 finissime iniziali figurate su foglia d’oro attribuibili alla prima attività del tardogotico "Maestro della Sagra di Carpi”, scritto da Donnino da Borgo San Donnino per Pandolfo III Malatesta, il padre di Sigismondo, di un rarissimo messale “ad usum fratrum armenorum” del XV secolo (Sc-Ms. 6), testimonianza della vita religiosa e liturgica della comunità armena, la cui presenza a Rimini è documentata fin dal Duecento, delle Epistolae e del De viris illustribus di san Girolamo (Sc-Ms. 7), XV secolo, del Tractatus contra Iudaeos di Niccolò di Lyra e di Girolamo da Santa Fe (Sc-Ms. 39), della seconda metà del XV secolo, delle Epistolae di San Girolamo (4.P.II.6), stampate a Venezia da Antonio di Bartolommeo Miscomini nel 1476 e illustrate da due splendide miniature del “Maestro del De civitate Dei di Cesena”, di un De civitate Dei di sant’Agostino stampato a Venezia nel 1475, del commento morale al libro di Giobbe di san Gregorio Magno, incunabolo veneziano del 1480.


Questo patrimonio di autentici capolavori (valore di assicurazione oltre 2 milioni di euro), fu dato in deposito alla biblioteca civica dalla Confraternita di San Girolamo alla metà del Settecento, su proposta di uno dei confratelli di allora, monsignor Giuseppe Garampi, che era stato in gioventù vice-custode della Gambalunghiana e in seguito avrebbe fatto carriera presso la Santa Sede come Cardinale, prefetto dell’Archivio Segreto, e fra l’altro Nunzio Apostolico a Vienna.


L’esposizione sarà introdotta dagli interventi di Massimo Pulini, assessore alle Arti, Marco Ferrini, presidente della Confraternita di San Girolamo e della Santissima Trinità, Paola Delbianco, Responsabile Fondi antichi.
“La Confraternita formata da 33 soci, come vuole l’antico statuto, è riuscita a passare attraverso mille difficoltà, dalle soppressioni napoleoniche e sabaude, ai terremoti, alla distruzione dei bombardamenti: è uno spaccato di storia della città, ed è ancora viva. Oggi ci dedichiamo sostanzialmente all’educazione alla vita cristiana, collaborando per quanto possibile al bene comune, in particolare curando i beni culturali rimasti”, spiega il presidente Ferrini.


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