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Riccione. Tosi, il ruggito della leonessa ferita

Sabato, 04 Marzo 2017

“Si riparte”. Le congiure di palazzo, i tradimenti degli uomini di fiducia sembrano fare molto bene all’ex sindaco di Riccione Renata Tosi. Alla conferenza stampa che di fatto ha dato il via alla campagna elettorale si è presentata tonica e determinata, pronta a dare legnate ai traditori e a dichiarare che una pagina si è chiusa ed ora se ne apre un’altra. È stato il ruggito della leonessa ferita, già rialzata per il combattimento decisivo.

La narrazione su quanto è successo (“E’ tutto chiaro”) segue uno schema scontato. La sua giunta è caduta per il tradimento di persone che hanno anteposto i loro interessi personali a quelli della città.  “E 'l modo ancor m'offende”, sembra dire la Tosi sulla scia di un altro famoso tradimento consumato secoli fa da queste parti. Il modo è quello delle riunioni clandestine negli studi notarili piuttosto che un dibattito e un confronto a viso aperto, davanti ai cittadini, in consiglio comunale.

“Non si può governare con i ricatti, o così o tutti a casa”, scandisce il sindaco defenestrato e ricandidato. Ci fosse stata l’intenzione di proseguire la legislatura, si sarebbe trovato un accordo, ci sarebbero stati i tempi e i modi per un nuovo equilibrio. “In realtà non c’erano argomenti di sostanza che ci dividessero, c’era solo la ricerca delle poltrone e l’affermazione dei personalismi”.

Sono circolate molte voci e molti veleni: l’azzeramento degli assessorati di Forza Italia, le imboscate verso i consiglieri comunali dissidenti. “Ogni giorno leggo molte barzellette”. E poi precisa. “Capisco che un consigliere possa non trovarsi più d’accordo con il programma della maggioranza di cui fa parte. In quel caso si dimette. Va a casa lui, non manda a casa il programma. In realtà, ripeto, non c’era alcuna difformità sul programma, cercavano solo poltrone”.

Ma questo è il passato, sebbene ancora bruciante. Adesso per Renata Tosi “C’è un lavoro da finire, un programma da portare a compimento”. E se l’opposizione l’accusa di non aver messo in campo alcun nuovo grande progetto, lei replica che anche la futura amministrazione si distinguerà per la cura del piccolo, che per lei significa attenzione e vicinanza ai problemi dei cittadini, delle imprese, dei quartieri. Ricorda che per il 16, 23 e 31 marzo erano già programmati consigli comunali per deliberare su argomenti importanti come la riqualificazione della zona dei campeggi, alcuni progetti privati, il bilancio. L’ex sindaco rivendica l’operato della sua giunta, sostiene che Riccione ha rialzato la testa, che ha ritrovato l’orgoglio cittadino.

Niente da rimproverarsi, dunque? Quando in un matrimonio volano i piatti, la colpa non è mai solo di un coniuge. “Lavorando, si sbaglia sempre qualcosa. Forse l’errore più grosso è stato quello di aver dato fiducia a persone che credevo considerassero un onore poter servire la città di Riccione. E invece hanno tradito nello spazio di un secondo. Ma se mi si accusa di essere stata rigida, replico che quando si antepongono gli interessi privati a quelli della città, lo sarò ancora di più”. Il gruppo dei fans accorso a seguire la conferenza stampa libera il primo scrosciante applauso.

La Tosi è più divisiva che inclusiva, recitano in coro ex alleati ed oppositori. “E’ vero, sono determinata. Se ho escluso qualcuno, questi è chi voleva fare i propri interessi. È il metodo con cui ho combattuto per dieci anni quando ero all’opposizione. Siamo arrivati in Comune in nome di un metodo nuovo. Se lo scontro è sul vecchio modo di fare politica, allora sì, sono divisiva”.

Si riparte, ma con chi? Fratelli d’Italia e la Lega (era presente il segretario regionale Jacopo Morrone) hanno detto che la sosterranno. Forza Italia farà ancora parte della compagnia? “I rapporti in questo momento sono a zero. Questo partito ha firmato con il Pd per le mie dimissioni. Quindi tutto mi sembra molto difficile. Credo però che il popolo liberale, moderato, cattolico di Forza Italia possa trovare nuovo slancio per i propri ideali nella nuova squadra che andrò a costruire”.

Nel 2014 il volano della vittoria elettorale è stata la madre di tutte le battaglie, la guerra al Trc. Nel 2017 appare un’arma un po’ spuntata. “Non è mica finita. Il Trc rimane l’esempio di un modo di fare politica contro la città. Dal punto di vista del metodo la battaglia continua. E anche nel merito, posso dire che all’ultima riunione di Agenzia Mobilità (adesso saranno felici di non avermi più tra i piedi) è emerso che per il completamento mancano ancora 10 milioni di risorse locali e non c’è ancora il finanziamento del Cipe”.

Le chiedono se sarà più accorta a costruire la squadra, vista l’esperienza da cui è uscita. Lei risponde che cercherà “persone che abbiano cuore, coraggio e morale, che sono la base della buona politica”.

E che cosa pensa dei movimenti di Pizzolante? “Tutto già scritto, noto, noioso. Lui vuole fare una lista civica? Noi lo abbiamo già fatto, l’abbiamo capito prima di lui, pertanto può starsene tranquillo a Rimini”.

E al ballottaggio teme di più un grillino o un Pd? “Perché, ci sarà un ballottaggio?”.


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