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05 08 2015 | Rimini | Figlio morto per ecstasy, padre chiede riapertura Cocoricò

Mercoledì, 05 Agosto 2015

1Rimini | Figlio morto per ecstasy, padre chiede riapertura Cocoricò

 

Da Brescia la richiesta di riaprire il Cocoricò attraverso una lettera indirizzata al questore di Rimini Maurizio Improta. “Creiamo dei momenti durante la nottata in cui per 20 minuti si spegne la musica e qualcuno ricorda ai ragazzi i rischi dello sballo”, propone Gianpiero Ghidini, il padre di Emanuele, 16enne morto nel novembre del 2013 gettandosi nelle acque del fiume Chiese a Gavardo, sotto l’effetto di una dose di droga sintetica. La lettera è pubblicata sulla pagina Facebook della fondazione Pesciolino rosso creata dopo la morte del figlio e che la scorsa settimana ha diffuso la notizia del ragazzo di Como in attesa di trapianto al fegato per aver assunto ecstasy.
“Mio figlio, quella sera non era in discoteca, ma il luogo dello sballo era una casa privata”, ricorda il padre. Per lui “il problema dei giovani non è tanto la discoteca, ma le tematiche complesse che li stanno portando a cercare lo sballo come unica modalità di divertimento”.
Ghidini quindi dice di essere “disponibile ogni sera a parlare con i ragazzi. Facciamo questa prova, potremmo avere testimonianze "forti" di giovani e adulti che mi affiancherebbero in questa missione”. Gianpiero in questi giorni è a Riccione. Venerdì sarà ospite del bagno 85, lunedì ha partecipato a un incontro organizzato dalla parrocchia delle Fontanelle, ieri ha presentato la sua fondazione ai bagnanti delle zone 86-97, oggi ha visitato San Patrignano.

 

gianpiero ghidini


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