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Zerbini dà i numeri sulla Biennale di Rimini. L'impatto di un evento

Lunedì, 29 Febbraio 2016

Samuele Zerbini, consigliere comunale del Pd, ha deciso di fare le pulci alla Biennale del Disegno, l’evento promosso dall’assessore Pulini nel 2014 e che quest’anno celebra la seconda edizione. Nel fare le pulci, mette le mani avanti per non essere assimilato ad un detrattore qualsiasi. “Non buttiamo via la buona idea: fare una mostra ricorrente in una nicchia culturale (il disegno) non presidiata. L’idea della Biennale teniamocela stretta”. Fatta la premessa il giudizio è però implacabile: “Buttiamo via però tutto il resto: guardiamo cosa si è fatto per non fare più niente di simile, e di certo il fatto che non mi siano stati mandati i preventivi di incasso per il 2016 nonostante la richiesta che ho fatto non lascia tranquilli. Nel 2014 i problemi sono stati nascosti, ma basta parlare con qualcuno per poterli scoprire. C’era qualche pezzo pregiato, ma quello che mancava era una visione complessiva: il tanto vituperato Goldin ha spesso lo stesso difetto, ma almeno prova a dare linee guida e a venderle (e le vende molto bene). In questo caso invece nulla: una mostra confusionaria, senza alcun percorso ideale, senza alcuna idea, senza un catalogo o degli incontri che servissero a offrire una risposta a studiosi o cittadini. Non bisogna costruire mostre attorno all’ego di qualcuno, ma attorno ad un’idea, attorno ad un progetto o ad una missione. Una mostra serve o a completare un percorso culturale e infrastrutturale di una città, oppure ad iniziarlo. Il suo obiettivo dev’essere quello di lasciare un segno, far sì che lo sguardo sul mondo di chi la visita non sia più lo stesso. In questo caso è mancato tutto: ho ricevuto i commenti di tante persone che attirati dalla buona idea, ne sono usciti senza”.

Considerazioni, quelle di Zerbini, che partono dall’esame dei numeri, da lui chiesti all’assessorato alla cultura. La sua attenzione è sulle 50 mila presenze turistiche che la Biennale avrebbe generato. “Affermazioni – commenta – che cozzano con i numeri certificati. L’unica mostra a pagamento, quella di Castel Sismondo, ha avuto questi risultati: 5659 biglietti, di cui 3114 interi, 1148 ridotti, 1248 omaggio. Mostra al Museo della Città, 6888 presenze, mostra al FAR 6000 circa; Galleria dell’Immagine 3919 presenze; Sale Gambalunga 2000 circa; Istituto Lettimi 300.

Secondo Zerbini il vero numero di visitatori è stato di 6.888,l'unico certificato. “Visto che è lecito supporre che almeno due terzi fossero riminesi, possiamo essere molto larghi di manica e dire che la metà venivano da fuori. Inoltre, è molto probabile che la stessa persona (soprattutto se turista dell’arte) abbia visitato più di una mostra, probabilmente tutte. Per cui stiamo contando la stessa persona quattro volte. Quindi, dicendo che la metà fossero turisti, e che questi abbiano comunque visitato almeno tre mostre, non è comprensibile come si possa dire che abbia generato 50.000 presenze turistiche. Quindi? Forse, esagerando, possiamo dire che i turisti richiamati da un inesistente battage pubblicitario sono stati 3.400”.

Al di là dei numeri e dei commenti, Zerbini solleva un tema che sul nostro giornale abbiamo affrontato più volte, ascoltando anche il parere di esperti. C’è un metodo di valutazione sul riflesso economico o turistico di eventi culturali e di spettacolo. Si, c’è, ma a Rimini non è mai stato applicato, preferendo le valutazioni ottimistiche a spanna. L'interesse della questione sollevata dal consigliere comunale sta proprio qui: vuole Rimini dotarsi finalmente di strumenti di valutazione scientifica sull'impatto economico degli eventi che organizza?

Zerbini giustamente osserva che con un evento si può scegliere di andare in perdita, se c’è una ricaduta importante. Ma, stando ai dati, non sembra il caso della Biennale del Disegno di Rimini. La mostra di Mc Curry a Forlì è costata circa 180.000 Euro e ha avuto 75.543 visitatori paganti. La Biennale del Disegno è invece costata 337.000 euro. Ma come è stato finanziata? “Questa domanda lascia molti dubbi per quella del 2016, visto che molte entrate sono difficilmente ripetibili”, afferma Zerbini. Comunque questo è il quadro dei finanziamenti 2014: Regione Emilia Romagna con fondi Europei (quindi non ripetibili) Euro 46.047; Apt servizi: 60.000 Euro; Regione Emilia Romagna: 10.000 Euro; Comune di Rimini: 170.000 Euro; contributi privati (circa 40.000 euro) così divisi Marsh assicurazioni: 4.270 Euro; BPER: 20.000 Euro; Industrie Valentini: 13.664 Euro. Gli incassi totali sono stati pari a 18.513 Euro. Sulle previsioni di entrata per il 2016, Zerbini non ha avuto risposta.

Conclude il consiglierei: “Il mio non è un attacco all’Assessore Pulini che ha inventato questa mostra e che gode della mia stima in quanto critico d’arte e artista. Ma al tempo stesso è necessario riflettere con attenzione sui costi e sugli obiettivi di una mostra importante a Rimini, affinchè si riescano a rendere efficienti i soldi investiti e si possa rendere profittevole dal punto di vista culturale un evento che manca da troppi anni a Rimini, e che continua a mancare. Non è un attacco politico: non vorrei che si perda più tempo a difendere o attaccare le persone piuttosto che a migliorare quel poco che c’è. Mi auguro che a seguito di questo dibattito si possano vedere i conti della mostra prossima ventura e si possa rendere l’evento utile e sostenibile”.


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