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Progetto Rimini: per la città non basta un posto in prima fila

Mercoledì, 25 Marzo 2015

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Progetto Rimini: per la città non basta un posto in prima fila

 

Da Progetto Rimini riceviamo e pubblichiamo:

Mentre stiamo preparando  il prossimo incontro del filotto di piccoli convegni a cui abbiamo dato un titolo quasi struggente “Questa è la nostra città: Discorsi Appassionati  intorno al suo futuro”, che si svolgerà l’11 aprile e vedrà tra i relatori il prof. Zamagni e l’ex presidente della UnioneIndustriale di Rimini, Focchi, non possiamo fare a meno di dare uno sguardo, certamente interessato, a quanto sta succedendo in questi giorni nell’agone politico della città.

A guardar da fuori sembra di assistere ad una corsa al primato, un po’ come quando al concerto di Ligabue aprono i cancelli e i ragazzi corrono come matti a prendere i posti di prima fila, quelli sotto il palco. E stanno li a tenere il posto per ore e ore. E non si stancano, no. Mancano ancora 15 mesi buoni alle prossime elezioni amministrative (naturalmente se si va a scadenza naturale) e già si parla di candidature, di liste civiche, di accordi, inciuci, alleanze, tradimenti e voltagabbana. Ormai il dibattito politico-elettorale è come la frutta,  non ha più stagione. Si parla, anzi se ne parla, e ognuno ha la sua ricetta, la sua lettura, le sue percezioni. Ma al di là del rischio, per tutti, di arrivare lungo. Forse non sarebbe male perdere adesso un po’ di tempo, per prima capire tutto questo fermento dove dovremmo portarlo.

Ormai tutti, anche chi ha governato la città da sempre ha capito o almeno si è ormai convinto, arrivandoci per contrarietà,  che è finita un’epoca e che siamo di fronte ad una vera e propria mutazione genetica della città, in parte obbligata. Un cambiamento radicale che porta con sé una considerazione di fondo che non può essere trascurata da chi si propone già da oggi di guidare nei prossimi anni la città. A differenza di sempre che ha visto questa città dominio incontrastato di una strategia dall’alto, presa a tavolino, qui adesso il cambiamento sta arrivando dal basso. Dalle tante capacità imprenditoriali e sociali, non solo economiche o culturalmente identitarie che si sono decise ad interagire tra loro.

Per questo al di là della rappresentazione elitaria o di parte di questo o quel sagace commentatore, Rimini si sta preparando a vivere il primo tentativo di progetto unitario della città. Certo trovare sinergie e coesione non sarà facile. Ma questo progetto non ha alternative possibili ancorché  valide, se non quelle obsolete che riportano ancora al vecchio sistema  del confronto tra lo spontaneismo e lo schematismo ideologico.

Questo progetto serve alla città perché è l’unico in grado di valorizzare e canalizzare le diverse energie verso una visione comune. Penso all’aria produttiva delle piccole e medie imprese che non sono solo all’interno dei confini della città, penso al mondo della cultura, a quello dell’innovazione sociale, capace di unire solidarietà e nuovi modelli di business che a Rimini sta diventando una vera e propria industria, penso al turismo competitivo, riqualificato e riposizionato all’interno delle nuove logiche dell’offerta del soggiorno e dell’ospitalità che è ormai costretta ad  abbandonare quelle rendite di posizioni che ne hanno atrofizzato il rinnovamento, penso al sistema universitario che ha trovato a Rimini una sua radicata realtà. La vera sfida del prossimo futuro sta proprio in tutto questo. Rimini ne ha tutte le potenzialità. E il ruolo della politica alta è quello di trovare la sintesi tra le varie energie e destinare le risorse ad una visione condivisa. Non basta prendere posto in prima fila. A Rimini serve qualcosa di più.
Natale Arcuri


Le vostre foto

Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

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