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Oceania misteriosa. I disegni del fondo des Vergers alla Biennale del Disegno

Giovedì, 10 Marzo 2016

Fra le mostre della seconda Biennale del Disegno, che sarà inaugurata a Rimini il prossimo 23 aprile, ce ne sarà una, ospitata nei locali del Museo della Città, dal titolo Disegni dei nuovi mondi dal Fondo Des Vergers. Curata da Rosita Copioli e da Paola Delbianco, l’esposizione permetterà ai riminesi e turisti di vedere per la prima volta alcuni preziosi materiali custoditi nel Fondo des Vergers della Biblioteca Gambalunga di Rimini

La poetessa e scrittrici Rosita Copioli è presidente dell’Associazione intitolata all’eclettico intellettuale francese dell’Ottocento, del quale i riminesi conoscono soprattutto la bella villa sulle prime colline della città. Proprio oggi Copioli è a Roma per presentare all’Ecole Francaise di piazza Navona il volume di Paola Delbianco sul Fondo custodito alla Gambalunga.

I disegni che saranno esposti alla Biennale sono 304, aventi per tema l’Oceania, conservati in due eleganti contenitori di cuoio a forma di libro. Sono gli originali che servirono per le incisioni dei tre volumi de l’Océanie di Grégoire Louis Domeny de Rienzi, pubblicati dai Firmin-Didot (1836-1837) nella ricca collana di viaggi «Univers pittoresque». Infatti quei volumi non si trovano nel Fondo di Adolphe Noël des Vergers (1804-1867). Invece sono un ricordo della collaborazione di Des Vergers con suo suocero Ambroise Firmin-Didot, fra i più importanti editori dell’epoca, erudito, collezionista, grande imprenditore. Des Vergers collaborò alla collana con propri titoli (Abyssinie, Arabie). L’erudito intellettuale fu infatti anche segretario della Societé de Géographie nel 1837-1839 quando ne era presidente Guizot, e partecipò a molte missioni del Governo francese: la raccolta dei documenti arabi e normanni in Meridione e Sicilia, quella delle epigrafi latine che confluì nel Corpus Inscriptionum Latinarum (in Italia, in paesi europei ed extra-europei come l’Algeria), la pubblicazione delle opere di Bartolomeo Borghesi, sostenuta da Napoleone III.

Ma torniamo alla mostra di Rimini coi disegni sull’Oceania. Spiega Rosita Copioli: “Eseguiti in gran parte da Victor Felix Marie Danvin, oltre che dallo stesso De Rienzi e da Madame Danvin (incisi poi da varie mani, tra cui quelle di un dodicenne Puvis de Chavannes, forse), i bellissimi disegni dell’Océanie sono felici rielaborazioni da numerose spedizioni precedenti. In primis, dagli 866 disegni di Louis-Auguste de Sainson, pittore di bordo sulla corvetta Astrolabe nella spedizione in Oceania di Jules Dumont d’Urville (1826-1829), per la grande opera scientifica Voyage de la corvette l’“Astrolabe”  e per il suo Voyage pittoresque autour du monde, 2 voll., 1834-1835.Ma un fiume di immagini scorre da molte altre spedizioni, tra cui quelle settecentesche di James Cook, di Jean-François de Galoup de La Pérouse (Voyage autour du monde ... rédigé par M. L. A. Milet-Mureau, 1797) fino a quelle ottocentesche di Nicolas Baudin (Voyage de découvertes aux terres Australes ..., 1807), e del Barone di Bouganville (Album pittoresque de la frégate La Thetis et de la corvette l’Espérance, 1828).

Le immagini di raffronto dei disegni dell’Océanie provengono dagli Atlanti originari conservati nella Biblioteca della Società Geografica Italiana; i libri di viaggio dalla Biblioteca del Fondo des Vergers della Gambalunghiana.

Carte geografiche e topografiche puntualizzeranno scavi e reperti archeologici. Quattro vasi greci e un bucchero (di per sé schermi a tutto tondo per le silhouettes dei racconti mitici), marmi archeologici, epigrafi, urne etrusche (basi di rilievi e incisioni grafiche, messaggi storici, comunicazioni immaginose) saranno affiancati da disegni a matita (tra cui i preziosi disegni di Lemaître dei gioielli etruschi della collezione des Vergers, venduti al Louvre), disegni acquarellati delle planches per L’Étrurie et les Étrusques (1863-1864), lucidi di scavo (scopritore con Alessandro François della tomba di Vulci che da quest’ultimo prende il nome, des Vergers acquistò per conto del suocero lucidi e copie a grandezza naturale delle pitture parietali eseguiti da Carlo Ruspi, il migliore dei pittori d’archeologia, per il Museo Gregoriano Etrusco, e li adoperò per i fregi della propria biblioteca di Rimini)”.

 


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