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Sole 24 ore, Rimini sembrerebbe la provincia più pericolosa d’Italia

Lunedì, 03 Ottobre 2016

(Rimini) Secondo un’indagine del Sole 24 Ore, sulla base del numero delle denunce per numero di residenti, la provincia in assoluto più pericolosa dello Stivale nel 2015 risulta essere Rimini, seguita da Milano e Bologna, con 26.136 reati denunciati.
Il sindaco di Rimini, nonché presidente della Provincia, Andrea Gnassi, parla di “un paradosso statistico da tempo conosciuto e confutato anche formalmente, negli anni passati, da Prefettura e Questura ma che prosegue pur, bontà loro, spiegando gli esperti che la provincia di Rimini sconta la ‘correzione’ dei flussi turistici che non viene assorbita dall’analisi statistica (si tratta mediamente di 15 milioni di presenze di ospiti che sfuggono al numero di residenti ufficiali) e comunque il volume complessivo dei reati è ‘un decimo rispetto a quello di Roma o Milano’. Questo, oltre alla propensione per la denuncia che nel territorio regionale continua a rimanere alta attestando la solidità della fiducia nelle forze di Polizia, marca il risultato complessivo dell’Emilia Romagna che ha 6 province su 9 nelle prime (o ultime) 20 posizioni”. Nulla di inedito, per Gnassi, “visto che dal 1997 la provincia di Rimini ha sempre oscillato tra la prima e la terza posizione, non scendendo mai dal ‘podio’, addirittura in quell’anno accumulando 29.657 denunce per 20 Comuni (non c’era ancora l’alta Valmarecchia). Ma resta comunque, ogni volta, intatta la perplessità per un metodo che, fondamentalmente, mette assieme pere con mele, non avendo mai considerato in venti anni di introdurre elementi più precisi di valutazione”.
Forse sarebbe “più logico e veritiero” guardare a questi numeri sotto la lente del trend pluriennale. “Ad esempio, il calo dei reati denunciati nel triennio 2013/2015, a dimostrazione dello sforzo e dell’ottimo lavoro che forze dell’ordine, polizie municipali, magistratura e istituzioni stanno portando avanti sul fronte della sicurezza e dell’ordine pubblico, nonostante le difficoltà rotazionali e i limiti legislativi e normativi ormai noti. Un lavoro che, anche per l’anno in corso, sta conducendo a risultati ancora migliori, secondo quelle che sono state le indicazioni e i numeri resi pubblici da tutte le forze dell’ordine di stanza sul territorio provinciale.
Ci sono altri aspetti da valutare con molto più attenzione di una semplice ‘classifica’. L’analisi mette in evidenza come la crisi economica abbia messo in moto un meccanismo di ‘maggiore attrattività’ nei confronti della criminalità da parte di quei territori che meglio si difendono dalla difficile congiuntura economica. Questo, ad esempio, potrebbe spiegare, nonostante il decremento percentuale da un anno all’altro per quanto riguarda furti totali (-4,6 per cento), furti in esercizi commerciali (-3,87 per cento) e rapine (-6,6 per cento), la persistenza di fenomeni predatori, i quali determinano, peraltro, un ancora superiore aumento della percezione di insicurezza nella cittadinanza”.


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