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Fusione Valconca, no definitivo della Regione

Mercoledì, 14 Dicembre 2016

(Rimini) Dopo il no in commissione bilancio, è toccato oggi all’asssemblea legislativa della Regione Emilia Romagna bocciare definitivamente il progetto di fusione dei comuni di Mandaino, Montegridolfo e Saudecio, dopo l’esito del referendum che ha visto il quesito vincere in generale, ma perdere nettamente a Saludecio.
«Noi coerenti fin dall’approvazione della legge sulle fusioni lo scorso 29 luglio (LR 15/2016). Anche in quell'occasione manifestammo, attraverso la presentazione di un apposito emendamento bocciato poi dalla maggioranza, la nostra reticenza e le nostre perplessità nei confronti di un testo che, allo stato dell’arte, spinge forzatamente verso le fusioni», così in aula il consigliere regionale della Lega Nord Massimiliano Pompignoli sulla bocciatura del progetto di fusione a tre in Valconca. «Quello odierno è un grande successo per il territorio e per i cittadini di Saludecio, ma è anche la testimonianza concreta che il metodo coercitivo assunto dall’assessore Petitti e dalla maggioranza regionale, nell'implementazione dei percorsi di fusione, ha fallito. Dopo questa scottante battuta d’arresto - continua Pompignoli - si rende necessario un ampio e approfondito ripensamento sulle politiche regionali in materia di riordino territoriale e quindi anche sulle fusioni e sulle unioni, nonché un rinnovato confronto e una credibile valutazione delle ricadute negative che sono state registrate in fusioni già in essere».
La Lega attacca il Pd. «Oggi il Partito democratico, messo di fronte all’evidenza, fa ammenda per bocca dei propri esponenti Giorgio Pruccoli e Nadia Rossi e aspira al ruolo di salvatori della patria. Benissimo – attacca il segretario provinciale del Carroccio riminese Bruno Galli – ma consiglio al PD riminese di fare mente locale e andarsi a rileggere le dichiarazioni rilasciate all’indomani dell’esito referendario, quando inneggiavano al prosieguo della fusione nonostante il NO di Saludecio. Quello che la Lega Nord ha sempre ribadito è la necessità di dare ascolto ai territori, non solo dopo ma anche e soprattutto prima del voto, incentivando il percorso di partecipazione, gli studi di fattibilità e il dibattito con i cittadini per far capire loro i pro e i contro di una fusione, ed il futuro che eventualmente li attende».


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