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Turismo, una stagione in chiaroscuro

Venerdì, 22 Luglio 2016

Un’estate 2016 salvata per il momento dal gran caldo che spinge verso il week end non programmato o a prolungare le vacanze di qualche giorno in più. Per il resto “andamento lento”. Non ci sono ancora dati statistici a suffragare queste impressioni (gli ultimi si fermano a maggio, adesso che a raccoglierli è la Regione arrivano più tardi) ma operatori e osservatori concordano sul giudizio.

“All’inizio eravamo più euforici, – ammette Aureliano Bonini, di Trademark Italia, che per conto della Regione Emilia Romagna cura l’Osservatorio sui dati turistici – adesso l’andamento è più tranquillo. Si lavora nei week end. Credo che alla fine potremo dire che complessivamente sarà una buona stagione”.

Rodolfo Albicocco, presidente degli albergatori di Riccione parla esplicitamente di “una stagione al di sotto delle aspettative”. Cita anche alcuni dati riferiti a Riccione: i primi mesi dell’anno con il segno positivo, maggio con un traumatico -20 per cento (comune a tutta la Riviera), giugno che è riuscito a racimolare un +1 per cento, e luglio che vede concentrazioni nei week end e vuoti durante la settimana.

“Si naviga a vista, giorno per giorno, – afferma Patrizia Rinaldis, presidente degli albergatori di Rimini – è un’altalena continua, le prenotazioni arrivano all’ultimo momento, dipendono sempre più da fattori contingenti. Per fortuna qualcosa si è mosso per gli eventi.”

Le aspettative quali erano? Innanzitutto l’Italia, e quindi anche l’Emilia Romagna, pensavano di intercettare quei turisti tedeschi, austriaci, svizzeri e del nord Europa che hanno rinunciato alle vacanze nei paesi del Medio Oriente colpiti dal terrorismo. Qualcuno sarà anche arrivato, ma non c’è stato un movimento di tale quantità da diventare un fenomeno registrabile.

È la stagione che segue la campagna dell’Apt in Germania dove ha investito un milione di euro. “Bella campagna, molto bella anche la presentazione che è stata fatta, - osserva Bonini - ma i tedeschi che arrivano in Italia con l’automobile non si fermano da noi, si spingono più a sud, vanno a scoprire l’Abruzzo, la Puglia. Parlo di quei turisti della fascia di età avanzata, perché le giovani famiglie con i bambini le troviamo tutte in Spagna”. Anche Albicocco, nell’intervista al Carlino osserva: «Tedeschi non se ne vedono. Molte cose sul fronte della promozione andrebbero ripensate, così non mi pare si ottenga granché». Si spera che lo scarso riscontro della campagna in Germania (criticabile sotto molti punti di vista) faccia riflettere i vertici di Apt: non è drammatico sbagliare un’iniziativa di comunicazione se poi se ne traggono valutazioni utili per il futuro.

Il mercato estero è tornato ad essere il tallone di Achille della Riviera. “Dobbiamo lavorare di più sull’internazionalizzazione”, promette Patrizia Rinaldis. Cosa voglia dire, è tutto da scoprire. Negli anni del boom dei russi, la Riviera era arrivata alla quota di mercato estero del 25 per cento. Con i russi che si sono rarefatti e i tedeschi che non sono più l’esercito di un tempo, si è tornati alla storica quota del 20 per cento. L’aeroporto ha riaperto ma non è ancora decollato, la stagione della crescita è stata spostata al 2017 (e tutti sperano che sia la volta buona).

Il mercato italiano tiene, la vicinanza e il tempo bello favoriscono i week end, i prezzi sono ancora competitivi. Ma è evidente che tutto questo non può portare ai pienoni di cui ormai si è persa memoria.

“La stagione è così: d’altra parte cosa abbiamo fatto per renderla diversa?”. La domanda di Bonini coglie nel segno. O c’è qualcosa di realmente nuovo nell’offerta turistica della Riviera, oppure è normale che dai mercati internazionali arrivino risposte fiacche. Come eravamo, lo sanno benissimo; come siamo oggi anche (ancora fermi a 30/40 anni fa, e le campagne dell’Apt glielo confermano); ciò che saremo domani è tutto da costruire. E molte idee, Parco del Mare a parte, purtroppo non si vedono.


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