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Profughi in fuga, l'esperienza del Sottomarino giallo. Parla Elisa Marchioni

Lunedì, 21 Dicembre 2015

9bProfughi in fuga, l'esperienza del Sottomarino giallo. Parla Elisa Marchioni 

Si chiama ‘Sottomarino giallo’, è a san Martino in Riparotta ed è una casa dove vengono ospitati 13 richiedenti asilo tra i 20 e i 30 anni (12 dal Gambia e un afgano). ‘Sottomarino giallo’ è l’augurio per chi passa e passerà da lì di “una vita di tranquillità”, di avere “quello che gli serve”, come dice verso la fine la canzone dei Beatles. E’ l’augurio di trovarci dentro, quindi, cose non scontate per chi a 15 o anche 13 anni ha dovuto lasciare la famiglia, partire dal suo paese dell’Africa, arrivare in Libia e imbarcarsi per Lampedusa, fuggendo da guerre o, come nel caso del Gambia, regimi molto oppressivi.

Nel Sottomarino giallo è ospitato chi poco più che bambino è stato messo in carcere, o qualcuno a cui hanno ucciso il padre e la madre lo ha aiutato a fuggire perché il prossimo sarebbe stato lui. La maggiorparte dei ragazzi, prima di entrare in conflitto con il regime, lavorava con i turisti, chi come cuoco negli hotel, chi come autista. Qualche altro faceva l’imbianchino, oppure il muratore, o ancora l’elettricista. Tanti piccoli imprenditori. Tutti musulmani.

Adesso nella casa di San Martino c’è chi è tornato a correre, la passione che si porta dietro dal Gambia, chi a fare la break dance. Si suona, canta e balla. Ma a settembre, quando i ragazzi sono arrivati a Rimini, avevano poca voglia di ballare. Le cose sono cambiate settimana dopo settimana.

“La diffidenza si trasforma in affetto e iniziano a raccontarti i loro sogni”, ricorda l'ex parlamentare del Pd Elisa Marchioni, responsabile del progetto assieme al marito Gabriele Guerra. “Mi ha colpito che nessuno di loro facesse programmi che andassero oltre pochi giorni. Ho capito che dipendeva da come avevano vissuto gli ultimi anni, in fuga. Adesso, invece, stanno ricominciando a pensare alla loro vita, a quello che vorrebbero fare ‘da grandi’”. E il Sottomarino giallo, sotto questo aspetto, si sta muovendo per aiutarli. “Qualcuno ha ottenuto degli stage gratuiti in aziende manufatturiere, per qualche altro abbiamo pensato ai corsi Haccp (autocontrollo igienico sanitario) per introdurli nella filiera della produzione alimentare. Ci teniamo, finché stanno qua, a fornire degli strumenti che li possano rendere indipendenti. Vedremo”.

Come è nata l’esperienza del Sottomarino giallo? “L’idea c’era già da tempo, almeno da un anno. Volevamo dare vita ad un’opera nel sociale, pensavamo a servizi per gli aniziani. La casa, questa a San Martino, l’avevamo individuata, era vuota da quattro, in precedenza ospitava un centro diurno per ragazzi autistici. Noi abbiamo dato solo una piccola sistemata”.

In maggio, quindi, Gabriele ha creato la società ‘Sottomarino giallo’, ì nel frattempo è scoppiata l’emergenza profughi. “La realtà si è imposta. Ma quello che voglio dire è che si tratta di una cosa molto semplice, non di un grande gesto. Noi abbiamo solo detto di sì”, constata Elisa. Da lì la disponibilità data alla Caritas. E poi è stato un fiorire di stupore. Stupore per il clima da studentato che ora si respira in un luogo che ospita storie a dir poco drammatiche. Stupore per il fatto “che sono molto cambiata”, racconta Elisa. “All’inizio pensavo di dover fare delle cose con loro, che fosse un impegno (magari bello, ma un impegno), che fosse qualcosa di importante per loro. Nella vita tutti abbiamo avuto dei momenti in cui avevamo bisogno che qualcuno fosse lì con noi. Adesso ne hanno bisogno loro”. Eppure “ora ho chiaro che questa cosa è importante anche per me. Noi non l’abbiamo calcolata, ma è venuta bene. Un anno fa non ci avrei pensato”.

Attraverso il bando della Prefettura, da cui è nato tutto, sono stati selezionati Caritas, Papa Giovanni, le cooperative Centofiori, Eucrante, Metis, Cad, Terre solidali, Edith Stein, la Croce rossa, l’associazione Ardea. In totale, allo stato attuale, sono 417 i richiedenti asilo ospitati in tutta la provincia, di cui quattro nuclei familiari con bambini, due coppie senza figli, i gruppi di donne ospitati da Papa Giovanni e Metis, il resto sono uomini.

In questa storia, Sottomarino giallo (che ora dà lavoro a tre educatori in precedenza disoccupati) opera sotto la tutela legale della Caritas che a Novafeltria ospita altri otto profughi malesi nella casa di prima accoglienza della Fondazione di religione San Paolo. Nella sede di via Isotta a Rimini, la Caritas ospita 50 persone sempre nell’ambito della convenzione con la Prefettura. Sono 30, inoltre, i richiedenti asilo accolti grazie al progetto ministeriale Sprar in tre appartamenti in centro a Rimini.


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