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13 11 2014| Rimini| Carcere,24 colluttazioni nei primi sei mesi del 2014.Denuncia del Sappe

Giovedì, 13 Novembre 2014

1Rimini | Carcere, 24 colluttazioni nei primi sei mesi del 2014. Denuncia del Sappe

 

Parlandone in termini generali la situazione delle carceri dell'Emilia Romagna potrebbe in via di miglioramento perché risultano 800 detenuti in meno rispetto all'anno scorso. Eppure la situazione resta critica, denuncia il sindacato Sappe. Tra le sbarre, non passa giorno che non si registrino colluttazioni.
I numeri. Dal 1 gennaio al 30 giugno 2014, si registrano: il suicidio di un detenuto, 4 decessi per cause naturali, 478 atti di autolesionismo, 52 tentati suicidi, 209 colluttazioni e 74 ferimenti. Bologna, Piacenza e Modena sono le tre prigioni con il maggior numero di episodi di autolesionismo (quando un detenuto si lesiona il corpo ingerendo chiodi, pile, lamette, o procurandosi tagli sul corpo): 159, 126 e 89. È a Bologna invece che ci sono stati più tentati suicidi sventati dai poliziotti, 13. 74 le colluttazioni a Modena, 57 a Bologna, 24 a Rimini e 16 Reggio Emilia. La situazione nelle carceri resta dunque sempre allarmante, nonostante in un anno il numero dei detenuti sia calato, in Emilia Romagna, di oltre ottocento unità: dai 3.767 del 31 ottobre 2013 si è infatti passati agli attuali 2.937, mentre a livello nazionale sono oggi detenute 54.207 persone rispetto alle 64.323 dello scorso anno (10.116 in meno).
"Per fortuna delle Istituzioni, gli uomini della Polizia penitenziaria - spiega Donato Capece, responsabile del Sappe - svolgono quotidianamente il servizio nelle carceri dell’Emilia Romagna e dell’intero Paese con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici. Se il numero dei detenuti è calato, questo è la conseguenza del varo, da parte del Parlamento, di 4 leggi svuota carcere in poco tempo. Ma l’Amministrazione penitenziaria non ha migliorato le condizioni di vivibilità nelle celle, perché ad esempio il numero dei detenuti che lavorano è irrisorio rispetto ai presenti. Occorre dunque rivedere il sistema dell’esecuzione penale il prima possibile, altro che vigilanza dinamica nelle galere e autogestione dei reparti detentivi.
Serve una nuova guida all’Amministrazione Penitenziaria, da mesi senza un Capo Dipartimento, capace di introdurre vere riforme all’interno del sistema a cominciare dal rendere obbligatorio il lavoro in carcere. Ma devono assumersi provvedimenti concreti: non si può lasciare solamente al sacrificio e alla professionalità delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria la gestione quotidiana delle costanti criticità delle carceri emiliano-romagnole e del Paese tutto".


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