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07 07 2015 | Rimini | Detenuti, Grassi si dimette da garante

Martedì, 07 Luglio 2015

tortora-scuroRimini | Detenuti, Grassi si dimette da garante

 

L’avvocato riminese Davide Grassi ha rinunciato alla carica di Garante dei detenuti del Comune di Rimini. Si tratta di un addio polemico. “Non sono stato messo nelle condizioni - spiega Grassi - di gestire con serenità l’incarico”.
Grassi punta il dito contro l’amministrazione comunale riminese, rea di essere l’origine di “ostacoli ‘paradossalmente’ insormontabili”. Il primo dei problemi è quello della mancanza di una sede fisica e strumentazioni adeguate.
“Da subito mi resi conto - spiega il legale - dal momento che conoscevo il funzionamento della figura del garante in altri Comuni, che la nostra amministrazione non avesse ben chiaro quali fossero gli strumenti e le prerogative dell'attività istituzionale del garante. Primo fra tutti l’apertura di uno spazio adeguato che garantisse la privacy dei familiari delle persone private delle libertà personale e infine tutti quegli strumenti (posta elettronica, carta intestata, linea telefonica dedicata etc…) che avrebbero avuto un’esclusiva funzione di servizio all’ufficio del Garante. Quando feci presente all’assessore Gloria Lisi che il regolamento comunale del Garante fosse incompleto ed estrapolato parzialmente da quello di un altro Comune e quindi di per sé inattuabile non ebbi alcuna risposta. Al contrario, le osservazioni che venivano fatte dai miei interlocutori, ogni volta che io rappresentavo le difficoltà strumentali dello svolgimento del mio incarico, ricadevano sulla mancanza di fondi per quell’ufficio”.
Grassi sostiene che “il Comune non era in grado di sopportare ulteriori spese, oltre a quelle previste come budget annuale pari a mille euro, per tutte le attività del garante. E ciò senza che io chiedessi un’indennità come prevista peraltro nel regolamento degli altri Comuni d’Italia. Ora, è stato per me inevitabile aver provato una profonda delusione quando sono venuto a conoscenza del costo dei pannelli pubblicitari commissionati all’artista Cattelan (per inciso, non sono stato dalla parte dei critici verso questa modalità di promozione dell'immagine della città). Da tempo la Casa Circondariale di Rimini, anche mio tramite, lamentava le carenze strutturali di alcune aree (vedi il cortile esterno dedicato all’incontro con i figli dei detenuti) che non potevano essere ripristinate per mancanza di fondi; una nuova palestra per i detenuti come valvola di sfogo e magari altri interventi e collaborazioni con il Comune. All’epoca (mi riferisco a pochi mesi fa) il Comune non poteva intervenire con delle donazioni? E ancora, davvero il Comune non ha o non aveva finanze da investire per attrezzare una sede per l’ufficio del Garante dei detenuti e dare dignità a questa figura istituzionale così importante per la città? Sarebbe bastato un piccolo sforzo. Ritengo perciò giunto il momento di rassegnare le mie dimissioni, che presenterò formalmente al Consiglio Comunale di Rimini, senza le quali il mio incarico avrebbe dovuto concludersi nel 2017. Non credo, purtroppo, che l'Amministrazione di Rimini abbia una cognizione progettuale e organizzativa dei problemi propri di una comunità carceraria”.
A Grassi dall’amministrazione risponde il vicesindaco Gloria Lisi.“Non si tratta di una sorpresa - spiega Lisi - perché sin dai giorni successivi al suo insediamento, avvenuto con l’approvazione dell’apposito regolamento da parte del Consiglio comunale di Rimini il 30 ottobre 2014, il dottor Davide Grassi non ha fatto altro che cercare ogni pretesto per aprire un contenzioso con l’amministrazione comunale, che non ha mai avuto ragion d’esser nei fatti. Basta sfogliare una rassegna stampa degli ultimi mesi per rendersene conto: il dottor Grassi, o chi per lui, ha immediatamente cominciato a lamentare ‘problemi logistici’ ma soprattutto a soffermarsi sul problema dell’indennità economica. Proprio così. Nonostante il regolamento approvato dal Consiglio comunale non la prevedesse, ad eccezione dei rimborsi spese, il dottor Grassi ha cominciato istantaneamente un ‘pressing’ sotto forme diverse per avere somme in denaro che l’assise comunale non aveva concesso a larghissima maggioranza solo pochi giorni prima”.
Da parte sua Lisi chiarisce anche che “ho personalmente proposto, sollecitato e seguito l’iter amministrativo per la istituzione della figura del garante, l’amministrazione comunale ha subito garantito la massima operatività, volendo però definire e formalizzare da subito le modalità di attuazione, proprio per evitare spiacevoli incomprensioni, l’amministrazione comunale ha provveduto immediatamente a mettere a disposizione una sede adeguata, funzionale e riservata, all’interno dell’Ufficio relazioni con il pubblico del Comune di Rimini, in Piazza Cavour, per una giornata a settimana; d) l’amministrazione comunale e gli stessi responsabili della Commissione comunale 4. avevano comunque cercato di venire incontro alle sollecitazioni, proponendo due soluzioni alternative per la sede degli incontri settimanali (una al ‘Marvelli’, l’altra negli spazi comunali), entrambe rifiutate dal dottor Grassi; inoltre, un funzionario del Comune di Rimini era messo a disposizione del dottor Grassi (che non ha mai usufruito di questa opportunità logistica) per il ruolo di supporto al Garante in modo da gestire gli appuntamenti ed eventuali pratiche amministrative ed è in corso di ultimazione la procedura di attivazione della mail dedicata”.

 

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