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Attentato Emir, indagati quattro no Tav

Lunedì, 14 Marzo 2016

(Verucchio) Quattro riminesi sono indagati perché sospettati di essere gli artefici degli atti di stampo terroristico compiuti nella notte tra il 16 e il 17 gennaio 2014 ai danni della Emir spa di Villa Verucchio, di proprietà della Cbr e con una partecipazione azionaria della Cmc di Ravenna, una delle imprese contro cui il movimento No Tav ha dichiarato guerra per impedire la realizzazione della Torino-Lione.


Hanno tra i 22 e i 24 anni, i loro cellulari sono stati agganciati dalla cella a Villa Verucchio proprio la notte dell’attentato: dieci “bombe” piazzate tra i mezzi nella cava di inerti e la firma di attivisti ‘no tav’ attraverso la rivendicazione scritta su un gabbiotto con un pennarello: “Cmc ecoterrorista. Solidarietà a Niccolò, Claudio, Chiara, Mattia e alla lotta No Tav”. I nomi sono quelli di attivisti arrestati nel novembre 2013 a Torino per l’aggressione subita da alcuni giornalisti del Corriere della sera e l’irruzione negli uffici della Geostudio, una delle società che partecipava alla realizzazione della Tav.
I quattro indagati sono stati già interrogati e si sono giustificati sostenendo di essere in un locale di Villa per festeggiare un compleanno.


L’attacco incendiario che ha provocato circa 300mila euro di danni è andato a segno solo in parte. Distrutti un Ducato e un Daily, poi l’arrivo dei vigili del fuoco di Novafeltria ha impedito che il fuoco arrivasse agli automezzi con cassone in uso nella cava. Gli inneschi difettosi, pur accesi, non hanno fatto esplodere le altre bombe, salvando due escavatori e tre due caterpillar.


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