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30 01 2015 | Rimini | Am, i revisori dei conti bocciano srl e scissione

Venerdì, 30 Gennaio 2015

tortora-scuroRimini | Am, i revisori dei conti bocciano trasformazione in srl e scissione

 

I revisori dei conti di Agenzia mobilità hanno seri dubbi sull'operazione di trasformazione di Am in srl e sulla scissione tra Am srl, la società che si prenderà il patrimonio (quindi anche i debiti che attualmente ammontano a 9 milioni), e Pm srl,la società che manterrà i beni strumentali, cioè che si accollerà il trc. Pochi giorni fa, il 27 gennaio scorso, il collegio del revisori ha recapitato al cda e alla direzione una nota le cui conclusioni non lasciano spazio a dubbi. I revisori evidenziano "l'opportunità di acquisire eventualmente un parere preventivo da parte della competente Corte dei conti", circa l'operazione in atto (approvata dal Consiglio comunale di Rimini il 18 dicembre scorso).


Nel mirino dei revisori c'è anche la Pm, per la quale si nutrono dubbi in merito alla sostenibilità economica. Secondo i revisori, infatti, "se con la scissione la beneficiaria Agenzia unica romagnola può raggiungere economie di scala anche attraverso la formazione di un bando unico romagnolo per la gestione del tpl, la scissa (Pm srl), ex consorzio, rimarrebbe oggi con grossi rischi connessi ad un'accertata incapacità di sostenersi se non attraverso la contribuzione da parte dei soci", ovvero gli enti pubblici. Non esiste, secondo i revisori, "traccia della preventiva valutazione circa la convenienza, sotto il profilo dell'efficienza, dell'efficacia e dell'economicità, accompagnata dalla relativa documentazione probatoria". Detto in parole più povere, Pm nascerebbe senza liquidità.


Nemmeno in casa Am srl le cose sarebbero rose e fiori, fanno notare sempre i revisori. Mantenendo, infatti, il patrimonio, la neonata società si ritroverebbe in carico anche il debito, che, secondo quanto confermato in commissione comunale questa mattina dal presidente Roberta Frisoni, ammonterebbe attualmente a 9 milioni di euro. "Sarebbe stato necessario - sottolineano i revisori - prima di qualsiasi operazione societaria, estinguere o porre in sicurezza detta situazione, strutturando il debito e prevedendone le congrue modalità di rimborso". Le preoccupazioni del collegio, in definitiva, prendono le mosse dal fatto che "il progetto dello Studio Ferretti (che ha studiato la proposta, ndr) non approfondisce adeguatamente l'operazione e soprattutto le prospettive delle società risultanti".


Scopo della scissione, in pratica, si conferma quello di evitare che il buco nero del trc vada a far sprofondare la futura Agenzia unica romagnola (le due operazioni contestate, di fatto, sono propedeutiche alla sua creazione) nella quale sarà fusa solo Am srl. Rispetto al trc, nello specifico, i revisori chiedono una maggior documentazione su "come la trasformazione dell’attuale consorzio Am in altro soggetto giuridico possa avere o meno qualche incidenza sulla realizzazione". Questo perché nell'accordo di programma per la realizzazione dell'opera si prevede la richiesta di un'autorizzazione preventiva da parte dei comuni di Rimini e di Riccione, della provincia di Rimini e della regione Emilia Romagna.


La mossa dei revisori è "uno degli atti più importanti accaduti negli ultimi due mesi, una pietra miliare da cui potrebbe scaturire qualcosa di importante", sottolinea Nicola Marcello, presidente della prima commissione. La richiesta di un parere alla Corte dei conti, a cui io mi associo, che è arrivata prima dal Comune di Riccione e adesso dagli stessi revisori di Am, potrebbe far risultare fasulla, o quantomeno frettolosa, la nostra delibera, votata il 18 dicembre".
Marcello si domanda anche "come mai, se la normativa regionale avrebbe imposto l'approvazione dell'operazione agli enti soci entro il 21 dicembre, ai Comuni che ancora non l'hanno fatto, per esempio Bologna, non è stata ad ora notificata alcuna sanzione". Altra domanda: "Se Pm è senza liquidità, tra due anni i costi del trc chi li paga?".


La presa di posizione dei revisori è arrivata inaspettata in Am. E' stato il presidente Frisoni a rivelare ai commissari tutto il suo stupore "per la tempistica. Prima di arrivare al progetto che stiamo proponendo ai soci - spiega Frisoni - abbiamo avuto quattro riunioni, e quindi tutto il tempo per manifestare eventuali perplessità". Am, comunque, analizzerà il documento nel corso del cda fissato al 3 febbraio. A meno che non slitti, complice qualche socio
ostile all'operazione di fusione.


Se hanno votato a favore Rimini, Santarcangelo e Morciano, di traverso si sono già messi Coriano, Bellaria e primo tra tutti Riccione. Ma guai a chiamarlo ostruzionismo. "Insieme anche ad altri Comuni del territorio - spiega il sindaco Renata Tosi - stiamo cercando di convincere il Pd a non perseverare senza un maggior approfondimento su un progetto di cui ancora non si conoscono né riflessi né limiti. Troppe sono le incognite, soprattutto sotto il profilo economico e finanziario che alimentano le nostre forti perplessità. C’è una evidente sottovalutazione di costi, degli aggravi tecnici e strumentali che non giustificano un’operazione del genere, da cui altre provincie e tra queste anche la stessa provincia di Modena, casa del nostro attuale governatore, si stanno tenendo ben lontani. Nessun ostruzionismo, quindi, ma solo una sana e doverosa azione di responsabilità nei confronti delle nostre realtà che non possono certo correre il rischio di ritrovarsi ancora una volta di fronte ad un nuovo ed ennesimo caso Aeradria".

 

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