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Aeroporto, Gottifredi rilancia il dialogo con il territorio

Mercoledì, 22 Febbraio 2017

Il 2016 – è sempre stato detto dai dirigenti di Airiminum – non poteva dare grandi risultati perché a marzo, quando finalmente sono stati tolti di mezzo tutti gli impedimenti per l’apertura, i giochi per la summer season erano già fatti. E così l’aeroporto si è attestato sui 240 mila passeggeri. Siamo ormai a marzo 2017 e quindi si presume che per la prossima stagione estiva i giochi siano ormai fatti, i contratti con le compagnie sottoscritti, i programmi dei voli già delineati. Purtroppo dall’aeroporto di Rimini le uniche notizie pervenute sono i voli da Tel Aviv e un collegamento con Francoforte (a parte i soliti russi e l’Albania).

“In effetti fino a questo momento non si è visto nulla di nuovo”, concorda Massimo Gottifredi, responsabile nazionale di Lega Coop Turismo e a suo tempo (2008-2010) consigliere di Aeradria, oltre che ex assessore provinciale al turismo ed ex presidente dell’Apt. “Questa assenza di novità preoccupa molto il territorio, – aggiunge - ma credo non sia positiva neppure per i gestori dell’aeroporto. Il 2017 costituirà una cartina di tornasole”.

Le preoccupazioni sono diffuse, soprattutto fra gli operatori economici del turismo. Si incomincia ad invocare un intervento della politica e degli amministratori locali, spesso dimenticando, o non ricordando con la dovuta precisione, che adesso la gestione è privata e la politica, in qualsiasi forma, non ha alcuna voce in capitolo. Però l’aeroporto è un bene pubblico, per quanto temporaneamente affidato ad una società privata. La fallimentare gestione del passato e l’inchiesta della Procura hanno dunque affossato anche ogni possibile dialogo virtuoso fra chi rappresenta gli interessi del territorio e chi gestisce l’aeroporto?

“Una bella domanda. – osserva Gottifredi – Certo non si può e non si deve pretendere che si ritorni al passato, quando la gestione pubblica faceva dell’aeroporto un motore dello sviluppo, a discapito anche dei bilanci. Mentre un tempo il sistema pubblico affidava all’aeroporto compiti di promozione e anche di promo-commercializzazione dell’offerta turistica del territorio, adesso c’è un gestore che ha la massima e legittima attenzione al conto economico. Penso che in questa nuova fase si debba parlare di corresponsabilità. Se l’aeroporto funziona, ne beneficia il territorio, ma sono contenti anche gli azionisti. Il tema vero è come far coincidere gli interessi del territorio con gli interessi degli azionisti. Un esempio: il collegamento con Israele può essere un affare per la società ma è tutto da vedere se è interessante per gli operatori turistici, a parte tutti i problemi di sicurezza che ci pone”.

Quindi il sistema pubblico cosa dovrebbe fare: stimolare? Premere? Proporre?

“Credo poco all’efficacia della moral suasion – afferma Gottifredi – Credo sia meglio la compartecipazione economica. Se si chiede all’aeroporto di aprire nuove rotte che interessano l’economia turistica, è giusto che le varie espressioni del territorio ci mettano la loro parte”.

Il Comune, in accordo con le associazioni, potrebbe destinare una parte degli introiti della tassa di soggiorno a questo scopo?

“Credo sia una proposta percorribile, che naturalmente va attuata rispettando in pieno le normative che non consentono aiuti di Stato”.

Dopo la terra bruciata fatta dall’inchiesta Aeradria, sarà possibile ripartire con operazioni di questo genere?

“Indubbiamente quella stagione è stata piena di equivoci che vanno evitati. Però mi sembra fondamentale questa collaborazione con un territorio che investe e quindi orienta i voli che più servono alla sua economia. Un rapporto di questo genere serve anche alla società di gestione, altrimenti l’aeroporto resta una realtà amorfa. C’è anche un altro aspetto. È giusto che politiche di sviluppo siano cofinanziate da chi si avvantaggia del traffico passeggeri. Se arrivano più turisti dalla Germania o dalla Scandinavia, è giusto che alberghi, ristoranti e commercianti che se ne avvantaggiano con un maggiore fatturato per le loro imprese, contribuiscano per la loro quota parte”.

L’impressione è che a questa società di gestione interessino più i conti in attivo che lo sviluppo turistico della Riviera…

“I conti sono in attivo perché finora non ci sono stati investimenti. Nel momento in cui nel bilancio dovranno entrare gli ammortamenti, solo un consistente aumento del fatturato può consentire che i conti siano in attivo. Per questo dico che è interesse anche della società concertare determinate azioni con il territorio”.

Lei è stato amministratore di Rimini Partecipazioni, la società che doveva servire per incentivare la partecipazione degli imprenditori locali ad Airiminum. Che impressione ha avuto dell’attuale amministratore delegato Leonardo Corbucci?

“Ho visto molta volontà di spezzare i legami con il passato, anche se con un approccio molto autoreferenziale. Il dialogo con il territorio, per quanto coinvolto nella fallimentare gestione passata, andava coltivato da subito. L’aeroporto non è una fabbrica di bulloni che basta che ci siano le strade di collegamento e tutto è a posto. L’aeroporto è un bene pubblico a servizio dell’economia turistica. Quindi il legame deve essere forte. È chiaro che qualcosa doveva cambiare, che i risultati economici sono importanti, ma l’aeroporto serve se ridiventa un motore di sviluppo”.


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