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22 09 2015| Rimini| Sicurezza e discoteche, Indino (Silb): La stampa potrebbe essere più attenta

Martedì, 22 Settembre 2015

rossoRimini | Sicurezza e discoteche, Indino (Silb): La stampa potrebbe essere più attenta

 

Daspo per le discoteche, campagne di sensibilizzazione, locali più controllati per il pubblico dei minorenni, premi per i gestori che collaborano con le forze dell’ordine, contrasto all’abusivismo, adeguamento alle norme europee, categorizzazione delle sostanze sintetiche come veleno e non come droghe, così da inasprire le pene per spacciatori. Questo hanno chiesto oggi i gestori dei locali da ballo in occasione degli stati generali del settore convocati dal Sindacato italiano locali da ballo (Silb) a Rimini a due mesi di distanza dalla notte tra il 18 e il 19 luglio, quando all’ospedale di Riccione un 16enne tifernate, Lamberto Lucaccioni, è morto a causa di una overdose da ecstasy. Il ragazzo aveva ingerito al Cocoricò la sostanza acquistata a Città di Castello. Il locale è stato chiuso per quattro mesi dal questore di Rimini, Maurizio Improta.
La categoria dei gestori di discoteche dopo mesi in cui si è sentita col fiato dei media sul collo, oggi è tornata a fare sentire la sua voce all’Holiday Inn in occasione della quinta convention nazionale dei presidenti provinciali del sindacato dal titolo ‘Giovani e qualità del divertimento: il vero volto della discoteca’.


A fare gli onori di casa è stato il presidente del Silb provinciale Gianni Indino che, dopo aver salutato e ringraziato i presenti, ha introdotto il tema. “Siamo tutti nella stessa squadra, imprenditori, amministratori, organi di controllo e in questo clima collaborativo dobbiamo tutti fare di più. A partire da noi imprenditori che dobbiamo fare autocritica. Certo la stampa potrebbe essere più attenta e sensibile alle complesse dinamiche che interessano il mondo dell’intrattenimento e non cercare come spesso fa il mostro da sbattere in prima pagina, la critica facile che fa vendere più giornali ma che può distruggere delle aziende che, molto spesso, nulla hanno a che spartire con l’accaduto. Tuttavia oggi non è il giorno delle polemiche ma della collaborazione, dobbiamo costruire tutti insieme un percorso che ci permetta di affrontare e risolvere le problematiche del settore. Noi imprenditori siamo messi alla gogna ma voglio ricordare che non dobbiamo essere noi a educare i ragazzi, ci devono pensare le famiglie, le scuole, non noi. A noi spetta garantire un divertimento sicuro. In questo momento rappresento i gestori delle discoteche e voglio dire che questa faccia, la mia faccia, non è quella di un delinquente ma di una persona seria, che fa impresa e lavora nel rispetto delle regole”.


Poi il testimone è passato nella mani del presidente nazionale Maurizio Pasca. “Quest’estate, dopo i fatti del Cocoricò, la nostra categoria ha subito un attacco mediatico senza precedenti. L’intero mondo del divertimento è stato messo sul banco degli imputati, accusato di essere un luogo non sicuro, dove il divertimento è eccesso. Oggi noi vogliamo proporre delle soluzioni alle istituzioni con l’obiettivo di riqualificare il divertimento. Abbiamo stilato un elenco di proposte serie e mirate di cui abbiamo parlato con il Ministro Alfano”.
Al centro delle trattative alcuni punti specifici. La categoria, tra l’altro, chiede la possibilità di “selezionare all’ingresso” grazie all’introduzione di un sistema simile al Daspo per gli stadi, chiede l’attivazione di “campagne di sensibilizzazione in collaborazione con le istituzioni nelle scuole, nei locali, etc, sui danni provocati dalle droghe”, la creazione di “categorie di locali in funzione di musica e età, allo scopo di indirizzare i minorenni verso locali più controllati”, chiede la rivisitazione dell’articolo 100 del Tulps in modo da inserire premi per i gestori che collaborano con le forze dell’ordine, l’istituzione di un tavolo permanente con i Ministeri, una forte azione di contrasto ai locali abusivi, anche in quanto “luoghi incontrollati”, l’adeguamento alle normative in fatto di alcol e droghe a livello europeo, la categorizzazione delle sostanze sintetiche come veleno e non come droghe, per l’applicazione di pene più aspre per gli spacciatori.


Al convegno ha partecipato il prefetto di Rimini Giuseppa Strano che ha puntato i riflettori sulle responsabilità delle famiglie in casi come quelli che in estate si sono verificati in Romagna e Puglia a danno di minorenni.
Il deputato di Area popolare Sergio Pizzolante difende “l’economia della notte, in quanto valore aggiunto e bene per il mondo dell’impresa. Una luce che non possiamo spegnere”. Pizzolante si è dichiarato, infine, disponibile a proporre una modifica all’articolo 100 del tulps nell’ambito del Decreto sicurezza in elaborazione al Viminale.
“La notte non è un problema”, sostiene il sindaco di Rimini Andrea Gnassi che ricorda il periodo delle mucillagini. “Cavalchiamo il mondo della notte quando ci fa comodo e lo abbandoniamo quando iniziano i problemi, dice Gnassi che invita la categoria a una riflessione sui contenuti proposti dalle imprese. Gnassi cita a mo’ di esempio la sua Molo street parade, una manifestazione che impone al suo pubblico “delle regole certe, a partire dal controllo agli ingressi”.
Il sindaco di Riccione Renata Tosi dice “ok all’impresa, ma che abbia senso di responsabilità sociale. Non basta curare il cassetto o l’immagine”, sostiene Tosi che manifesta solidarietà con le forze dell’ordine. “Bisogna agire con senso critico - sostiene Tosi - bisogna guardarsi all’interno e se qualcosa non va bisogna avere il coraggio di cambiare. Il mondo dei locali a Riccione che ho trovato al mio insediamento era totalmente fuori controllo”, dice Tosi in merito ad alcuni contestati regolamenti recentemente approvati dalla sua amministrazione.
Presente anche Giorgia Benusiglio, la ragazza che a 16 anni ha subito un trapianto del fegato a causa di una pasticca di ecstasy ingerita e che oggi, adulta e laureata in psicologia, ha scelto di dedicare la sua vita al racconto delle sua esperienza agli adolescenti. Un’indagine Istat stima che 2,1 milioni di giovani tra gli 11 e i 34 anni abbiano comportamenti a rischio.

 

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