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16 07 2015 | Riccione | Regolamento bar, domani protesta in consiglio comunale

Giovedì, 16 Luglio 2015

tortora-scuroRiccione | Regolamento bar, domani protesta in consiglio comunale

Domani sera arriverà in Consiglio comunale il discusso regolamento sugli orari della musica nei bar. Le associazioni di categoria stanno mobilitando gli iscritti per mettere su una manifestazione di protesta. Il gruppo consiliare di Noi riccionesi spiega che “si tratta di uno strumento, in qualche modo atteso, che porrà fine al far west che di fatto governava le notti delle vie riccionesi, tra musica assordante e proteste a non finire. Uno strumento chiaro e semplice nella sua interpretazione”.
E’ successo però che le proteste degli esercenti non si sono fatte attendere e le loro categorie si sono mostrate in disaccordo con le modifiche contenute nel programma. “Protestano - secondo i consiglieri di Noi riccionesi - per la rigidità della decisione. Vorrebbero maggior flessibilità soprattutto considerando che questo regolamento proibisce anche la musica di sottofondo dopo le 00.30, che era permessa dal precedente regolamento. Gridano al golpe, alzano barricate. Pensano alla serrata, inviano lettere e email ai loro associati per invitarli a partecipare, duri e compatti, alla seduta del consiglio comunale, per far sentire forte il loro dissenso. Naturalmente la democratica azione di protesta degli esercenti, non tutti in verità, e delle loro associazioni di categoria è legittima. Ci mancherebbe altro. Ma forse prima di mettere sotto assedio il Consiglio comunale, una breve quanto sincera riflessione occorre che venga pur fatta”.
Bisogna partire, secondo Noi riccionesi, da una considerazione di fondo “e chiedersi come si è arrivati a dover emanare, in piena corsa estiva, un regolamento così perentorio. Non credo sia una scoperta per nessuno dire che la situazione dei rumori e della musica notturna nei bar a Riccione era diventata fuori controllo. Il rispetto degli orari, dei decibel, e dello stesso sottofondo, una lunga quanto sconcertante sequela di inadempienze. A nulla sono valsi gli interventi sia repressivi, che quelli dialoganti, con cui questa amministrazione si è spesa per trovare un punto di equilibrio e di autoregolamentazione. Nulla da fare. Ci sarebbero volute le forze speciali per reprimere tutti quelli che nonostante avessero accettato le regole del vecchio regolamento, non le rispettavano. Creando in città, e nelle notte, una situazione a tratti davvero insostenibile, alimentando forti proteste, esposti, e allarmanti malcontenti da parte di cittadini e di turisti. Davanti ai quali l’amministrazione non poteva certamente non intervenire”.
Così l’amministrazione “lo ha fatto prima cercando di trovare un accordo, poi visto che gli accordi si fanno ma non si rispettano, con questo nuovo regolamento. Un nuovo regolamento che certo, è perentorio ma non pregiudica sicuramente il futuro di alcuna attività. Nonostante tutto questo allarme, questo gridare allo sfacelo, alla disperazione, dei conti e degli incassi, al turismo strozzato, alla fame e alla peste, che sa un po’ di strumentale. Che città turistica sarebbe Riccione se tutta la sua offerta fosse determinata dalla musica dei bar oltre la mezzanotte?”.
Comunque, “anche questa come ogni protesta va rispettata. E se protesta legittima è, allora occorre entrarci nel merito e assumersi ciascuno le proprie responsabilità, soprattutto per essere arrivati a luglio ad emanare un regolamento così. A cominciare dalla associazioni di categoria che, per alimentare la protesta, (che appare un gesto di forza nei confronti di questa amministrazione, più per motivi più politici che di categoria), hanno inviato lettere e email di raduno coatto per domani sera in consiglio, ma non hanno certamente fatto la stessa cosa nei mesi scorsi per far rispettare ai loro soci, nel nome dei quali hanno sempre avviato e concluso accordi con l’amministrazione comunale, un qualsivoglia regolamento. Perdendo di fatto ogni possibile credibilità nell’assunzione di quella responsabilità rappresentativa che ogni associazione dovrebbe avere. Mi piacerebbe poter vedere una analoga lettera o email inviata in questi mesi in cui si chiedeva al proprio socio di rispettare il limite di orario e dei decibel della musica”.
C’è poi la responsabilità “che grava sugli stessi gestori dei locali, su tutti, sia quelli virtuosi che quelli che non ne vogliono sapere di rispettare le regole. Sono loro, perché direttamente coinvolti nella gestione dei limiti consentiti che avrebbero dovuto creare i presupposti per evitare il protrarsi di questo far west. Se è vero che senza sottofondo si chiude o si diventa una città per vecchi, allora forse sarebbe stato necessario che ognuno di loro pensasse che il mancato rispetto dei limiti è una frode a carico di chi le rispetta. Invece, un po’ come succede per chi non paga le tasse, se lui non le paga , perché devo pagarle io? E quindi se lui sfora, sforo anche io. Anzi sforo di più. Anche l’Amministrazione ha le sue responsabilità. Certamente. Ma sono quelle di chi governa una città. Di chi deve garantire che la libertà di ciascuno finisca dove comincia la libertà dell’altro. E non solo. Se il dialogo non funziona occorre passare alle restrizioni. E’ una regola “democratica”, vecchia come il mondo. Confrontiamoci, discutiamo e cerchiamo di trovare insieme un punto di equilibrio. Ma poi qualcuno deve decidere e provvedere. E questo è il compito dell’Amministrazione”.
Detto questo i consiglieri di Noi riccionesi sono convinti “che la città saprà cogliere questa decisione con il giusto spirito. Nessun accanimento, né alcuna intenzione punitiva. Piuttosto un segnale che avvia questa città ad un protagonismo di libertà non solo imprenditoriale, in cui le regole hanno un senso di rispetto della comunità, dei legittimi diritti di chi la sceglie per viverci o per soggiornarci”.

 

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