(Rimini) Richiesta di archiviazione per il giallo di Misano. Il 13 gennaio gennaio 2015 tre cadaveri furono ritrovati in una villetta. Erano quelli di Alvaro Alonzo Cerda Cedeno, un aiuto cuoco 35enne dell’Equador, la compagna Adriana Andrea Stadie, argentina di 44 anni, la figlia di quest’ultima, Sophie Annette Stadie, studentessa 15enne all’Istituto per Geometri di Rimini.
Secondo quanto emerso dalle perizie a causare la morte delle due donne è stato il monossido di carbonio che, però non sarebbe stato causato dalla caldaia, seppur difettosa, ma da una stufetta elettrica che non è stata ritrovata dagli inquirenti. Alvaro si sarebbe suicidato in preda alla disperazione tagliandosi le vene, tornando a casa e scoprendo i cadaveri delle due donne. Avrebbe preso la stufetta (la cui presenza sarebbe giustificata dai consumi di energia dell’abitazione) e l’avrebbe scaraventata fuori casa. Qualcuno, inconsapevolmente, l’avrebbe poi presa.
Questa l’ipotesi del pubblico ministero Luca Bertuzzi che, dopo oltre un anno di indagini, ha quindi chiesto l’archiviazione del caso perché “non vi sono elementi che possano far ipotizzare l’intervento di terzi quale causa o concausa dei tre decessi”. Secondo la ricostruzione di Bertuzzi cade anche l’ipotesi dell’omicidio-suicidio.
Giallo di Misano, chiesta l’archiviazione
Mercoledì, 25 Maggio 2016
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